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Ibrahim El Batout • Regista

Arab Spring

di 

- "Ora bisogna pensare aldilà delle regole, e solo la nuova generazione può farlo" afferma il regista egiziano Ibrahim El Batout

Ibrahim El Batout è nato al Cairo nel 1963, il suo film più recente è Hawi (2010).

Lei ha filmato la rivoluzione in Egitto? No, non ho filmato la rivoluzione in Egitto, perchè ero in uno stato di shock, ero totalmente sopraffatto da ciò che succedeva e volevo viverlo, non filmarlo. Si è trattato di un momento della nostra storia così prezioso che non ho voluto vederne ogni dettaglio.

Che cosa si aspetta come cineasta dalle istituzioni, in termini di produzione, conservazione e diffusione per esempio?

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Le nuove istituzioni non esistono ancora. Niente è cambiato, siamo sempre ancorati alle stesse idee anche nove mesi dopo la rivoluzione. Penso che ci vorrà del tempo perché la rivoluzione sia veramente compiuta e perché il suo spirito pervada le istituzioni che dirigono il cinema in Egitto. Dunque non mi aspetto grandi cose per ora.

Come pensano i cineasti di approfittare di questa nuova libertà di espressione e di questo eventuale cambiamento nelle istituzioni?

Prima della rivoluzione i professionisti del cinema in Egitto erano come isole solitarie, ciascuno lavorava al proprio progetto, senza pensare un lavoro collettivo sarebbe stato possibile e utile. Questo ancora non è cambiato, ma credo che le nuove generazioni potrannono fare molto. Purtroppo la vecchia generazione è stata rovinata dell'oppressione di un regime che controllava tutto, compresa la creatività. Ora bisogna pensare aldilà delle regole, e solo la nuova generazione può farlo.

Cosa si aspetta oggi dalle istituzioni e dai professionisti del cinema europeo?

Penso che l'Europa abbia molto da offrire in campo tecnico. Gli scambi tecnici possono veramente arricchire il nostro modo di fare cinema e aiutare le nuove generazioni ad acquisire le competenze cinematografiche necessarie in molti ambiti, dal suono, al montaggio, alla fotografia e agli effetti speciali. Abbiamo bisogno di un gran numero di workshop che aiutino le giovani generazioni a intraprendere il nuovo cammino verso il cinema che manca a tutti noi.

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