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Savina Neirotti • Direttrice del TorinoFilmLab

Verso l'Adapt Lab

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Quello degli adattamenti cinematografici di libri è un mercato in costante crescita: secondo l'Aie (Associazione italiana editori), il 27% dei film prodotti in Italia nel 2010 è tratto da libri. Una tendenza intercettata dal TorinoFilmLab, fucina internazionale di talenti emergenti al loro primo o secondo lungometraggio, che quest'anno ha dato vita al TFL Window, uno sportello di scouting editoriale per scovare nuove storie da film da incanalare in uno dei percorsi del suo network. Attivo nei tre giorni dell'International Book Forum (12-14 maggio 2011) del Salone Internazionale del Libro di Torino, lo sportello ha visto due story editor professionisti del TFL valutare "l'indice di filmabilità" delle opere proposte dagli editori sulla base di cinque criteri fondamentali: plot, personaggi, ambientazione, budget e piano di promozione.

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Come nasce il TFL Window?
Da tempo riflettiamo sulla possibilità di creare un Adapt Lab, un laboratorio dedicato allo sviluppo di film tratti da libri. Il progetto è già sviluppato, mancano solo i fondi. Pensiamo a 4-8 progetti da portare avanti nei nostri workshop. Intanto, stiamo iniziando a valutare le storie sul mercato. Per questo è nato il TFL Window, per incontrare editori con storie che abbiano potenzialità cinematografiche. In particolare, attraverso questa selezione, sceglieremo un libro su cui lavorare nell'ambito del nostro programma Script&Pitch. Cercheremo lo sceneggiatore giusto per quel libro e accompagneremo il film dallo sviluppo alla produzione, cosa che il TFL fa già con i soggetti originali.

Qual è il vantaggio dell'adattamento cinematografico rispetto ai soggetti originali?
Il libro offre garanzie dal punto di vista narrativo, un punto di partenza solido. Oltretutto, una storia forte ha già un mercato, un suo pubblico. Il mercato cinematografico guarda molto all'adattamento di libri italiani. Negli Stati Uniti è diventato un business, un modello ripetibile all'infinito con un certo tipo di libri. In Europa, specialmente in Francia e in Italia, abbiamo storie particolari, non in serie, quindi tante possibilità dal punto di vista drammaturgico. Una cosa importante è che l'adattamento permette di salvaguardare al contempo il rapporto con il pubblico e la qualità.

Guardare sempre più ai libri non rappresenta una sconfitta dell'immaginazione e dell'originalità delle storie per il cinema?
Non credo, perché l'adattamento è un processo altamente creativo, può essere fatto in tanti modi. Puoi decidere, ad esempio, di lavorare su alcuni personaggi e di lasciar perdere altri. Puoi adattare un certo numero di pagine e inventare tutto il resto. E' come le variazioni nella musica classica.

Qual è il prossimo passo del TFL Window?
Grazie all'IBF, abbiamo stretto un'importante partnership con l'Industry Books del Festival Internazionale del Film di Roma. I 20 progetti editoriali selezionati da TFL Window al Salone di Torino (libri editi nel 2011 o ancora da pubblicare) di editori italiani o inglesi (il Regno Unito sarà protagonista del focus del Festival di Roma 2011) saranno sottoposti a luglio a una giuria eletta dalla Fondazione Cinema per Roma. Questa giuria ne selezionerà 10 da presentare a produttori, autori e distributori italiani e internazionali in una giornata dedicata della kermesse romana, il 27 ottobre.

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