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Silvio Maselli • Segretario Generale ANICA

"Presentare all'estero un unico Sistema cinema"

di 

- Il cinema italiano e l'export: un primo bilancio del Film Distribution Fund, lanciato dall'ANICA lo scorso novembre, e nuove strategie di promozione

Silvio Maselli  • Segretario Generale ANICA

Cineuropa: Lo scorso novembre, ANICA ha lanciato il Film Distribution Fund, un nuovo fondo a sostegno della distribuzione di film italiani in America Latina, Corea del Sud, Giappone e Taiwan. Qual è stata la risposta?
Silvio Maselli: Sono arrivate una decina di richieste di sostegno. Il comitato di selezione, composto dai rappresentanti ANICA, Cinecittà e UNEFA che raccoglie gli esportatori di audiovisivo italiani, ne ha ritenute finanziabili 6 ai sensi del regolamento. Bisogna sottolineare che essendo uno strumento nuovo e del tutto inusuale per il cinema italiano, riteniamo che ci vogliano almeno 12/18 mesi perché sia conosciuto ai compratori esteri e quindi farei un bilancio significativo non prima dei prossimi 24 mesi. Siamo ancora impegnati in una capillare campagna di promozione del bando nei principali mercati di riferimento dei paesi coinvolti. In linea di massima, ad oggi, le domande sono pervenute da Argentina, Giappone, Sud Corea e Taiwan.

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Quale genere di film italiani risultano più esportabili nei paesi specifici del fondo?
Seppure l’esiguità dei numeri non ci permetta di fare statistiche, si può comunque affermare che tutti i generi del nostro cinema siano stati distribuiti: si va da Dracula 3D in Giappone, a Tutti i santi giorni [+leggi anche:
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in Argentina, da Reality [+leggi anche:
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in Corea, a Il volto di un’altra [+leggi anche:
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in Messico. Un problema che emerge chiaramente è la "debolezza" della strutture di vendita italiane dei nostri film. A parte il caso della ex Rai Trade, ora divisione commerciale Rai che lavora molto intensamente, si tratta prevalentemente di piccole aziende che hanno sempre meno film da vendere e che si trovano a partecipare agli eventi fieristici inglobate in stand europei dove si vende il cinema di altri paesi perdendo l'"italianità" che ci contraddistingue nel mondo. La cosa va di pari passo con il fatto che i più importanti titoli italiani siano venduti da distributori stranieri. Sul punto dovremmo prendere esempio dalla più virtuosa Francia, creando una UnItalia, sul modello di UniFrance, vera cabina di regia della proiezione estera del cinema d’oltralpe.

E' in progetto di estendere il fondo anche ad altri paesi? Quali?
Sicuramente è al vaglio la proposta di adattarlo alla realtà dei mercati tenendo purtroppo conto della scarsissima entità delle risorse. Pensiamo di orientarlo più verso l'America Latina, dove le poche risorse disponibili, grazie al cambio e congiunture economiche locali, sono comunque una cifra considerevole. Intendiamo quindi approfittare dell'anno della cultura italiana in America Latina per rafforzare le iniziative in Argentina, Brasile, Messico e Colombia, magari ricorrendo anche a forme di distribuzione diretta e alla creazione di appositi spazi televisivi sui canali locali, dedicati al cinema italiano. Siamo impegnati con la Farnesina e ICE ad elaborare una serie di progetti innovativi che presto renderemo pubblici. Manteniamo attivo il nostro desk di Pechino rafforzandone l'attività ed estendendola ad altre importanti città, dopo Hong Kong e Shanghai. Approfittando dell'anno del turismo italo-russo, intensificheremo anche le nostre già consistenti attività in Russia e nelle principali repubbliche ex sovietiche.  

Si può parlare di un rinnovato interesse per il cinema italiano nel mondo, in particolare dopo l'Oscar a La grande bellezza?
Assolutamente sì, abbiamo gli occhi di tutto il mondo puntati su di noi e non possiamo permetterci di sbagliare. La situazione di immediato vantaggio dovuto all’exploit del film di Paolo Sorrentino si può trasformare in un letale boomerang se non riusciamo, tutti insieme, a rilanciarci nei mercati internazionali mostrando un Sistema cinema compatto e maturo. L'attività internazionale di ANICA nei prossimi mesi sarà tutta incentrata sulla presentazione all'estero di un unico Sistema, ponendo il cinema italiano come veicolo di internazionalizzazione del Made in Italy. Intendiamo, in collaborazione con i ministeri dello Sviluppo economico, degli Affari Esteri e dei Beni culturali e del turismo, con le agenzie pubbliche ICE (specializzata in commercio estero), Istituto Luce Cinecittà (specializzato in promozione del cinema all’estero) e le Regioni italiane, farci carico di questa nuova politica di promozione che collega in maniera organica queste diverse realtà che hanno sempre agito disgiuntamente, scoordinate e in maniera a volte contraddittoria.

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