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Stephan Komandarev • Regista

“La vita vera delle persone, non l’ennesimo film sul comunismo”

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- Ospite al Festival del Cinema Bulgaro a Roma, il regista bulgaro Stephan Komandarev ci ha parlato del suo ultimo film, Il giudizio

Stephan Komandarev  • Regista

Il regista, produttore e sceneggiatore bulgaro Stephan Komandarev è autore di numerosi film e documentari, tra cui The World is Big and Salvation Lurks Around the Corner [+leggi anche:
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, primo film bulgaro in lizza per le nomination agli Oscar nel 2010. Il suo ultimo lungometraggio, Il giudizio [+leggi anche:
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intervista: Stephan Komandarev
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, presentato all’8° Festival del Cinema Bulgaro a Roma (25-31 maggio), racconta il travagliato rapporto tra Mityo, rimasto vedovo e senza lavoro, e suo figlio Vasko, sullo sfondo della crisi economica e dei flussi migratori clandestini.

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Cineuropa: Che cosa l’ha spinta a raccontare questa storia?
Stephan Komandarev: Tra il 2002 e il 2003 ho cominciato a scoprire quest’area molto particolare a sud-est della Bulgaria, al confine con la Grecia e la Turchia, e vi ho girato tre documentari. Ho trascorso anni in quei posti e ho raccolto storie vere. La cosa che mi incuriosiva è che 25 anni prima, durante il comunismo, tanti bulgari, ma anche tanta gente proveniente da altri paesi ex comunisti come Germania Est, Ungheria, Cecoslovacchia, attraversavano quel confine, verso Grecia e Turchia, per trovare la libertà, e oggi lo stesso confine vede ogni giorno tante persone nella direzione opposta, desiderose di entrare, attraverso la Bulgaria, in questa cosiddetta terra promessa che è l’Unione europea.

Dai documentari è nata quindi l’idea del film…
Per me era importante mostrare la vita vera in quest’area della Bulgaria, dove la gente è molto povera. Sofia, la grande città, è completamente diversa. Questa invece è una delle aree più povere del paese, trovi villaggi abbandonati, chiese distrutte… Così, nel 2008, abbiamo cominciato a scrivere la sceneggiatura, ci sono voluti diversi anni, 12 bozze di script, il progetto ha partecipato a due programmi di sceneggiatura, uno in Polonia e uno in Grecia, e alla fine abbiamo fatto il film.

Il giudizio è una storia di immigrazione e di crisi economica, ma anche di riconciliazione di un uomo con suo figlio e con il suo passato. Come è arrivato a combinare tutti questi elementi?
Tutti i personaggi nel mio film sono reali, compresi i loro nomi. Anche la roccia chiamata “Il giudizio” esiste davvero, è al confine con la Grecia. La gente locale mi ha detto che ancora oggi è possibile trovare in fondo al precipizio ossa e oggetti di persone che sono stata buttate da lì. Per me era importante non fare l’ennesimo film sul comunismo, perché ne abbiamo già fatti tanti, credo che questo fosse il modo giusto per parlarne. E’ meglio mostrare come il comunismo e il passato influenzino la nostra vita. Parte dei nostri problemi sono connessi col passato, perché molte cose non sono cambiate. In questi 25-30 anni di transizione verso la democrazia, abbiamo visto al potere le stesse persone, o i loro parenti.

Nel film, è una finanziaria e il suo sistema spietato a spingere, per disperazione, il protagonista verso l’illegalità. Voleva sottolineare anche questo come parte del problema?
Ogni momento, in televisione, vedi le pubblicità degli istituti di credito: spingono la gente a chiedere prestiti. Ma la gente, soprattutto in periodi di crisi, non può ripagarli, e così perdono le loro case, tutto. Lo stesso accade in America e in tutta Europa, fa parte della società del consumo: prendi i soldi e usali ora, poi vediamo cosa succede. Volevo mostrare l’opposto, in tv vedi gente felice che chiede prestiti e compra cose, ma la realtà è differente. 

Pochi giorni fa è stato firmato a Roma un protocollo bilaterale di coproduzione cinematografica tra Italia e Bulgaria. Che cosa ne pensa?
Credo sia una cosa molto positiva. In periodi di austerità, quando la prima spesa a essere tagliata è quella per la cultura, le coproduzioni sono l’unico modo in Europa per sopravvivere. In Bulgaria abbiamo una legge del cinema che sta funzionando, il Bulgarian Film Center ha quattro sessioni annuali per le coproduzioni minoritarie, spero che in Italia la procedura sia altrettanto chiara.

Dove potremo vedere Il giudizio prossimamente?
Il film ha partecipato a diversi festival e ha vinto numerosi premi. E’ stato già distribuito in Bulgaria, e ora è nominato in tutte le categorie dei premi nazionali bulgari. Ha già una distribuzione in Germania, Grecia, Macedonia, Croazia, Francia, e a settembre sarà presentato nel Regno Unito al Raindance Film Festival.

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