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Pablo Hernando • Regista

“Carlos Vermut mi rivelò come fare cinema libero”

di 

- Il secondo lungometraggio di Pablo Hernando, il thriller Berserker, di stampo indipendente, alternativo e libero, è stato presentato al Festival di Siviglia

Pablo Hernando  • Regista

Il secondo lungometraggio di Pablo Hernando, cineasta di 29 anni, il thriller Berserker [+leggi anche:
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, concorre in due sezioni del 12º Festival del Cinema Europeo di Siviglia: Las Nuevas Olas e Resistencias, data la sua natura indipendente, alternativa e libera.

Cineuropa: Nei titoli di coda di Berserker appare una lista di mecenati che hanno collaborato al suo finanziamento, tra cui Carlos Vermut.
Pablo Hernando: Abbiamo lanciato un crowdfunding per coprire i costi di post-produzione e tutti loro ci hanno messo dei soldi. Sono stato aiuto regista in Diamond Flash [+leggi anche:
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: è lì che ho conosciuto Carlos e ho visto che si poteva fare cinema senza dover aspettare e senza denaro. E’ stato lui a mostrarmi la via.

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Berserker sarà anche costato poco...
Sì, ho avuto molti favori e gente che ha lavorato senza compenso: forse ora li posso pagare. L’ho fatto con quello che avevo in mano, scrivere e pensare il film tenendo conto del cast, gli oggetti e le location, e fare il film con questo. Non mi piace parlare di soldi, perché credo che con il cinema low budget ci sia una sorta di pornografía nel vedere chi fa il film più economico. Non capisco perché nel cinema il pubblico tenga tanto in conto l’aspetto economico.

I dialoghi di Berserker sono piuttosto naturali e anche divertenti...
Eppure mi costa abbastanza scriverli, perché bisogna trovare l’equilibrio tra l’esposizione di dati necessari per l’intreccio e l’interesse che ci può essere nella naturalezza e in alcune battute o momenti drammatici.

Quanti giorni di riprese ci sono voluti per completare il film?
E’ stata una lavorazione molto lunga perché andava combinata con la vita lavorativa: io sono montatore e regista, faccio making of e video aziendali. Abbiamo girato in casa di Julián Génisson, l’attore principale: la occupavamo dalle sei alle otto ore al giorno, e lui incastrava il suo ruolo da protagonista con il suo lavoro di traduttore. Sono state riprese lunghe, lente e molto tranquille, poiché non avendo mezzi, era impossibile fare le cose velocemente. Facendo le cose lentamente puoi assicurarti che vada tutto bene, anche se si disperdono le energie e si accumulano le settimane. Abbiamo girato quattro settimane nell’appartamento e i flashback in giorni singoli, in totale 30 giornate di riprese con una media di meno di otto ore. E con una squadra ridotta: io alla cinepresa, un’assistente di produzione e il tecnico del suono. Mi sono occupato anche della sceneggiatura, montaggio e fotografia, ma è il modo per fare cinema in maniera libera e autonoma.

Il mistero, la fantascienza e la magia aleggiano sui suoi lungometraggi, da Cabás a questo Berserker...
La fantascienza mi affascina: sollevare il sipario della realtà e scoprire che dietro c’è una dimensione diversa. E una cosa molto succosa quando devi creare: mi piace molto come spettatore e come regista. Quello che sto scrivendo ora comincia come un film di genere di assassini e poi cambia improvvisamente, come se dietro ci fosse qualcosa di misterioso e diverso.

Ha già una distribuzione per Berserker?
Aspettiamo di vedere che cosa succederà dopo il Festival di Siviglia: se piace, se ci saranno offerte, ecc. Se non sarà così, pazienza, anche se vorremmo mostrarlo nei festival. Cabás non è uscito nelle sale, è stato visto solo alla Casa Encendida, a Madrid. In ogni caso, ci sarà sempre filmin...

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(Tradotto dallo spagnolo)

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