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Vassilis Mazomenos • Regista

"La crisi ha trasformato le persone in animali"

di 

- Lo sceneggiatore-regista-produttore Vassilis Mazomenos parla del suo nuovo film, Lines, presentato in anteprima mondiale nella Competizione Principale del Tallinn Black Nights

Vassilis Mazomenos  • Regista
(© BNFF)

Il film dell'acclamato sceneggiatore, regista e produttore greco Vassilis MazomenosLines [+leggi anche:
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, è stato proiettato in anteprima mondiale nella Competizione Principale del Tallinn Black NightsNisimazine ha incontrato il regista per parlare del film e del suo background professionale.

Nisimazine: Lei ha studiato Scienze Politiche; quanto ha influenzato il suo cinema il suo background in questo campo?
Vassilis Mazomenos: Ho studiato scienze politiche perché sono un essere umano politico. Credo che una persona senza conoscenza storica o opinione politica sia una persona a metà. La mia voglia di esprimere questo concetto, unita alla fantasia, mi ha reso regista. 

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I personaggi del film sono costretti a vivere situazioni estreme in cui devono prendere decisioni contro la propria volontà, come abbandonare la gente a loro cara.
Quando si vive in un vero inferno, la prima cosa da fare è cercare di fuggire, la seconda è reagire, e la terza è mettersi l'uno contro l'altro. Ora stiamo vivendo la terza fase: la crisi ha trasformato le persone in animali. 

Il design visivo del film è molto efficace e contribuisce molto alla storia accentuando l'atmosfera da incubo. Come ha pensato all'approccio visivo del film?
Scelgo sempre l'aspetto visivo dopo il tema del film, e non viceversa. Ogni volta, è la sceneggiatura che sceglie in che forma si esprimerà; altrimenti, il regista corre il rischio di diventare un formalista. In questo film, tutto è unito da scene notturne che comprendono campi lunghi in luoghi bui. La Grecia ha vissuto tempi bui come la notte durante tutti questi anni di crisi, quindi il design e la fotografia servono ad aumentare questa sensazione. 

Il film è diviso in sette capitoli; qual è quello che le sta più a cuore?
La storia a me più cara è The Farm perché il corpo umano esprime dolore, agonia e, soprattutto, il rapporto diretto con la terra. Gli effetti della crisi sul contadino fanno immaginare che il suo albero genealogico sia stato sradicato.

Cosa cerca in un buon film?
Prima di tutto, l'unicità del concetto; in secondo luogo, e soprattutto, una regia eccezionale. Tutti gli altri elementi (come recitazione, fotografia e musica) sono secondari a quelli fondamentali di cui sopra.

Lei è il fondatore e direttore della società di produzione Horme Pictures, che organizza anche lezioni di cinema per giovani registi e produce i propri cortometraggi. Cosa l'ha spinta a iniziare a insegnare e a sostenere i giovani registi?
Il motivo principale per cui insegno cinema da oltre dieci anni - all'inizio presso un'altra scuola di cinema privata, e ora alla Horme Pictures - è la mia ambizione di usare tutte le mie forze per aiutare i giovani registi a realizzare i loro sogni senza passare ciò che ho passato io quando ho iniziato a fare cinema. 

Ha nuovi progetti in cantiere in questo momento?
In effetti sì! Sto sviluppando il mio nuovo film, chiamato Guest, thriller drammatico sulla rivoluzione interiore di una donna.

In collaborazione con

 

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(Tradotto dall'inglese)

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