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Thomas Stuber • Regista

Un mondo diverso

di 

- German Films ha avviato una collaborazione con il regista di A Heavy Heart per presentare un ritratto delle sue origini, abitudini e ispirazioni

Thomas Stuber • Regista

Da un posacenere, una colonna di fumo si alza dritta verso il soffitto, un lungo verme di cenere che pende da una sigaretta come se un bastoncino d'incenso fosse stato acceso per creare la giusta atmosfera. Gleis 8 è un pub in cui potrebbe trovarsi Herbert, il pugile poverissimo affetto da SLA protagonista del primo film per il cinema di Thomas Stuber, A Heavy Heart [+leggi anche:
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intervista: Thomas Stuber
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, uscito nelle sale in Germania a marzo. È un pub che trasuda un mondo ai margini della buona società, che puzza di alcool e fumo, dove gli uomini si accalcano: conducono vite marginali, solitarie e contemplative, con lo sguardo fisso nei propri bicchieri o, come invece fa il vecchio signore di fronte, curvati, con lo sguardo fisso sui binari, come se se stessero aspettando tutti un treno che li porti via e finalmente li sottragga da questa esistenza. 

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Il pub è perfetto per Thomas Stuber. C'è qualcosa di reale, qualcosa di manifesto a riguardo. Spesso viene qui con il suo amico e autore sceneggiatore, Clemens Meyer. Quando sono di ritorno da Lipsia reduci da eventi e prime cinematografiche, finiscono con l'andare al Gleis 8, entrando in quest'area di transito prima di rincasare, per farsi ancora un ultimo brandy. Durante le fasi più impegnative della sceneggiatura, a volte i due stanno seduti qui due o tre volte la settimana, parlando di film, del pezzo che stanno scrivendo attualmente o "semplicemente chiacchierando", come direbbe Stuber.

Tutti coloro che cercano di cogliere la visione del mondo di questo regista che ha frequentato la Filmakademie Baden-Württemberg dal 2004 al 2011 non possono perdersi Gleis 8. Osservare la vita di tutti i giorni. Non mostrare il bello in un modo che sia bello di per sé, ma scoprire il bello nell'essere marginale, senza cadere nel kitsch o ricorrere a romanticismi. "Vorrei rappresentare il cinema con un'ampia dose di pathos ed emozione, senza il bisogno di scomporre le cose", afferma Stuber. "Sono per la celebrazione del dolore, della tragedia e dell'emozione attraverso l'uso di immagini efficaci. Questo è quello che voglio vedere nei nostri cinema".

Il suo film A Heavy Heart è un melodramma che ci fa conoscere da vicino la storia di un uomo, in tutta la sua povertà, il suo pathos, la sua impotenza e disperazione, il suo isolamento, ma lo fa con tale tenerezza da farci provare grande compassione per questo pugile di Lipsia caduto in miseria (interpretato da Peter Kurth). Tanto che alla fine del film vorremmo quasi abbracciarlo.

Nonostante A Heavy Heart sia uno dei migliori lungometraggi di questi ultimi anni, non ha ottenuto l'attenzione dovuta da parte della Berlinale, ma è stato presentato prima al grande festival nordamericano di Toronto, dove ha ricevuto il plauso del pubblico, poi all'Hof International Film Festival in Alta Franconia. Le recensioni che hanno seguito la sua uscita nelle sale in Germania sono state davvero ottime. Più volte, nelle recensioni è stato affermato come questo regista emergente di Lipsia, che aveva vinto il Silver Student Oscar per il miglior corto in lingua straniera con il suo film d'esordio Of Dogs and Horses, rievochi Rainer Werner Fassbinder e i suoi melodrammi al maschile degli anni '70.

Thomas Stuber ne è rimasto sorpreso, poiché Fassbinder non è mai stato un modello a cui lui si è ispirato: “Qualcuno dell'Hollywood Reporter si è inventato quella storia con il mio stile alla Fassbinder dopo Toronto, e poi è stata letta e copiata da un critico qui. È così che è nata l'idea. Ma considero Douglas Sirk un regista molto più importante per me. Anche Fassbinder amava il suo lavoro. Quindi c'è un collegamento. Ciò che trovo geniale di Sirk, in un modo o nell'altro, è il fatto che si trovasse a Lipsia (dove è stato direttore artistico dell'Atles Theatre dal 1929 al 1935) quando ancora era Detlef Sierck. Poi gli fu impedito di lavorare. Fuggì in America e iniziò a farsi chiamare Sirk. Proprio come il mio pugile Herbert vuole farcela da solo e sogna di andare a Chicago".

Probabilmente potremmo rimanere seduti in questo pub di fronte al binario 8 per molto più a lungo. Ci sarebbe molto di cui parlare, ad esempio di quanto è difficile combinare una carriera da regista con il proprio desiderio di avere una famiglia (Thomas Stuber è appena diventato padre per la seconda volta), ma il mio treno è in partenza.

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(Tradotto dall'inglese)

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