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David Safarian • Regista

“Ci sono persone che riescono a mantenere il loro lato umano in qualsiasi circostanza”

di 

- Abbiamo incontrato il regista armeno David Safarian, che ha vinto i premi per il Miglior Film e la Miglior Attrice al Socially Relevant Film Festival di New York con Hot Country, Cold Winter

David Safarian  • Regista

David Safarian è nato a Erevan (Armenia). Nel 1983, si è diplomato presso il VGIK, l’Istituto nazionale della cinematografia di Mosca. Ha realizzato una serie di documentari, tra cui Odd, but Khokhlova (1986), che nel 1987 ha vinto il premio FIPRESCI al Festival di Mosca. Hot Country, Cold Winter [+leggi anche:
trailer
intervista: David Safarian
scheda film
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, il suo secondo film, racconta la storia di un uomo e di una donna che sono obbligati a vivere in condizioni quasi assurde nel bel mezzo di una crisi energetica. Il film ha vinto i premi per il Miglior Film e per la Miglior Attrice al recente Socially Relevant Film Festival di New York.

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Cineuropa: In poche parole, di cosa parla il film?
David Safarian:
Il film racconta la storia di un uomo e di una donna che vivono in condizioni difficili poiché l’Armenia sta attraversando un periodo difficile. Le persone perdono la loro umanità in tali situazioni devastanti. Il film mostra la vita di una piccola famiglia nella sua città natale, ma allo stesso tempo, è la descrizione di una grande parte della recente storia dell’Armenia che rappresenta l’intera nazione. 
Hot Country, Cold Winter è la seconda parte di una trittico. Il mio primo film, Lost Paradise, era per di più sulla natura, mentre questo film si focalizza sugli aspetti comportamentali delle persone. Il prossimo film sarà una favola. I tre film saranno davvero diversi, ma gli argomenti sono molto simili: come sopravvivere in situazioni difficili.  

Qual è stato il vero motivo che l’ha spinta a realizzare questo film?
Il motivo dietro a questo film ha un lato personale poiché mia moglie ed io abbiamo vissuto una crisi energetica pressoché totale. La città era del tutto buia e l’inverno estremamente rigido. Mentre eravamo in quella situazione, un parente è venuto dall’Inghilterra a farci visita nell’inverno del 1992-1993. Mi disse: “David, è divertente e incredibile. Se fosse successo in Inghilterra, le persone si sarebbero mangiate o uccise tra di loro. Sono qui da circa un mese. Come fai a sopportarlo? Qual è il tenore di vita in questa nazione?” Ho pensato che questo fosse un argomento da trattare nel mio film. Il personaggio del mio film dice che quando le condizioni di vita diventano terribilmente difficili, gli esseri umani possono cominciare a perdere il loro lato umano. Abbiamo provato e vissuto questa situazione per anni, ma siamo rimasti esseri umani. Il motivo è stato esattamente questo: ci sono persone che riescono a mantenere il loro lato umano in qualsiasi circostanza.

E’ stato difficile produrre questo film?
Sì, è stato davvero difficile, ma da un lato, ho apprezzato il suo essere difficile. Ho iniziato a scrivere la sceneggiatura dopo la caduta dell’Unione Sovietica, quando ogni cosa era stata fatta a pezzi. La mia consapevolezza della situazione è cambiata nel corso degli anni, credo avessi bisogno di fare un passo indietro per capiere veramente l’umanità di persone che hanno vissuto questo periodo.  

Come ha finanziato il film?
Ho ricevuto la mia prima parte di denaro dalla Hubert Bals Fund di Rotterdam nel 1993. Ho iniziato la produzione nel 2002, e dopo tre giorni di riprese, ho preso una pausa di tre anni e mezzo. In seguito, ho preso altre pause, per un totale di nove anni di pause. Apprezzo tutto davvero molto – i miei nuovi attori, i miei vecchi attori e la mia troupe – perché non è stato facile per me dipendere da loro per tutto questo tempo. Il principio della troupe è stato quello di essere sempre disponibili. E’ un grande regalo che hanno fatto al film, e questo mi dà molta forza per il mio prossimo progetto.

Come si sente dopo aver ricevuto i premi al Socially Relevant Film Festival?
Sono molto felice del mio premio e quello della mia attrice Yana Drouz. Ho chiesto ai miei protagonisti di vivere sulla propria pelle ancora una volta quel periodo difficile ed è stato doloroso per loro. Sono felice che questo premio mi sia stato dato a New York. Non dimenticherò mai la reazione del pubblico, su come abbiano apprezzato il film e reagito alle sfumature. Ciò significa che il film non si basa sulla storia dell’Armenia, ma che ha anche dei valori universali. E’ fantastico aver ricevuto il premio qui a New York, nel centro culturale più importante del mondo, dove uno dei miei precedenti film è nella sezione Circulating Film and Video Library del MoMa. Credo che possa essere importante per far arrivare lì anche questo mio nuovo film.

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(Tradotto dall'inglese da Francesca Miriam Chiara Leonardi)

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