email print share on Facebook share on Twitter share on LinkedIn share on reddit pin on Pinterest

Dominique Abel, Fiona Gordon • Registi

La sorpresa prima di tutto

di 

- Innamorati sia nella vita che sullo schermo, gli stravaganti creatori di La Fée proseguono la loro esplorazione nel burlesco dopo L'iceberg e Rumba.

Lei è canadese nata in Australia e lui è belga : Fiona Gordon e Dominique Abel si sono incontrati a Parigi per amore del circo e, 32 anni dopo, lo stesso amore li lega alla città così come al grande schermo, come testimonia La Fée [+leggi anche:
recensione
trailer
intervista: Dominique Abel, Fiona Gordon
scheda film
]
, loro ultima commedia burlesque. In Belgio, dove realizza i propri film, la coppia collabora anche con un terzo "complice", Bruno Romy, che non ha partecipato a questa intervista, fedele alla sua reputazione di uomo dietro le quinte...

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

Cineuropa : Cosa avete voluto raccontare con La Fée [+leggi anche:
recensione
trailer
intervista: Dominique Abel, Fiona Gordon
scheda film
]
?

Fiona Gordon : Ci piace l’idea di presentare una fata incompiuta, come se la sua concezione fosse terminata prima della fine. Ha tutti i poteri di una fata,ma non sa come utilizzarli nel mondo.

Dominique Abel : É un po’ come quando nasciamo. Abbiamo tutta la vita davanti a noi e tutto è possibile, ma passiamo il nostro tempo a trovare e poi a capire le istruzioni per l’uso. La nostra fata vuole fare del bene, ma è ancora molto maldestra.

Non volete mai svelare il contenuto dei vostri film. Lo fate per superstizione?
F.G : Assolutamente no, ma come spettatori ci piace molto l’effetto sorpresa che il cinema può creare. È sempre un peccato rovinare questo effetto perchè si è detto troppo in un’intervista.

In La Fée ci sono elementi nuovi rispetto ai vostri film precedenti?
D.A : Non cerchiamo di allontanarci a tutti i costi dai nostri film precedenti. Sono la scrittura e il montaggio a suggerirci il film e alla fine ci rendiamo conto che ci sono elementi diversi rispetto al passato, ma non sono intenzionali.

F.G : Per esempio in La Fée, c’è una certa dimensione sociale, ma è niente in confronto ad un film dei fratelli (ridono).E poi ci sono più dialoghi...

Siete insieme sullo schermo, ma anche nella vita reale. Il fatto di reinventare continuamente delle storie d’amore per i vostri personaggi nutre la vostra? ?
F.G : In realtà non c’è nessun rapporto tra i nostri personaggi e noi. Anzi, i film sono spesso motivo di litigio perché non siamo mai d’accordo nella prima fase di scrittura e bisticciamo parecchio per questo..

D.A : Ciò che si vede sullo schermo, è il nostro lavoro. Separiamo la vita privata e quella professionale, altrimenti saremmo sempre nei nostri film e non riusciremmo a vivere una vita di coppia normale. Al di fuori dei film, non litighiamo quasi mai e anche quando lo facciamo, non arriviamo mai agli alterchi violenti che possono capitare in certe coppie. Siamo piuttosto zen, a parte durante i periodi di lavorazione, durante i quali siamo molto nervosi.

É Bruno Romy, il terzo autore, che ha l’ultima parola quando non siete d’accordo?
Fiona Gordon et Dominique Abel (insieme) :No, sono io. (ridono)

D.A : Ma sì, Bruno porta uno sguardo neutro su ciò che facciamo e anche noi siamo molto critici verso le sue idee. Abbiamo bisogno di essere in tre per completarci al meglio.

F.G : ... e non abitiamo con lui. Lui vive a Caen, noi a Bruxelles.

Come Kaurismäki,avete girato nella città portuale di Le Havre. L’ambientazione avvicina i vostri due film...
F.G : Ce ne siamo resi conto guardando Le Havre [+leggi anche:
recensione
trailer
intervista: Aki Kaurismäki
scheda film
]
. È una coincidenza strana, ma non ci stupisce, perché quella città è incredibile. É una scenografia a grandezza naturale e non abbiamo dovuto fare niente perchè corrispondesse a quanto avevamo immaginato per il film. É stato come arrivare in un immenso modellino fuori dal tempo e anche il film Kaurismäki ha questo aspetto atemporale, quasi rétro, è la città stessa a imporlo.

D.A : Girare nella regione d’origine di Bruno Romy era quasi una scelta obbligata per noi. Conosciamo bene Le Havre e, sinceramente, non avremmo potuto realizzare tutto il film a Bruxelles senza ricostruire da cima a fondo le scenografie che abbiamo utilizzato.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

Ti è piaciuto questo articolo? Iscriviti alla nostra newsletter per ricevere altri articoli direttamente nella tua casella di posta.

Leggi anche

Privacy Policy