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Christian and Reinhardt Beetz • Produttori

Pensare in maniera internazionale

di 

- I fratelli Beetz Reinhardt Christian, direttori della Beetz Filmproduktion, parlano del loro modo di fare film

Christian and Reinhardt Beetz  • Produttori

Avendo prodotto più di 120 film dalla fondazione della società nel 2000, è probabile che ognuno di noi abbia visto almeno un film prodotto da Reinhardt e Christian Beetz, conosciuti come i fratelli Beetz.

“Il documentario ci ha attirati fin dall’inizio perché eravamo interessati a questioni socio-politiche e volevamo usare il documentario per affrontare i temi che ci interessavano”, ricorda Christain Beetz, che ha studiato teatro e studi culturali a Berlino, mentre suo fratello Reinhardt si è laureato in giornalismo e regia ad Amburgo.

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“Fin dall’inizio volevamo lavorare per il mercato internazionale” spiega Christian. “Il che significa che raramente ci lasciamo sfuggire un festival e che quasi sempre c’è una produzione della nostra società in programma. I nostri film hanno ricevuto tantissimi riconoscimenti in noti festival come l’IDFA, HotDocs o Montreal, oltre che ai Grimme Award, Prix Europa, German Film Award e persino una nomina all’Oscar nel 2013”. 

“Siamo una delle poche società di produzione di documentari a non lavorare in modo dogmatico”, spiega Christian. “Da un lato c’è chi considera il lungometraggio documentario come l’apogeo, e dall’altro chi considera questi film di nicchia in quanto d’autore e  preferiscono dei format da poter trasmettere in prima serata e che possano raggiungere i 10 milioni di spettatori. Lo stesso discorso vale per i generi: alcuni produttori fanno solo fantascienza, o storia…noi facciamo ciò che ci interessa e in cui crediamo”. 

A riprova della sua versatilità, la società ha prodotto lo scorso autunno la serie TV Make Love per la televisione pubblica e il documentario politico Nelson Mandela: The Myth and Me

I fratelli tengono continuamente d’occhio le nuove tendenze e gli sviluppi del mercato, sia in Germania che all’estero, in modo da rimanere competitivi nella lotta sempre più dura per accaparrarsi le commissioni dei canali televisivi. “Abbiamo lavorato con i crossmedia per un po’”, ricorda Reinhardt. “Il format crossmedia di Farewell Comrades! rimane una pietra miliare in questo campo. Lo abbiamo prodotto con 16 partner internazionali: era la prima volta che c’era un modello unico di licenza valido per tutti i territori”. La serie in sei episodi sugli ultimi giorni dell’Unione Sovietica prodotto per ARTE era pensata per un pubblico giovane che non conosce bene questo capitolo di storia mondiale recente. “C’era bisogno di raccontare questa storia in modo diverso”, spiega.

Diversamente da altre società in cui ogni partner è responsabile per un aspetto, per esempio lo sviluppo dei progetti piuttosto che l’aspetto finanziario, entrambi i fratelli sono implicati in tutte le fasi di produzione. “Siamo famosi per essere presenti e seguire i progetti durante il loro intero sviluppo”, puntualizza Reinhardt. “Non potremmo mai accettare una sceneggiatura già fatta: fin dal primo incontro ci teniamo a chiarire che non siamo una banca che finanzia i sogni di un regista, ma che vogliamo fare un lavoro di squadra con lui o lei. Probabilmente è questo il motivo per cui poi le persone lavorano di nuovo con noi: perché sanno che capiamo il linguaggio filmico, dal momento che abbiamo lavorato come registi e montatori”.

Nel frattempo, il repertorio di produzioni della società si è allargato ai film di finzione. “Tutto è cominciato con un progetto di docu-fiction”, spiega Reinhardt, “Saving the Titanic era partito come documentario per poi evolvere in film di finzione, che si è aggiudicato un triplo premio come miglior film di finzione ai British Independent Film Awards. Da quel momento in poi ci siamo lanciati in svariati progetti di finzione e serie televisive”.

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(Tradotto dall'inglese)

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