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Wim Wenders

"Nel cinema voglio la vita vera"

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- Dopo tre film dedicati alla musica il regista tedesco girerà un western. Intanto, a Cannes presiede la Caméra d'Or

Wim Wenders, il più americano dei registi europei, il più apolide: una vita, e una carriera, sospese fra Stati Uniti ed Europa, sempre cercando confini della visione, città abitate dagli angeli, confini del mondo. Vive, adesso, fra Berlino e Los Angeles. "Degli Stati Uniti detesto le posizioni politiche dell'amministrazione Bush; ma ho imparato a separare la gente dal suo governo", dice. Così, accade che il penultimo film sia tedesco, su di un gruppo rock di Colonia. E che l'ultimo sia tutto americano. Un film sul blues, dodici battute da ripetere all'infinito, tre accordi addosso a cui buttare una voce, per raccontare il mondo. Il progetto è ambizioso: sette registi, fra i quali Clint Eastowood e Martin Scorsese, per raccontare il blues. Lui, Wenders, è il primo.

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"Martin Scorsese mi ha parlato del suo progetto cinque anni fa: ne sono stato subito entusiasta, perché – se spesso ho detto che il rock mi ha salvato la vita – è vero che il blues ha creato il rock. Dunque, devo la mia vita al blues, prima di tutto", dice Wenders, voce da studioso di astrofisica, occhiali presi a prestito da Bono degli U2. "Ho scelto di raccontare le storie di tre musicisti poco conosciuti, Blind Willie Johnson, Skip James e J.B. Lenoir, perché sono quelli che amo di più. E perché, facendo il film, ho potuto conoscere meglio la loro storia. Con questo film, concludo una specie di trilogia di B-movies, piccoli film sulla musica. Adesso non ne farò altri, perché si potrebbe pensare che riesco a fare soltanto quello. Sam Shepard ha scritto una storia, e io ne farò un film, nel quale lui sarà anche il protagonista. Si chiamerà Don't Come Knocking, e sarà un western del 21° secolo. Gireremo in Montana questa estate".

Wenders è anche presidente della giuria della Caméra d'Or a Cannes: "Voglio film traboccanti di storia, e non di effetti speciali. Voglio vita vera, e non stile. Ne ho abbastanza, del bello stile".

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