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Brahim Chioua • Direttore generale di Wild Bunch

"Fare ciò che si ama e continuare a farlo"

di 

Zoom sulla società francese Wild Bunch, divenuta dalla sua creazione nel 2002 una forza indispensabile dell'industria cinematografica europea, attraverso la testimonianza del suo co-fondatore e attuale direttore generale Brahim Chioua. Un'intervista che ha avuto come cornice gli Incontri Cinematografici di Digione organizzati dall’ARP.

Cineuropa: Qual è la strategia di sviluppo di Wild Bunch?
Brahim Chioua: Rimaniamo sempre sullo stesso modello di società di distribuzione, di coproduzione, di aiuti al finanziamento e di sviluppo europeo con i territori in cui già operiamo: la Francia (Wild Bunch Distribution, Wild Side e Filmo TV), l’Italia (Bim Distribuzione) e la Germania (Wild Bunch Germany/Central Film Verleih). In Olanda e in Belgio (Wild Bunch Benelux), abbiamo soltanto accordi di distribuzione.

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Perché non prevedete uscite simultanee sui tre mercati europei rappresentati da Francia, Germania e Italia?
Non facciamo gli stessi film. In generale, sono adattati ai loro mercati e sono distribuiti in modo diverso. Noi, certo, comunichiamo le nostre campagne promozionali di uscita, ma ogni distributore fa la propria campagna, sceglie le sue date, che non sono ideali e identiche per tutti e tre i territori. Un'uscita simultanea avrebbe senso con dei film di genere per cui il video è importante e la pirateria dannosa, ma in generale non è il caso.

Qual è la sua opinione sullo stato di salute del mercato delle sale?
Oggi, la sala va bene un po' ovunque, forse meglio in Francia che altrove. Credo che manterrà la sua specificità. Sono piuttosto gli altri modi di vedere i film che sono in movimento. Ora, non c'è posto per tutto nelle sale ed è per questo che gli altri mezzi di diffusione hanno la loro importanza e che la cronologia dei media, così come è applicata oggi, non è necessariamente il miglior modo di usufruire e di avere accesso ai film. Ci sono film che escono in 10-15 copie e che non sono accessibili alla maggior parte della popolazione, ma anche film diversi che non trovano accesso alle sale e che non sono finanziati dalle televisioni. Perché Canal + non li compra tutti. Per questi film, anche se non è una priorità, è un oggetto di dibattito.

Tra i venditori internazionali, Wild Bunch sembra aver attraversato meglio la crisi recente. Perché?
Restiamo solidi perché abbiamo buone basi e una squadra eccezionale intorno a Vincent Maraval. Ma in termini di line-up e di accesso ai prodotti, non siamo quelli che hanno più mezzi. Noi ne usciamo bene, ma abbiamo sofferto e continuiamo a soffrire come tutti della crisi finanziaria in generale e del cattivo stato di questo business nel mondo, con i problemi che ci sono oggi in alcuni territori in materia di finanziamento del cinema.

Potrebbe ripetersi una crescita rapida come quella dei vostri inizi?
Abbiamo rallentato nel 2010 e avremo un fatturato inferiore a quello dell'anno precedente. E' il contraccolpo della crisi e anche del nostro modo di finanziarci: molti fondi che erano presenti sul mercato quattro anni fa non ci sono più. Ma ciò che conta, è il risultato alla base, non la crescita del fatturato. All'inizio della nostra avventura, era "come fare ciò che si ama e continuare a farlo". Bisogna darsi i mezzi, non fare stupidaggini. Quando mi chiedono come va, la mia frase preferita è "si sopravvive". Trovo che finché lo si riesce a dire, va tutto bene.

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