email print share on Facebook share on Twitter share on LinkedIn share on reddit pin on Pinterest

Philipp Leinemann • Regista

“Voglio intrattenere il mio pubblico tanto quanto metterlo alla prova”

di 

- German Films intervista Philipp Leinemann, che sta girando Das dritte Sterben, il sequel del suo film di successo The Kings Surrender

Philipp Leinemann • Regista
(© Bernd Schuller)

The Kings Surrender [+leggi anche:
recensione
trailer
scheda film
]
mi ha aperto molte strade”, dice Philipp Leinemann, ancora un po’ incredulo dell’impatto che ha avuto il suo secondo film, uscito nel 2014. “Molte offerte che mi sono state fatte facevano esplicito riferimento a quel film. Sebbene mi sentissi già un regista, The Kings Surrender mi ha sicuramente fatto affermare come tale”.

Leinemann non ha tutti i torti: è diventato super richiesto dalla première del suo film al Filmfest di Monaco nel giugno 2014. Dopo The Kings Surrender, il regista trentottenne ha girato l’episodio Police 110, che ha riscosso un ampio successo, ha diretto due film per la TV, Die Informantin e Der letzte Genosse, e ha fatto discutere con la serie in sei parti Tempel con Ken Duken nel ruolo di protagonista. Al contempo, ha lavorato alla sceneggiatura del suo nuovo lungometraggio, Das dritte Sterben, che ha da poco finito di girare con la star di The Kings Surrender Ronald Zehrfeld e Alexander Fehling nel ruolo di protagonisti (leggi la news).

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

Leinemann ritiene di avere un’innata attitudine per le storie poliziesche, che si prestano per analizzare il comportamento umano in relazione a scelte morali ed etiche difficili. È proprio questo ad aver fatto nascere in lui la voglia di raccontare storie. “Voglio trovare percorsi interessanti nella mente dei miei personaggi, ma allo stesso tempo voglio metterli in situazioni minacciose e ricche di suspense. Voglio intrattenere il mio pubblico tanto quanto metterlo alla prova e credo che i film di genere mi forniscano l’opportunità di raggiungere questo obiettivo”, spiega.

La prima cosa che Leinemann confessa quando lo si intervista è che non pensa a se stesso come un regista innato. Non ha una concezione romantica della sua professione. Ama invece gli aspetti pratici della realizzazione di un film e la sfida intellettuale e tecnica di portare una storia sullo schermo. E questo è assolutamente comprensibile data la sua educazione. “Vengo da una famiglia di ingegneri e per questo mi ero iscritto a ingegneria inizialmente”, dice Leinemann. “Ma già da ragazzino avevo anche iniziato a disegnare e a scrivere musica e suonare. Ero interessato a raccontare storie e a un certo punto ho realizzato che la produzione cinematografica poteva essere il modo migliore per soddisfare tutti i miei interessi. Ricordo di aver preso la telecamera di mio padre e di aver ricostruito Apocalypse Now. Distruggendo il giardino dei miei genitori”. L’ingegneria non era alla moda, la regia .

Leinemann ha frequentato una scuola di cinema a Monaco nel 2004 e sei anni dopo, per la sua laurea, ha presentato il suo primo film di media lunghezza, Transit, al Filmfest di Monaco, dove è stato insignito del Premio Produzione. Inutile dirlo, il film drammatico che mette in scena un disperato camionista che ha l’ultima possibilità di riscattarsi aveva già l’aspetto di un thriller ad alta tensione. Aspetto che diventa predominante in The Kings Surrender, una storia con una narrativa forte e fitta che racconta le conseguenze negative di un’operazione di polizia non andata a buon fine.

E Das dritte Sterben segue questa direzione, ma allo stesso tempo espande il focus. Cose più importanti bollono in pentola adesso. Prodotto anche questo da Walker & Worm, che negli ultimi tempi sta avendo grande successo, è un thriller che porta sullo schermo un agente segreto per conto del Federal Intelligence Service che si rende conto di non riuscire più a distinguere il bene dal male, cosa che lo pone in una posizione difficile. “Mi sono documentato moltissimo riguardo questo argomento che trovo estremamente affascinante. Ho fatto milioni di ricerche e ho cercato di essere il più meticoloso possibile e successivamente mi sono preso il mio tempo per trasformarlo in una narrativa ricca di suspense e, mi auguro, intelligente”, afferma Leinemann.

A giudicare dal modo in cui parla del progetto, non ne è solo molto preso, ma è anche molto felice per come sia andata la realizzazione delle riprese. “Non mi dispiace questo compito, ma è davvero diverso quando, lavorando al proprio progetto, si ha la possibilità di dare la forma che più ci piace”, spiega il regista. Ha appena iniziato a pubblicare il materiale. “Sono abbastanza meticoloso per quanto riguarda questo processo. Per quanto io abbia l’ossessione di fermare le inquadrature con il mio direttore della fotografia e di lavorare con i miei attori, è nella sala di montaggio che tutto prende forma – o no”.

Dobbiamo attendere il prossimo anno per vedere i risultati. Ma visto l’inesorabile successo di Leinemann, si può dire che vale la pena aspettare.  

In collaborazione con

 

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

(Tradotto dall'inglese da Giulia Gugliotta)

Ti è piaciuto questo articolo? Iscriviti alla nostra newsletter per ricevere altri articoli direttamente nella tua casella di posta.

Privacy Policy