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Isabel Coixet • Regista

“Per me è facile mettermi nei panni di una ragazza adolescente”

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- La regista Isabel Coixet debutta nel genere del thriller psicologico con la co-produzione anglo-spagnola girata in inglese Another Me

Isabel Coixet  • Regista

La regista Isabel Coixet debutta nel thriller psicologico con la co-produzione anglo-spagnola girata in inglese Another Me [+leggi anche:
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: Cineuropa ha parlato con lei del film.

Cineuropa: Avete girato nelle due nazioni che producevano il film?
Isabel Coixet: Si, abbiamo girato gli esterni a Cardiff e gli interni a Barcellona. La città inglese, dalle decadenti vestigia, era ideale per questo film. Lì tutti i luoghi mi sembravano perfetti, perché avevano quell’aria sinistra che serviva per Another Me.

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È vero che girare il film è stato una sorta di guerrilla filmmaking, con lei alla videocamera?
Si, eravamo un piccolo team, ma in realtà a me piace prendere la videocamera, è una cosa che faccio spesso. Credo che ogni film debba essere confezionato su misura e io mi sento a mio agio sia con un team di quattro persone che con uno di dieci… o cinquanta. L’esperienza aiuta a ottenere un capolavoro decente. Ho sempre messo enfasi sul suono, in Map of the Sound of Tokyo [+leggi anche:
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era un elemento chiave e lo stesso è per Another Me, in cui è davvero curato.

Quali film e registi l’hanno ispirata questa volta?
Sono una spettatrice molto generosa, guardo tutti i tipi di film e probabilmente il mio ha elementi derivanti da altri registi e generi. Sono presenti molti degli elementi classici di genere, come la malattia del padre, l’assenza della madre o la presenza di fantasmi, molto tipici. E, ovviamente, adoro Polanski e Hitchcock – a chi non piace il regista di Psycho -, ma non ho ancora raggiunto quel livello.

Come ha affrontato l’adattamento di un romanzo, pensato per un pubblico giovane?
Ogni film ha un’opinione e una voce. E se non ho problemi a mettermi nei panni di un uomo, mi è facile calarmi nei panni di una ragazza adolescente, non lo trovo complicato.

Perché l’interesse per i cambiamenti, come la transizione dall’adolescenza all’età adulta?
Perché sono fasi chiave nella vita e cerchiamo di ignorarli, invece definiscono quello che diventeremo più avanti. Il fatto di non vivere appieno l’adolescenza ci impedisce poi di vivere altre cose intensamente, come adulti.

Come ha creato l’atmosfera del film?
C’è un elemento ricorrente, gli alberi, presi dal Macbeth, che ho sempre considerato una fantastica sceneggiatura nella quale la foresta si muove. In qualche modo, a raccontarla è una parabola: è impossibile che la tua gemella morta sia sopravvissuta, ma in effetti sopravvive. Credo che ci sia vita lassù, non l’ho vista ma non lo escludo; allo stesso modo, non ho visto gli alieni, ma voglio credere che esistano.

Lei collega quasi i suoi progetti, a cosa sta lavorando al momento?
Abbiamo iniziato a lavorare a Another Me quasi cinque anni fa, sviluppando la sceneggiatura e cercando finanziamenti. Lo stesso è per il nuovo film, che si intitola Nobody Wants the Night. Abbiamo cominciato girando in Norvegia, poi in Bulgaria e ora a Tenerife (Isole Canarie). I protagonisti sono Juliette Binoche, Gabriel Byrne e Rinko Kikuchi, che ha già lavorato con me in Map…, ed è ambientato nel 1909; è la vera storia di Josephine, la moglie di Robert Perry, l’uomo che scoprì il Polo Nord.

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(Tradotto dallo spagnolo)

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