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Christophe Rossignon • Produttore

"E' bello ridere ed emozionarsi insieme"

di 

Panoramica sulla florida attività di Nord-Ouest Films, diretta dall'appassionato Christophe Rossignon, divenuto in vent'anni una figura di riferimento della produzione cinematografica francese.

Cineuropa: Qual è la linea editoriale di Nord-Ouest Films?
Christophe Rossignon: Alcuni produttori non legano la loro linea editoriale ai loro gusti personali e sono più calcolatori: sono uomini d'affari. Non è il caso di indicarli visto che allo spettatore non importa nulla dell'identità del produttore e delle sue motivazioni. Altri produttori fanno aderire la loro linea editoriale ai loro stati d'animo, alla loro personalità: è il mio caso. Posso passare da un sottile film d'autore a una commedia. Amo tutti i colori e cerco di utilizzare tutta la tavolozza.

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Che cosa l'ha spinta a lanciarsi in L’ordre et la morale di Mathieu Kassovitz (leggi l’articolo)?
Ho prodotto tre film di Mathieu, poi le nostre strade si sono separate. Conoscevo il progetto, ci sono voluti anni per realizzarlo. Mathieu aveva voglia di tornare alle sue origini: un film politico e impegnato. Quando ha capito che rischiava di arenarsi, mi ha chiesto se il progetto mi interessava ancora. L’ordre et la morale è un film politico, di ampio respiro, un film umano e profondo che parla di un popolo che non è stato ascoltato, di cui non si è voluta accettare la diversità. Non è una cosa tipica della Francia: il Portogallo, la Spagna, l'Inghilterra, la Germania, il Belgio e l'Italia hanno il loro passato coloniale e non è stato facile regolare i conti.

Présumé coupable di Vincent Garenq, che tratta il caso Outreau (news) e uscirà il 7 settembre, è un altro film impegnato.
Vincent mi ha fatto leggere Chronique de mon erreur judiciaire di Alain Marécaux ancor prima che cominciasse le riprese del suo primo film (Comme les autres [+leggi anche:
trailer
scheda film
]
), che ho prodotto. Questo libro mi ha fatto piangere. Al cinema è possibile, ma leggendo un libro è molto più raro. Mi dicevo: non è possibile, non è umano, che storia! Abbiamo deciso di fare un film su quest'uomo, sul suo diario personale, la sua discesa agli inferi, un film che esprimesse una realtà: la magistratura ha preso una cantonata.

A che punto è La guerre de l’eau di Christian Carion con Dany Boon e Mathilde Seigner?
Le riprese dovrebbero cominciare a fine anno. Centrato sul tema dell'acqua, il film farà capire quanto le cose, dietro al rubinetto, siano complicate e che in futuro bisognerà rimettere nelle mani dello Stato questo bene essenziale che va esaurendosi, anche nei paesi opulenti.

Che impatto avrà in futuro, anche nella finzione, il 3D che ha utilizzato per la prima volta con Les contes de la nuit di Michel Ocelot (esce il 20 luglio 2011)?
E' una novità che detterà il nostro modo di vedere futuro, che lo si voglia o no. Si guarderanno le immagini in 3D perché un giorno si farà il 3D senza occhialini. Ma posso sbagliarmi.

Lo sviluppo di nuovi supporti di diffusione stravolgerà l'attuale cronologia dei media?
La sala non accetterà di morire e che le si passi davanti senza dire niente. I professionisti del cinema traggono la loro motivazione dalla sala, dal fatto che i film si possano vedere come in una cattedrale, nel silenzio, senza pause. Il cinema favorisce la convivialità: è bello ridere ed emozionarsi insieme. Il mondo evolve, ma il cinema si adatta.

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