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Camille Neel • Esportatore

"Gli acquisti sono concentrati sul marketing intrinseco del film"

di 

- Pezzi forti della line-up cannense e tendenze di mercato svelati da Camille Neel che dirige le vendite internazionali a Le Pacte

Camille Neel  • Esportatore

A pochi giorni dal Marché du Film del 69° Festival di Cannes (dall'11 al 22 maggio 2016), incontro con Camille Neel che dirige le vendite internazionali a Le Pacte, società di Jean Labadie. Un mercato che si annuncia sotto i migliori auspici per la struttura parigina che vende soprattutto tre film che saranno presentati alla Quinzaine des réalisateurs (After Love [+leggi anche:
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di Joachim Lafosse, The Together Project [+leggi anche:
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di Solveig Anspach e Endless Poetry [+leggi anche:
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di Alejandro Jodorowsky) e il documentario Wrong Elements [+leggi anche:
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di Jonathan Littell che avrà il suo debutto mondiale con una proiezione speciale della Selezione Ufficiale.

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Cineuropa: Le Pacte sarà dunque presente al Marché du Film con quattro titoli nelle varie selezioni del festival.
Camille Neel: After Love ha una precisione che ci ha convinto fin dalla sceneggiatura, gli attori sono di un'accuratezza sorprendente ed è un grande film con cui andremo molto lontano perché può parlare al mondo intero. Per quanto riguarda The Together Project, è davvero ammirevole che Solveig Anspach sia riuscito a completarlo prima della sua triste scomparsa, consegnando un film positivo, ingegnoso, giocoso, divertente e vivo. Per quanto riguarda Endless Poetry, siamo appassionati di Alejandro Jodorowsky, ci è piaciuta la sceneggiatura e siamo lieti di accompagnare questo film magico che sarà un bell'evento a Cannes. E poiché la line-up di Le Pacte ha come caratteristica l'eclettismo, abbiamo anche un documentario con Wrong Elements. È un genere che ci piace perché è anche il motivo per cui facciamo questo lavoro: cercare di mostrare al maggior numero di persone dei percorsi di pensiero, per mettere in luce chi ha qualcosa di intelligente da dire. Inoltre, la nostra line-up include anche Chez nous (This Is Our Land) di Lucas Belvaux (vedi articolo) le cui riprese sono appena iniziate e la cui sceneggiatura molto forte sarà disponibile per gli acquirenti, e il film dovrebbe essere pronto per Berlino per parteciparvi. Avremo anche come anteprima del mercato Le fils de Jean (A Kid) di Philippe Lioret e la commedia pazza Ouvert la nuit [+leggi anche:
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di Edouard Baer con Audrey Tautou, ​​senza dimenticare L'Outsider (The Outsider) di Christophe Barratier che distribuiremo il 22 giugno in Francia, e Orpheline (Orphan) di Arnaud des Pallières la cui sceneggiatura merita tutto il lavoro certosino che stanno facendo al montaggio e non vediamo l'ora di presentarlo.

Qual è lo stato d'animo attuale degli acquirenti?
Anche se ci sono eccezioni, naturalmente, sono meticolosi nelle loro scelte, riflessivi, con molti avanti e indietro... Quali che siano i territori, gli acquisti sono cauti, calcolati e incentrati sul marketing intrinseco del film. Per le pre-vendite perché ce ne sono, bisogna che il film abbia, prima ancora di essere visto, una certa quantità di marketing costituita dal nome del regista, degli attori, dal soggetto del film, da una selezione in un festival... 

Quali sono le tendenze per i diversi territori?
Dipende molto dai mercati e dalle line-up. Ci sono film che pensavamo di vendere meno e che abbiamo venduto ovunque, altri che credevamo molto esportabili e per cui abbiamo registrato meno vendite del previsto. Abbiamo effettuato un numero molto significativo di vendite negli Stati Uniti negli ultimi anni, ma da qui a trarre conclusioni globali... Vendiamo anche bene in Cina, dove non possiamo avere uscite massicce nelle sale e dove siamo ancora soggetti alla legge sulle quote, ma troviamo altri mezzi di trasmissione con il VoD e la TV: c'è un'economia che non è ancora alla portata di più di un miliardo di abitanti, ma esportiamo comunque molto sperando che serva al cinema che noi difendiamo e ci auguriamo di poter chiudere deal un po' più consistenti al più presto. Nel complesso, i prezzi si sono stabilizzati un po' ovunque nel mondo da due o tre anni, ma non siamo mai immuni ai salti mortali dell'economia come in Russia tre anni fa o in Brasile e in Argentina lo scorso anno. Poi ci sono di tanto in tanto delle guerre su alcuni film ed i prezzi salgono, ma raramente a livelli indecenti perché i distributori si fermano dopo un po' e perché cerchiamo di essere ragionevoli. 

Che cosa può dirci circa l'emergere delle piattaforme VoD?
Cerchiamo innanzitutto di trovare un distributore che faccia lo stesso nostro lavoro su ogni territorio, vale a dire una vendita "diretta". La frammentazione dei diritti viene in un secondo tempo. Possiamo avere interessi di attori multiterritoriali come Netflix, ma oggi mettono molte opzioni che non sempre si concretizzano... Poi, separare i diritti è molto più difficile da gestire in termini di vendite e di cronologie di "hold back" che dobbiamo avere nei diversi territori e anche in uno stesso territorio. Infine, da un punto di vista remunerativo, anche se il film inizia a decollare in un certo numero di Paesi come la Cina, ad esempio, non canto vittoria...

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(Tradotto dal francese)

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