20/05/2003 - Il mito greco in chiave moderna: con l'enfant terrible del cinema francese l'oracolo cieco diventa un trans brasiliano a Parigi

Di Tiresia il mito greco ci racconta che fu donna, poi uomo e ancora donna. Bertrand Bonello - 35enne regista francese che torna a Cannes dopo l'apparizione nel 2001 alla Semaine de la Critique con Le pornographe - ha trasportato la mitologia nel quotidiano, trasformando l'antico oracolo cieco in un transessuale brasiliano della periferia parigina (leggi l'articolo di Fabien Lemercier). Un personaggio interpretato da due esordienti, Clara Chouveaux e Thiago Teles, scelti, dichiara Bonello "per il mistero dei loro visi: impossibile sapere di più di ciò che viene mostrato".
Maschio o femmina, non importa l'ordine: "due corpi troppo grandi, troppo magri, allo stesso tempo impalpabili e sensuali". Un film sul corpo, certamente, e sulla sua identità continuamente messa in discussione, oggi come tremila anni fa, ai tempi in cui Ulisse incontrava negli Inferi il vate tebano Tiresia. "Tutto passa per il corpo e il dolore - ammette Bonello -, il destino è una tragedia implacabile".
Anche ai nostri giorni? "La mitologia è nata in un mondo politeista, oggi l'oracolo del mio film, che vede il destino di chi lo consulta, si scontra contro il dogma della Chiesa".
Ed e' proprio un uomo di Chiesa, padre Francois (interpretato da Laurent Lucas), che si confronta con Tiresia. "Laurent Lucas interpreta anche l'uomo che acceca Tiresia nella prima parte del film perché i due personaggi sono opposti e simili: il primo un esteta che rapisce il trans per possedere il segreto della sua bellezza, il secondo un uomo spirituale, geloso del dono divinatorio ricevuto da Tiresia".
E' presente Pier Paolo Pasolini in questa scelta di rivisitare un mito greco? "Pasolini è un mio grande amore di gioventù. Soprattutto per la sua capacità di avvicinare la poesia alla realtà. Per questo nel 1996 ho preso una videocamera e sono andato in Italia per fare un documentario su di lui".