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Vanessa Redgrave • Attrice, regista

“Voglio aiutare i rifugiati in qualsiasi modo”

di 

- La storica attrice britannica ci ha parlato della suo debutto come regista con Sea Sorrow, proiettato in occasione della 12a edizione della Festa del Cinema di Roma

Vanessa Redgrave  • Attrice, regista
(© Getty Images/Rome Film Fest)

Alla 12a edizione della Festa del Cinema di Roma, l’attrice britannica e attivista politica Vanessa Redgrave (Morgan: A Suitable Case for Treatment, Blow-Up), 83 anni, ha presentato un documentario sui migranti che cercano asilo in Europa. See Sorrow [+leggi anche:
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intervista: Vanessa Redgrave
scheda film
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, questo il titolo, segna il suo debutto come regista. Per le riprese del film, ha viaggiato in Grecia, Libano, Italia e a Calais e Londra. Tra le persone che difendono i diritti dei rifugiati nel Regno Unito ci sono attori del calibro di Emma ThompsonRalph FiennesDaisy Bevan e Simon Coates, il quale ha contribuito alla realizzazione del documentario con una scena da un’opera di Shakespeare.

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Cineuropa: Pensa che Sea Sorrow sia un appello all’umanità?
Vanessa Redgrave: Penso che i governi europei stiano commettendo un crimine. Gli ebrei furono sterminati perché molti Paesi europei si rifiutavano di accoglierli, solo circa 10.000 bambini vennero accettati. Abbiamo portato questo film allo Human Right Film Festival a Norimberga ed è stato fantastico vedere come la gente comune della Baviera stia aprendo le proprie case ai rifugiati. I giovani hanno mostrato di possedere grandi valori nel prendersi cura dei rifugiati. Questo grazie al lavoro di Angela Merkel, che ha affermato: “Non possiamo accogliere ulteriori rifugiati, ma abbiamo fatto bene a fare quello che abbiamo fatto”.

Tuttavia, sappiamo che il CSU in Baviera ha inviato la polizia a rastrellare i rifugiati afghani dalla scuole e dalle case dei cittadini, nel cuore della notte, per rimandarli in Afghanistan.

Dove ha girato Sea Sorrow?
Prima di tutto, alla mia età, non sarei riuscita a realizzare il film senza mio figlio, Carlo Nero. Si è occupato della produzione del film e mi ha aiutato con la sua creatività, senza parlare di tutto il tempo speso per organizzare le varie fasi di lavoro. Ha dato tutto se stesso per aiutarmi a rendere il film proprio come lo desideravo. Siamo andati nella Giungla di Calais l’anno scorso. Siamo anche stati in Grecia, Italia, Libano e a Londra.

Esiste nel Regno Unito un movimento a favore dell’accoglienza dei rifugiati?
Il nostro governo non ha dato risposte adeguate a questa questione. Tutto è sulle spalle di organizzazioni come Safe Passage. Stiamo facendo causa al governo perché sta infrangendo la legge e non tenendo fede alle promesse fatte a Lord Alf Dubs, che, da bambino, fu salvato dalla furia nazista grazie al “Kindertransport” nel 1939. Il governo britannico gli aveva promesso che 3000 minori non accompagnati sarebbero stati accolti, ma siamo ancora molto lontani da quel numero. Coloro che lavorano nella Giungla di Calais dicevano che molti erano così deboli e traumatizzati che non avrebbero potuto resistere in quel luogo. Il governo si augura che queste persone se ne vadano in maniera tale che non debba occuparsene. Un governo che inizia a fare questi pensieri rischia di comportarsi allo stesso modo con la sua gente e di assomigliare al fascismo.

La guerra, che ha vissuto da bambina, l’ha sconvolta?
Ovviamente, la mia prospettiva è completamente diversa da quella di un bambino che non ha mai conosciuto la guerra. Questo è uno dei motivi per i quali voglio aiutare i rifugiati in tutti i modi. So quanto la situazione che vivono sia sconvolgente e traumatica. Non si riesce a dormire, si trema. Insomma, si soffre. Abbiamo voluto ritrarre questo nel film. All’inizio del film, abbiamo voluto rendere il suono della bomba fortissimo per far percepire al pubblico quanto la guerra sia vicina e ci riguardi in tutti i sensi.

Da dove deriva la scelta di non usare musica nel film?
L’acqua è la nostra colonna sonora. Oggi, l’acqua ha un grande significato per via del cambiamento climatico. Questo cambiamento provocherà inondazioni sulle coste di tutto il mondo e, a causa di esse, ci saranno altri rifugiati da luoghi dove non c’è la guerra. Tutti confermano di sapere queste cose, ma vivono come se non esistessero. Capita spesso di trovare soluzioni inaspettate, così funzionano la vita, la natura e l’universo, ma, nel frattempo, dobbiamo aiutare chi è in difficoltà a partire da adesso.

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(Tradotto dall'inglese)

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