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Marek Hovorka • Direttore del Jihlava International Documentary Film Festival

“Cerchiamo di essere la voce della regione”

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- Il direttore del Jihlava International Documentary Film Festival, Marek Hovorka, ha incontrato Cineuropa per parlare dell'edizione anniversario del festival e delle sue molteplici iniziative

Marek Hovorka  • Direttore del Jihlava International Documentary Film Festival

Marek Hovorka si è diplomato presso il dipartimento Documentary Film Studies alla FAMU e ha fondato il Jihlava International Documentary Film Festival insieme a quattro suoi compagni del liceo nel 1997; ha diretto il festival da allora. Cineuropa lo ha incontrato per parlare della 20esima edizione della manifestazione, che si svolge dal 25 al 30 ottobre.

Cineuropa: Il Jihlava Film Festival celebra il suo 20esimo anniversario. Perché ha deciso di celebrare l'occasione con il Manifesto di Jihlava (vai alla news)?
Marek Hovorka:
Viviamo in un'epoca particolarmente monotona. Riuscite ad immaginare i registi che fanno finire prematuramente il Festival di Cannes? O pubblicare manifesti contro le precedenti generazioni di registi, come quelli degli anni 70 e 80? Noi crediamo che i manifesti appartengano all'arte, e che siano importanti per l'auto-determinazione, per il dialogo e per chiarire una presa di posizione. Ecco perché abbiamo scelto il nome “Manifesto di Jihlava”. I film documentari hanno ancora spazio in televisione e possono sfruttare al massimo I suoi lati positivi, che siano accomodanti verso I registi oppure no. Ecco perché vogliamo che il cinema d'essay sia il cuore della selezione, in quanto è una categoria molto difficile dal punto di vista dell'autore, ed è esigente per gli spettatori e i co-produttori. Vogliamo mostrare come poter riunire film eccezionali in questa collezione and e quanto possano essere variegati i film d'autore.

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Ha apportato altri cambiamenti alla prossima edizione?
Quest'anno, abbiamo modificato la parte aperta del programma di settore per prendere in considerazione i professionisti dell'audiovisivo come personalità devote al cinema, non solo come rappresentanti di istituzioni. Allo stesso tempo, ci stiamo concentrando su questioni riguardanti lo sviluppo dei documentari e di come funziona una troupe cinematografica – come fanno a condizionarsi l'un l'altro? Il tema principale di quest'anno è anche un sondaggio futuristico che chiede se tra 20 anni, nel 2036, ci saranno ancora i documentari, e in che forma. Le domande e le risposte saranno pubblicate in un numero speciale della nostra rivista, a cui hanno contribuito Frederick Wiseman, Ulrich Seidl, Bill Nichols, Khavn De La Cruz e Luciano Barisone. Stiamo preparando grandi cambiamenti anche per la 21esima edizione. Dopo 20 anni, vogliamo fermarci e ristrutturare il festival, concentrandoci sui dettagli e decidendo cosa tenere e cosa eliminare.

Jihlava presenta inoltre formati di documentari meno convenzionali, per esempio nelle sezioni Doc-fi, Reality TV e Fascinations, e l'integrazione dei videogiochi come sistema di narrazione interattiva è un altro progresso e un tentativo di stare al passo coi tempi. Cos'ha portato a questa espansione?
Si, quest'anno offriremo ai nostri visitatori videogiochi che contengono documentari e altri aspetti istruttivi, per la seconda volta. Similmente al mondo dei videogiochi di oggi, il cinema degli inizi era considerato puro intrattenimento.Siamo convinti che presto il mondo dei videogiochi sarà in grado di produrre mondi artistici e paralleli simili a quelli che Michelangelo Antonioni o Federico Fellini hanno dato al cinema.

Jihlava collabora anche con l' Institute of Documentary Film (IDF). Su che attività precisamente?
Sono molto felice della nostra collaborazione con l' IDF: è un istituto che risponde ai più profondi bisogni dei professionisti dell'audiovisivo dell'Est Europa. Ecco perché per tradizione presentiamo l'ultima selezione di film dell'Europa Centrale o dell'Est all' East Silver market,o sono tra gli appuntamenti fissi dell' Ex Oriente Film workshop. Insieme all' IDF, inviteremo anche Mike Bonano , metà del duo attivista Yes Men. Tra gli altri ospiti di riguardo abbiamo la co-produttrice Britannica Rebecca O’Brien, i montatori Claire Atherton e Jacopo Quadri, e il regista Islandese Fridrik Thor Fridriksson.

Il Jihlava Film Festival supporta inoltre registi della regione di Visegrad tramite la Piattaforma d'Accelerazione Visegrad.
Fin dalle primissime edizioni, abbiamo pensato a Jihlava come uno spazio per collegare l'Europa dell'Est a quella dell'Ovest. Ecco perché ci concentriamo in vari modi su questa regione. Quest'anno, introdurremo istituzioni importanti per il cinema nazionale, e offriremo una riflessione sul cinema dell'Est Europa contemporaneo attraverso gli occhi della critica. Cerchiamo di essere la voce di questa regione, che è ignorata dal resto dell'Europa, e focalizza l'attenzione sul fatto che il buon cinema nasce da un background di qualità, con istituzioni funzionanti e una mentalità aperta. Il documentario è una sorta di antivirus artistico della società, e più esso migliora, più la società diverrà stabile.

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(Tradotto dall'inglese)

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