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Luigi Cuciniello • Presidente ANEC

Per un cinema forte un sistema di sale efficace

di 

- Cineuropa incontra Luigi Cuciniello, il presidente dell'ANEC (Associazione Nazionale Esercenti Cinema)

Luigi Cuciniello  • Presidente ANEC
Luigi Cuciniello

La crossmedialità non è un nemico per Luigi Cuciniello, presidente dell’Associazione Nazionale Esercenti Cinema. “Anche se non possiamo ancora valutarne appieno né l’impatto economico né quello operativo, la pluralità di piattaforme è un segno di sviluppo, sul quale riflettere e aggiornare le nostre proposte”.

Cineuropa: Però la cronologia dei media va contro i nuovi modelli di fruizione.
Luigi Cuciniello: È tutto connesso: tempi, modalità di fruizione, prezzi e tipologia dell’offerta. Non c’è una difesa a priori delle ‘finestre’. Dev’essere chiaro che se un’opera viene proposta in tempi e modalità diversi e a pubblici diversi, deve avere un prezzo coerente con la qualità della proposta.

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Lo switch-off digitale delle sale italiane ha portato a una programmazione più redditizia?
L’offerta nelle sale riguardo alla programmazione si è molto allargata, perché oggi c’è la possibilità di vedere concerti, opere liriche, eventi sportivi. I contenuti alternativi in proporzione sono cresciuti molto, dopo un inizio che ha creato un po’ di confusione nell’offerta. La diversificazione delle proposte, adesso è diventata chiara al pubblico. E i risultati sono sempre più positivi.

La digitalizzazione ha richiesto un grande impegno. Cosa chiedete allo stato?
L’investimento per l’intervento di digitalizzazione è ricaduto quasi tutto sulle spalle degli esercenti. Poi c’è stato il recupero di una parte dell’investimento attraverso il modello della Virtual Print Fee (VPF) a seguito di un accordo abbastanza innovativo che è stato fatto con la distribuzione e la produzione.  Gran parte delle nostre strutture hanno dovuto far fronte con risorse limitate  a cambiamenti radicali, anche dal punto di vista organizzativo, gestione del personale e programmazione. C’è una tassazione iniqua, imposte locali che gravano sui cinema. Chiediamo dunque maggiore attenzione. Siamo in attesa di una riforma di sistema, e riteniamo che gli investimenti sulla sala siano stati penalizzati. Senza un sistema di sale forti non ci può essere un cinema italiano forte  e si indebolisce la componente socio-culturale in tutto il territorio nazionale. 

Lei ha sottolineato di recente il dato negativo della quota di mercato italiana.
La rivoluzione digitale ha portato anche a una maggiore facilità di produrre opere, sia nei tempi che nei costi. Abbiamo un’offerta sempre più nutrita di titoli, sui quali però l’investimento in media è sempre  più basso. Secondo noi occorre lavorare sulla qualità delle proposte, senza dimenticare l’omologazione dei generi: si girano al 90 per cento commedie.

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