email print share on Facebook share on Twitter share on LinkedIn share on reddit pin on Pinterest

Christine Dollhofer • Direttrice, Crossing Europe

"Andiamo ai festival per il fattore umano: tutto dipende dalle persone"

di 

- Abbiamo incontrato la direttrice di Crossing Europe, Christine Dollhofer, per discutere, tra le altre cose, del ruolo dell’evento all’interno del panorama festivaliero austriaco

Christine Dollhofer  • Direttrice, Crossing Europe

Christine Dollhofer è al timone del festival Crossing Europe di Linz, in Austria, fin dalla sua creazione: prima di questo incarico, ha ricoperto il ruolo di direttrice artistica di Diagonale, il festival del cinema austriaco. Con un occhio di riguardo riservato ai giovani autori, che nel quadro di questo evento rilassato e ben organizzato hanno la possibilità di presentare le loro prime opere, anno dopo anno Crossing Europe si è imposta come una vetrina di qualità, nella quale si vede sfilare il meglio del cinema continentale. Con Christine siamo andati alla scoperta delle più importanti novità di quest’ultima edizione, incentrata sulla questione delle politiche identitarie e su una società in tumulto, e abbiamo discusso di ciò che rende Crossing Europe un’iniziativa a parte, rispetto alle altre manifestazioni cinematografiche austriache. 

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

Cineuropa: Qual è stata, secondo lei, la più grande innovazione o il punto di forza nell’edizione di quest’anno?
Christine Dollhofer:
Per me, è stato il fatto di essere riusciti a riunire insieme cinque registi di grande fama per l’inaugurazione del festival: Yesim Ustaoglu, Vitaly Mansky, Anka e Wilhelm Sasnal, e Lucas Belvaux. Tutti sono venuti di persona a presentare i nostri film di apertura. Ci hanno mostrato un bello spaccato del cinema europeo, dalla Turchia fino alla Francia, passando per l’Ucraina e la Polonia. Ciascuno a proprio modo, questi film ritraggono l’Europa di oggi e l’insieme delle complesse questioni che la riguardano. Penso che la seconda novità sia stata il lancio quest’anno di un programma scolastico, che ha riscosso molto successo.

Quanto è ampia la squadra di programmatori del festival e in che modo procedono alla selezione di film che siano in linea con il filo tematico scelto per ogni edizione?
Sono in realtà la programmatrice principale del festival. Siamo un evento di medie dimensioni e il budget a nostra disposizione non è abbastanza elevato da poter assumere molti curatori di programma. Quindi, sono io la risorsa primaria: raccolgo le differenti idee e guardo molte pellicole nel corso dell’anno. Grazie ai miei altri incarichi – collaboro con San Sebastián in qualità di delegata di programma e lavoro per una società di distribuzione in Austria, come consulente commerciale – ho l’opportunità di partecipare a numerosi festival. 

Negli ultimi anni, un’ombra si è allungata sulla questione dei finanziamenti a Crossing Europe. Come vanno ora le cose in termini di fondi?
Le cose ora si sono stabilizzate. Il nostro budget si aggira intorno a 560.000€. Volendo confrontare questa cifra con altri festival austriaci, senza dubbio la Viennale ha molti più fondi, e così il festival del cinema nazionale Diagonale, che ottiene quasi 1,5 milioni di euro. Ma, fin dagli inizi, quasi tutti i nostri donatori principali sono stati attratti dall’idea di organizzare un festival di cinema europeo a Linz. La città è stata capitale europea della cultura nel 2009, particolare che ci ha aiutato a mettere in piedi l’evento. Dopo il 2009, chiaramente, è stato complicato mantenere stabile il budget. La manifestazione e le aspettative su di essa sono in continuo aumento, quindi vogliamo garantire ai nostri ospiti e al nostro pubblico un incontro di alto profilo professionale, completo di tutti gli elementi cui sono abituati.

In che cosa Crossing Europe è diverso rispetto agli altri due festival austriaci principali, la Viennale e Diagonale?
Rappresentiamo l’anello di congiunzione mancante tra il cinema mondiale e quello austriaco. La Viennale è un festival molto prestigioso e conosciuto di Vienna, con un programma che raccoglie pellicole di alto livello provenienti da tutto il mondo, mentre Diagonale è focalizzata sulle produzioni e coproduzioni nazionali, celebra l’industria cinematografica austriaca e comprende una variegata selezione che passa dai film di finzione ai titoli più sperimentali. Credo che un festival dedicato al cinema europeo mancasse qui in Austria, e mi piace l’idea di riempire questo spazio vuoto.

Avete intenzione di espandere la sezione di Crossing Europe dedicata all’industria con sessioni di incontri e altre iniziative?  
Penso che esistano in Europa già molti eventi ben organizzati e di successo dedicati all’industria, sarebbe dura competere. Non vedo la necessità di creare un’altra iniziativa del genere, anche perché apprezzo davvero il lavoro che stanno facendo i miei colleghi in altri festival. Inoltre, non voglio dividere il pubblico tra professionisti del settore e spettatori. Quando vado a un festival, per esempio, anzitutto voglio assistere alle proiezioni di film, ma poi devo dividere il mio tempo e i miei interessi, e mi dico che sarebbe anche carino partecipare a una di queste sessioni. Tuttavia, credo che l’attuale dimensione dell’evento sia molto piacevole, riesco ancora a incontrare tutti i miei ospiti almeno una volta nel corso dei sei giorni. Amo quindi anche questa idea di festival familiare in crescita. Come potete vedere nelle nostre sale, il 50% del pubblico è composto da semplici spettatori e il restante 50% da visitatori accreditati, operatori, giornalisti e curatori, e vorrei offrire delle scoperte a entrambi i gruppi. Mi piace creare un’atmosfera propizia all’incontro: tutto dipende da questo. La ragione per cui andiamo ai festival è il fattore umano, è tutta una questione di persone.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

(Tradotto dall'inglese)

Ti è piaciuto questo articolo? Iscriviti alla nostra newsletter per ricevere altri articoli direttamente nella tua casella di posta.

Privacy Policy