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Mercedes Grower • Regista

“Forse è un film per quegli strani primi appuntamenti”

di 

- La regista britannica Mercedes Grower ci guida alla scoperta della realizzazione di Brakes, il suo lungometraggio di debutto a bugdet estremamente ridotto

Mercedes Grower  • Regista

La regista britannica Mercedes Grower, che si è avvalsa della collaborazione dei suoi amici attori per realizzare il suo lungometraggio d’esordio no-budget, Brakes [+leggi anche:
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intervista: Mercedes Grower
scheda film
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, ha parlato con Cineuropa del film nelle sale nel Regno Unito.

Cineuropa: Brakes è un vero esempio di cinema di guerriglia, girato in tempi lunghi e dove gli attori sono suoi amici. Come è nato?

Mercedes Grower: Ho sempre parlato con i miei amici, alcuni di loro recitano nel film, di come sarebbe venuto bene un film sulla fine delle relazioni, cosa che succede a tutti in momenti difficili, strani ed esplosivi della vita. E poi, poco dopo, o anche cinque minuti dopo, quello che ci ha spezzato il cuore può addirittura sembrare divertente.

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Un film al contrario, dove le coppie si mettono insieme dopo essersi lasciate, come mai questa scelta?
Con il senno di poi, si vedono le cose in maniera diversa e specialmente gli inizi di una relazione. Un punto di vista più magico. Per questo motivo, ho pensato che fosse una buona idea raccontare delle storie a ritroso.

Non è un film da guardare con il proprio fidanzato o con la propria fidanzata, vero?
Cosa? Invece sì! È forse meglio guardare quegli sdolcinati film di Hollywood con il proprio partner? Non credo. Forse lei ha ragione. Forse è per quegli strani primi appuntamenti. Di fatto, la cosa divertente è che secondo una recensione è un film da vedere all’ultimo appuntamento.

Molto del film è improvvisato. C’era anche una sceneggiatura?
Non ho propriamente scritto la sceneggiatura. In realtà sono un po’ dislessica, più che altro ho scritto una storia. Dopo aver scritto la storia di ogni coppia, ho riunito le coppie di attori per chiedergli che cosa ne pensassero e ne abbiamo discusso. Non voglio scendere troppo nel dettaglio, ma ho dato agli attori solo una linea guida di cosa sarebbe dovuto accadere nella loro relazione. Quindi, conoscevo molto bene il contenuto di ogni scena, ma mentre le giravamo succedevano sempre cose nuove.

Ci sono tagli tra le varie immagini del film. Avevate varie cineprese che riprendevano in contemporanea?
Avevamo tre cinepresein funzione, potevamo quindi fermarci e ripartire e rivedere le scene per decidere se c’era qualcosa che non aveva funzionato e provare eventualmente qualcosa di diverso. Molto spesso, una camera riprendeva la scena mentre altre due erano focalizzate sui due attori, i quali non dovevano superare la linea. In questo modo, potevamo continuare a girare e tenere solo quello che ci andava bene. Ho usato volontariamente una MiniDV all’inizio perché sono folle e volevo creare un effetto vintage e brutale. Follia e brutalità che si ritrovano spesso quando una relazione finisce.

Come ha finanziato il film?
Nessun finanziamento all’inizio. Tutti hanno lavorato gratis. Ha aiutato il fatto di aver girato saltuariamente per uno o due giorni. Ho comunque poi provato a ottenere dei finanziamenti e, anche con il cast che ho avuto a disposizione, non sono riuscita a trovarli. In seguito, il produttore Judy Couniham si è aggiunto a noi e, insieme, abbiamo montato il film e siamo riusciti a inserirlo nel programma del Festival internazionale del cinema di Edimburgo. British Film Insitute ci ha premiato con i soldi della lotteria, una somma di 60.000 sterline, esattamente quanto ci serviva per coprire i costi del film. Siamo così riusciti ad andare in post-produzione e a completare al meglio il film.

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(Tradotto dall'inglese da Michael Traman)

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