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Marc Vandeweyer • Direttore generale di Cartoon Movie

"C’è una diversità straordinaria”

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- Marc Vandeweyer, direttore generale di Cartoon Movie, svela le tendenze della 17ma edizione

Marc Vandeweyer  • Direttore generale di Cartoon Movie

Appuntamento imperdibile per il montaggio finanziario delle coproduzioni europee di lungometraggi d’animazione, Cartoon Movie organizza la 17ma edizione a Lione, dal 4 al 6 marzo 2015. Abbiamo incontrato il direttore generale, Marc Vandeweyer

Cineuropa: Quali sono le tendenze di questa 17ma edizione di Cartoon Movie?
Marc Vandeweyer: Abbiamo riscontrato un inatteso aumento del 37% del numero dei progetti presentati. Poi cerchiamo di diluire la selezione tra progetti di film per bambini, per il grande pubblico, commerciali e altri che hanno un approccio molto più rivolto verso la storia o la politica. Anche quest’anno ci sono progetti i cui temi si avvicinano al film di fantascienza e che sono abbordati tramite l’animazione. Per esempio, Une vie chinoise, ambientato nel contesto della creazione della Repubblica popolare cinese del 1949, Jasia che parla dell’inizio della Seconda guerra mondiale, L'affaire Furcy a proposito della rivolta di uno schiavo sull’isola di Réunion, Nothing to Envy contenente testimonianze di nord-coreani che lottano per la sopravvivenza, The Radio che mostra la vita di bambini e adolescenti cileni sotto la dittatura di Pinochet, Fritzi a proposito del crollo del Muro di Berlino, Mister Wu che racconta gli avvenimenti accaduti sulla Piazza Tienanmen, Les hirondelles de Kaboul dal romanzo di Yasmina Khadra, e ancora The Tower sui campi profughi palestinesi. Anche la musica è presente all’appello con Truth about Simon Nino, in omaggio a Nina Simone, come anche i manga con Le sommet des DieuxI, adattato da Jiro Taniguchi.

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gli hanno aperto la strada. Tornando alla nostra selezione, ci sono comunque 42 film per bambini, che sono la maggioranza  rispetto ai 14 film per giovani e adulti. Quanto al 3D, i 24 progetti lo rendono abbastanza stabile. È la forza dell’Europa: le tecniche utilizzate, la scelta dei disegni, il contenuto delle sceneggiature.  C’è una differenza straordinaria. Il nostro compito è quello di dare carta bianca al mercato e di essere aperti a qualsiasi tipo di proposta, perché la ricchezza risiede proprio in questa diversità. C’è anche un vero e proprio rinnovamento con un terzo di nuovi produttori quest’anno per i progetti selezionati. Assistiamo anche al passaggio dalla fiction all’animazione da parte di produttori e di registi.

Qual è la geografia europea per la selezione del 2015?
La Francia è coinvolta al 40 % nella selezione. La Germania risponde con nove progetti e bisogna riconoscerglielo, perché erano anni che non si faceva sentire. Subito dopo troviamo il Regno Unito (con 4 progetti), ma ci sono anche dei progetti da parte della Repubblica Ceca, Estonia, Islanda, Lituania, Polonia (come ogni anno) e Serbia.  Per quanto riguarda la Spagna invece, quest’anno è meno presente, poiché il comitato di selezione non si è ancora pronunciato sui progetti presentati, in cui la qualità dei video era un po’ scarsa, mentre invece, la Spagna ci aveva abituati a un livello di animazione molto alto in questi ultimi anni: è curioso, sarà sicuramente una piccola svista.

Cosa ci dice dell’accresciuta concorrenza nelle sale per i film d’animazione?
La maggior parte dei film trovano un finanziamento e sono distribuiti, ma i risultati, per quanto riguarda la distribuzione, sono variabili. La concorrenza è forte da parte degli americani, che da qualche anno hanno reagito producendo un maggior numero di film d’animazione e occupando quindi più spazio. C’è anche la concorrenza europea, con un numero crescente di progetti portati a termine. Ma ci sono anche più film di fantascienza e documentari: è una tendenza generale. Ci sono due tipi di risposta. Entrano in gioco altri modelli di distribuzione e, in questo campo, l’Europa deve ancora trovare il suo posto per poter così distribuire i suoi film. A livello di distribuzione classica, essendoci poco tempo per il passaparola, bisogna agire alla svelta e con importanti risorse di marketing, bisogna usare le stesse armi degli americani: è l’unica possibilità e gli europei non hanno ancora il fisico per queste cose. Notiamo comunque che, per esempio in Francia, le major europee superano spesso il milione di ingressi. Poi ci sono sempre piccoli miracoli come Minuscule [+leggi anche:
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. Alla fine, tutto rientra nella formattazione dei film d’animazione sotto l’influenza americana: i film più riusciti sono quelli che usano il classico 3D in pieno stile Pixar, come se pubblico e genitori si sentissero più rassicurati da questa grafica. Una grafica artisticamente più elevata ha maggiore difficoltà a trovare un pubblico di riferimento. 

Qual è la soddisfazione più grande in quanto organizzatore di Cartoon Movie?
La cosa più importante è vedere che, ad oggi, l’animazione europea ha un suo posto nel mercato internazionale e che la produzione è cinque volte maggiore rispetto a prima della creazione di Cartoon Movie. La soddisfazione più grande è essere seguiti dal pubblico, anche se non è poi così automatico né facile dopo cinque anni. Sul lungo periodo, siamo passati da 20 a 200 milioni di spettatori per i film d’animazione: è grandioso. Per l’intera generazione di Goldrake e poi per quella dei videogiochi, l’universo dell’animazione è entrato a far parte del subconscio collettivo. Questo può presentarsi sottoforma di lungometraggio, serie televisiva o videogioco: non ha più importanza perché, quello che conta è la storia, non la tecnica. Vediamo dei film di fantascienza in cui c’è molta animazione, compresi i blockbuster americani, ma si tratta di un’animazione che va verso questioni e tecniche molto più ibride: tutto ciò contribuisce all’evoluzione delle mentalità in tutto il mondo. Ma ciò di cui andiamo veramente fieri è che al pubblico piacciono i film d’animazione. La difficoltà, da parte dell’Europa, è proprio quella di far capire che anche in Europa ci può essere un’offerta di qualità.

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(Tradotto dal francese)

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