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Boris T. Matić • Direttore, Festival di Zagabria

“Stiamo evolvendo in linea con i nuovi trend dell’industria audiovisiva”

di 

- Il direttore del Festival di Zagabria, Boris T. Matić, ha parlato con noi della 15a edizione dell’evento croato

Boris T. Matić  • Direttore, Festival di Zagabria
(© Zagreb Film Festival)

La 15a edizione del Festival di Zagabria (ZFF), il più grande evento di cinema in Croazia, si terrà dall’11 al 19 novembre. Cineuropa ha intervistato Boris T. Matić, il direttore del festival, per parlare dell’idea alla base dell’evento, della sua sezione industry, che è in forte crescita, e del panorama croato.

Cineuropa: Ci dica qualcosa su come sceglie i film per il programma principale del festival e su come avete impostato la selezione quest’anno.
Boris T. Matić: L’unico criterio per il programma principale, oltre al requisito base secondo il quale i film devono essere opere prime o seconde, è il rispetto dei nostri parametri qualitativi. Ma l’edizione di quest’anno avrà una forte connotazione “attivista” rispetto alle edizioni precedenti. Sono due le ragioni alla base di tutto ciò: una è che i registi, in un mondo nel quale la democrazia è in pericolo, scelgono spesso di realizzare film socialmente impegnati, mentre la seconda riguarda direttamente la Croazia, un Paese in cui ci sono organizzazioni e soggetti che provano a sottrarre diritti ad alcune fette della popolazione. Quindi, nel programma principale, proietteremo film che tratteranno temi come il divieto di abortire, il diritto di voto delle donne, le comunità LGBT, l’immigrazione, le conseguenze della guerra, il disturbo post traumatico e le tradizioni islamiche.

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La vostra sezione industry sta inserendo sempre più programmi formativi all’interno delle sue ramificazioni.
Durante i primi dieci anni di questo festival, abbiamo organizzato molti seminari formativi e lezioni e abbiamo testato la sezione relativa alla ricerca per capire quale direzione avrebbe dovuto prendere. Cinque anni fa, abbiamo deciso di inserire tutte queste attività all’interno della sezione industry del Festival di Zagabria e abbiamo aggiunto nuove iniziative come il workshop My First Script, dove i giovani autori locali lavorano alle sceneggiature dei loro film di debutto. Quest’anno, chiuderemo il festival con il film bosniaco The Frog, sviluppato proprio durante un nostro workshop e del quale siamo estremamente orgogliosi. Al momento, altri progetti hanno appena finito le loro riprese o sono in corso di realizzazione. Inoltre, sappiamo che altri due film hanno ricevuto nei loro Paesi fondi per la produzione. 

Questa sezione del festival riguarda l’industria audiovisiva nel suo complesso, non solo il cinema. Lavoriamo anche con i videogiochi e con le serie TV. A partire da quest’anno, il programma Industry Youth! riunirà studenti di sei scuole della zona (una sorta di campus per talenti) che presenteranno i loro progetti di cortometraggio. Sarà agevolata in vari modi la fase di post produzione del film che risulterà vincitore.

Che ruolo ricopre, secondo lei, il Festival di Zagabria in Europa? Come vede il panorama dei festival in Croazia? C’è stato un momento in cui i festival erano più di 50 nel Paese…
Sono felice di poter affermare che il Festival di Zagabria è sempre più conosciuto in Europa e nel mondo e che stia evolvendo in linea con i nuovi trend dell’industria audiovisiva, restiamo comunque in prima istanza un festival cinematografico. La sovrapproduzione alla quale si è assistito in Croazia sta cominciato a spegnersi. Uno dei motivi è che, un paio di anni fa, è stato creato il Croatian Independent Cinemas Network, per permettere ai festival cinematografici di svolgersi nei cinema d’essai nel corso di tutto l’anno, tra cui il nostro Kino Europa.

Altra questione importante è quella dei fondi. Personalmente, non mi interessa il fatto che la Croazia abbia una serie di piccoli festival, ma dobbiamo distinguere i festival dai varietà a tema cinematografico e dalle settimane di presentazione di una specifica selezione di film. Un festival è un prodotto culturale. Come mi aspettavo qualche anno fa, quando è iniziata la “festivalizzazione” della Croazia, saranno solo i più significativi a resistere nel futuro. Credo che gli enti locali, se ne hanno l’interesse e le possibilità, farebbero bene a finanziare i festival a loro vicini e che i fondi del Croatian Audiovisual Centre debbano essere suddivisi in base a criteri più chiari e definiti, con maggiore attenzione e solo a quei festival che sono significativi per il pubblico e per l’industria.

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(Tradotto dall'inglese)

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