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Jean-Paul Salomé • Presidente di UniFrance

Strategie e mercati di un cinema francese in movimento

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- Jean-Paul Salomé, presidente di UniFrance, ci descrive le strategie dell'agenzia di promozione del cinema francese all'estero

Jean-Paul Salomé • Presidente di UniFrance

Incontro con il cineasta Jean-Paul Salomé, presidente di UniFrance, agenzia di promozione del cinema francese all'estero, a qualche giorno dal Rendez-vous du cinéma français di Parigi.

Cineuropa: Al termine del suo primo anno di presidenza di UniFrance, qual è la sua analisi sulla percezione che all'estero si ha del cinema francese?
Jean-Paul Salomé: Il cinema francese è ancora percepito come uno dei pochi a mantenere una reale dinamica interna, e come il volano di tutta la cinematografia europea. Moltissimi sono i registi, spesso affermati, che hanno la possibilità di fare film grazie alla coproduzione del nostro paese. La cinematografia francese ha conosciuto anni più forti e anni meno importanti, ciclicamente. A volte, la qualità ha la meglio sulla quantità, e ad esempio, se è vero che quest'anno alcuni film non hanno riportato il successo sperato, è anche vero che la Francia ha vinto la Palma d'Oro a Cannes con La vita di Adele [+leggi anche:
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. È proprio questa miscela ad essere interessante, perché permette di non avere mai anni neri. Allo stesso tempo, stiamo prendendo coscienza del fatto che un cinema popolare e di commedia debba provare ad avventurarsi in altre zone. 9 mois ferme [+leggi anche:
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(in un registro più classico) lo dimostrano. Vedremo nei prossimi mesi se questo rinnovamento della commedia riuscirà a travalicare le nostre frontiere.

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Quali sono le azioni da intraprendere e quali le sfide più importanti per UniFrance?
Uno dei progetti che abbiamo in cantiere, con la direttrice generale Isabelle Giordano, è quello di ristabilire il contatto con i distributori internazionali, le ragioni dei quali ultimamente sono state un po' trascurate. Oltre a ciò, vista la velocità con la quale la distribuzione internazionale dei nostri film si evolve, è necessario farsi delle domande sulla pertinenza delle nostre azioni. I fondi che eroghiamo sono ben destinati? Dovremmo dare più sostegno alle sale cinematografiche europee e aiutare i distributori a lanciare meglio i nostri film? Non sarebbe forse il caso di investire di più sulla pubblicità e di meno sugli eventi cinematografici? Questi sono i temi che, al momento, costituiscono il nostro oggetto di studio.

La Cina, allo stesso momento, rappresenta un capitolo importante. A dicembre ci siamo recati in loco, perché reputiamo essenziale stabilire dei rapporti di lavoro con le autorità, con i distributori e con i giovani cineasti cinesi. A un certo punto, anche l'industria cinematografica cinese avrà bisogno di diversificare l'offerta e, al di là delle percentuali, noi vogliamo dimostrare che il nostro cinema d'autore, in espansione, può uscire senza problemi nelle sale cinematografiche cinesi. Questo mercato sta arrivando alla sua maturazione e noi pensiamo che possa assorbire una cinquantina di film francesi all'anno, i quali magari non circoleranno in mille sale, ma in certi circuiti specifici.

Anche l'Africa è un soggetto importante. Proprio ora che le basi di una nuova distribuzione cinematografica cominciano ad emergere con la nascita di multiplex, di piattaforme Video On Demand, di nuovi canali televisivi, non possiamo permettere che gli Americani si mettano alla testa di questo mercato, considerando inoltre che stiamo parlando di un pubblico in larga parte francofono.

Il Rendez-vous du cinéma français di Parigi (che si terrà dal 10 al 20 gennaio 2014) costituirà un punto nevralgico?
Una volta eletto, mi sono chiesto: quali sono le operazioni che funzionano? Come fare per svilupparle meglio? Una di queste operazioni è il meeting del cinema francese a Parigi, ed è dunque necessario rafforzarlo. Quest'anno, in via sperimentale, abbiamo invitato a Parigi una trentina di potenziali acquirenti provenienti dall'America Latina, ma anche qualche cinese. Rafforzeremo inoltre il Festival del cinema francese a Tokyo, previsto a giugno. In parallelo, affronteremo la questione dell'esportazione dei nostri prodotti in Giappone. Attualmente questa fetta di mercato è abbastanza ridotta, e con lo scopo di allargarla abbiamo deciso di invitare una delegazione di acquirenti provenienti da tutto il Sud Est asiatico. 

Qual è il significato della 4^edizione del MyFrenchFilmFestival, rassegna online che si terrà dal 17 gennaio al 17 febbraio?
Dobbiamo cercare di stabilire un contatto con il pubblico più giovane, spesso assente dalle sale e dai festival. Il metodo migliore è quello di passare attraverso il media che questa generazione predilige: Internet. MyFrenchFilmFestival è una rassegna che si espande di anno in anno, e che funge anche da esperimento pilota: proporre dei film contemporaneamente, con sottotitoli diversi, geo-localizzando, facendo pagare gli spettatori nei paesi dove le persone sono abituate a farlo e finanziandoci solo tramite la pubblicità in quei paesi dove la fruizione cinematografica, al contrario, avviene tendenzialmente in modo gratuito. Ogni territorio ha il proprio sistema economico. Da soli, però, non possiamo spingerci troppo lontano, sarebbe opportuno che su questo modello un giorno venisse creata una piattaforma che riguardi tutto il meglio del cinema europeo, e che fosse accessibile da tutti i paesi del mondo.

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(Tradotto dal francese)

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