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Rasmus A. Sivertsen • Regista

"Al giorno d'oggi, dimentichiamo che in un disegno d'animazione l'aspetto visivo è fondamentale"

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- Cineuropa ha incontrato il norvegese Rasmus A. Sivertsen, regista del lungometraggio d’animazione Solan and Ludvig: The Big Cheese Race

Rasmus A. Sivertsen  • Regista

Il giorno di Natale, nelle sale norvegesi, esce Solan and Ludvig: The Big Cheese Race [+leggi anche:
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intervista: Rasmus A. Sivertsen
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, lungometraggio d’animazione del regista norvegese Rasmus A. Sivertsen, coprodotto da Maipo Productions e la società Qvisten Animation. Qvisten, che l’anno scorso ha festeggiato i suoi vent’anni, circa un mese fa è stata celebrata al Festival d’animazione di Fredrikstad, il più importante in Norvegia, con mostra, conferenza e retrospettiva dei cortometraggi. I precedenti film della serie, Solan and Ludvig: Christmas in Pinchcliffe [+leggi anche:
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intervista: Rasmus A. Sivertsen
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, ha avuto grande successo, prima in Norvegia con circa 900 000 spettatori, poi in Francia, con più di 150 000 entrate.

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Cineuropa: Solan, Ludvig, Reodor... ritroviamo dei personaggi avvincenti creati da Kjell Aukrust una cinquantina d’anni fa.
Rasmus A. Sivertsen: Sì, abitano tutti e tre a Flåklypa e questa volta sarà una tradizione sportiva ancestrale a opporli al villaggio di Slidre, dove vive un trio di “cattivi”, anch’essi presi in prestito dal buffo universo di Aukrust: l’umorista Olram Slåpen, Ollvar Kleppvold, che dirige una latteria, e il suo fedele assistente Emanuel Desperados, un gorilla incaricato di impastare il formaggio con i piedi, il che permette a Ollvar di vantarsi che nessuna mano umana lo ha toccato. Il primo ad arrivare al traguardo con un formaggio vincerà la gara.

Ci sono voluti tre anni per realizzare questo film.
Sì, post-produzione compresa e impostandoci scadenze ben precise a ogni tappa. Questa volta non abbiamo testato il film sul pubblico durante le riprese. Di contro, dopo che Karsten Fullu ha scritto sceneggiatura e dialoghi, abbiamo fatto dei video-storyboard con voce, musica ed effetti sonori, non solo immagini. Questo permette all’équipe tecnica di perfezionare fin dall’inizio le inquadrature, la scenografia, i movimenti della telecamera e di pianificare meglio le riprese. Un altro vantaggio: con i video, produttori, scenografo e regista possono parlare di coerenza, ritmo ed equilibrio e prevedere eventuali cambiamenti, prima di dare il via libera alle riprese.

Ha utilizzato gli stessi pupazzi?
Non proprio. Ho dovuto ringiovanirli un po’, perché erano un po’ stanchi dopo mesi di onorato servizio. L’armatura è la stessa e dopo l’imbottitura e la lucidatura erano pronti per lanciarsi in una nuova avventura. Anche questa volta abbiamo usato la tecnica dello stop motion (animazione in 3D). Alcune sequenze sono state delicate, perché abbiamo il pallino della perfezione. Ad esempio, per la scena in cui Solan esegue il lancio del martello, abbiamo passato ore a guardare alcuni atleti professionisti su internet per determinare con precisione il centro di gravità, le flessioni e i punti d’appoggio. Senza trascurare, nella stessa scena, le reazioni dei personaggi sullo sfondo.

È stato suo padre, Thor Sivertsen, anch’egli operante in questo settore, a iniziarla a quest’arte.
Sì, mi ha fatto scoprire i cartoni degli anni ’30, le opere Disney piene di comicità e immaginazione, vere pepite di circa sette minuti, che si vedevano nei cinema insieme ai cinegiornali prima dei lungometraggi. Il mio preferito resta La roulotte di Topolino, un classico del genere. È l’animazione in tutta la sua purezza, in tutta la sua essenza. Non è tanto la storia che conta, né i personaggi, ma i movimenti, la gestualità. Al giorno d’oggi, a volte dimentichiamo che in un disegno d’animazione l’aspetto visivo è fondamentale. Tendiamo a dare troppo spazio ai dialoghi.

Ancora un film con gli stessi collaboratori.
È una fortuna aver potuto lavorare tutti insieme fin dall’inizio. Arricchiti da questa nuova esperienza, l’équipe ne risulta più unita ed è già in preparazione un nuovo film d’animazione, con nuovi personaggi, questa volta provenienti dall’universo di Thorbjørn Egner, uno scrittore e illustratore norvegese molto popolare in Scandinavia. Prevedo di tornare a Flåklypa per una terza parte.

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(Tradotto dal francese)

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