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Kim Hiorthøy • Regista

"Non credo all'abbandonarsi completamente in materia di creazione artistica"

di 

- Cineuropa ha incontrato il regista norvegese Kim Hiorthøy, che porta nelle sale del suo Paese il suo primo lungometraggio, The Rules for Everything

Kim Hiorthøy  • Regista

Il regista norvegese Kim Hiorthøy è un artista versatile, a dir poco eclettico nelle scelte: compositore, scrittore, grafico, fotografo, tra le altre cose, e spesso è lodato per la sua originalità, umorismo e audacia. Se ne ha una panoramica con la recitazione incantatrice e sorprendente del teaser di The Rules for Everything [+leggi anche:
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intervista: Kim Hiorthøy
scheda film
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, suo primo lungometraggio. Il film, prodotto dalla società Motlys, distribuito da Arthaus, è nato nell'ambito del programma Nye veier (Nuove rotte) proposto dall'Istituto norvegese del cinema. Questo programma ha come obiettivo principale stimolare i talenti emergenti, aiutarli a sviluppare e approfondire i loro progetti fornendo loro un sostegno finanziario, e accompagnandoli nella loro ricerca. 

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Cineuropa: Come ha preso forma il suo film?
Kim Hiorthøy: Sognavo da tempo di fare un film, ma senza l'incoraggiamento di Yngve Sæther, produttore di Motlys, non avrei osato lanciarmi in questa avventura. Il mio progetto si è ovviamente evoluto col passare del tempo. Ad esempio, inizialmente, Storm, il personaggio principale, era un ragazzo. A poco a poco è diventato ragazza, essendo più adatta alle esigenze della drammaturgia. Nel processo creativo di solito mi fido del mio istinto, della mia intuizione, ma un minimo di disciplina, rigore, era anche necessario poiché a Nye veier imponiamo piani dettagliati, scadenze precise ai diversi stadi di sviluppo. In generale non credo all'abbandonarsi completamente, al libero flusso di pensieri, in materia di creazione artistica. È una visione troppo romantica. La spontaneità non può essere vissuta totalmente, ci controlliamo più di quanto pensiamo. 

Ha avuto una partner di sceneggiatura, perché?
Ho avuto qualche dubbio in corso d'opera. Le idee erano lì, ma in realtà non riuscivo ad andare avanti. Ilse Ghekiere mi ha aiutato a sviluppare la sceneggiatura, a rendere l'insieme più dinamico. Collaborazione coinvolgente. 

La trama?
La storia, di per sé, potrebbe accadere ovunque. E non è legata a una particolare cultura. Siamo ai giorni nostri, in presenza di personaggi con i quali possiamo identificarci: la morte, le strategie di sopravvivenza, la vita e i suoi momenti divertenti, tutti conosciamo questi argomenti, più o meno.

Chi interpreta Storm, questa ragazzina ferita in cerca di coerenza?
Tindra Hillestad Pack. Lavorare con lei è stato più facile di quanto pensassi. Le davo qualche spiegazione, istruzioni soprattutto chiare e precise, ma la sua sola presenza era, a mio parere, più che sufficiente. Mi ha davvero impressionato. Le lingue del film sono l'inglese e il norvegese, poiché gli attori hanno origini diverse: Tindra è anglo-norvegese, Pavle Heidler croato, Ingrid Olava norvegese, Natalie Press britannica. Preciso che le facce degli attori sono nude, senza trucco, al naturale, come in un documentario. Di solito gli attori vogliono fare bella figura in tutti i sensi, li capiamo. Truccarsi per loro è proteggersi. Ma all'interno di un piccolo team, in una buona atmosfera, su un terreno familiare, possiamo sentirci a nostro agio anche senza trucco. 

Lei è stato il fotografo di registi ben noti, come Margreth Olin.
Vero, ma questa volta, per meglio dedicarmi alla regia, ho preferito affidare il ruolo di direttore della fotografia a Øystein Mamen, un esperto in materia; è stato, tra gli altri, il fotografo di Out of Nature [+leggi anche:
recensione
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intervista: Ole Giæver
scheda film
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di Ole Giæver. Lavorare con lui è stato molto gratificante. In generale, sono favorevole alla collaborazione, ai contributi esterni. Ho lasciato a ognuno la massima libertà, nell'ambito delle proprie competenze, ovviamente.

The Rules for Everything sembra insolito, diverso da ogni altro film.
Lo spero, me lo auguro. Mi piacerebbe che si notasse la struttura, il modo in cui, ad esempio, il primo e l'ultimo atto si incontrano, in una sorta di gioco di specchi. Questa simmetria, la si ritrova nei personaggi: si assomigliano al di là delle loro differenze. Si riflettono reciprocamente.

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(Tradotto dal francese)

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