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Andrew G. Vajna • Commissario per il Cinema Ungherese

"Siamo vivi e pronti all'azione"

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- Incontro con l'attuale pezzo forte di un'industria cinematografica ungherese in difficoltà finanziarie da almeno due anni.

Da trent'anni produttore negli Stati Uniti (al suo attivo, fra gli altri, la trilogia Rambo, Terminator 3 e 4, Angel Heart e Nixon), ma anche nel suo paese natale (Children of Glory), Andrew G. Vajna è stato chiamato lo scorso gennaio a riorganizzare il sostegno pubblico al cinema, una nomina che ha destato preoccupazione in molti registi magiari (news e articolo).

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Cineuropa: La produzione di film in Ungheria ha rallentato negli ultimi due anni. La recente creazione del National Film Fund riuscirà a riavviare la macchina?
Andrew G. Vajna: Abbiamo fatto molto in questi dieci mesi. Abbiamo lavorato a un nuovo metodo di sostegno alla produzione che sarà, a mio avviso, molto efficace, e abbiamo assicurato al Film Fund un finanziamento indipendente che sarà alimentato direttamente da una parte dei ricavi del Lotto, evitando così di fare appello al budget dello Stato. Con i 13,3 M€ nel 2012, finanzieremo da otto a dieci film, coproduzioni incluse. Il nostro sistema si ispira al modello britannico, che ha permesso di produrre senza incertezze i migliori film in Europa.

Avete risolto i problemi finanziari ereditati dalla Motion Picture Public Foundation of Hungary (MMKA), che avete soppresso l'estate scorsa?
Abbiamo fatto progressi nel chiarire i problemi di debito con le banche e stiamo facendo lo stesso con i produttori, cosa un po' più difficile perché non sempre questi ultimi riconoscono la validità dei contratti che hanno sottoscritto. Ma la cosa importante è che ora c'è un nuovo contesto. I professionisti ci sottopongono delle sceneggiature e abbiamo uno scambio con loro: siamo vivi e pronti all'azione. Stiamo vagliando attualmente 70 sceneggiature. Abbiamo solo preso decisioni in fase di sviluppo, ma il prossimo anno, alcuni di questi progetti dovrebbero concretizzarsi in produzione.

Il National Film Fund opererà ancora come venditore internazionale. Perché?
Sarà una possibilità offerta ai produttori che non hanno contatti internazionali: il National Film Fund potrà fare da intermediario con i festival e i distributori per aiutarli. Vogliamo essere certi che i film che sosterremo abbiano una buona visibilità, che interessino i festival e abbiano reali opportunità. E che i film più commerciali abbiano una visibilità in Ungheria, ma che siano anche venduti all'estero.

Il National Film Fund reclama il "final cut" per alcuni film che sostiene. Che cos'è esattamente?
Il sostegno alla produzione potrà ammontare a 150 milioni di forint per film (circa 500 000 euro). Questo sostegno sarà attribuito senza condizioni: approviamo la sceneggiatura, loro fanno il film e noi supervisioniamo semplicemente le spese di produzione, per assicurarci che il denaro concesso sia stato ben speso. Invece, se ci viene chiesto un aiuto superiore a 150 milioni, diventiamo coproduttori. E in quanto coproduttori, avremo gli stessi diritti di qualsiasi altro coproduttore e insisteremo per essere coinvolti nel processo di realizzazione del film.

Molti registi ungheresi, in particolare Béla Tarr, temono che il sostegno pubblico possa venir meno per i film d'autore, un timore alimentato, fra l'altro, dal suo profilo di produttore. Che cosa risponde?
E' un timore davvero ridicolo. Il comitato che deciderà l'attribuzione dei sostegni è composto da cinque persone, tutte ungheresi, e io sono soltanto una voce tra queste cinque. Gli altri quattro sono stati associati in passato sia a film d'essai che a film commerciali. Penso che questo comitato sarà in grado di decidere qual è la buona combinazione di film che il National Film Fund sosterrà.

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