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KARLOVY VARY 2018 Concorso

Olmo Omerzu • Regista

"Mi sono concentrato sui personaggi, che volevo usare come una sorta di mirino"

di 

- KARLOVY VARY 2018: Cineuropa ha parlato con il vincitore del premio per il miglior regista a Karlovy Vary, Olmo Omerzu, di Winter Flies e dell'approccio che ha adottato nel realizzare il film

Olmo Omerzu  • Regista
(© ČTK/Slavomír Kubeš)

Olmo Omerzu, di origine slovena e diplomato alla FAMU, ha presentato il suo ultimo lavoro, Winter Flies [+leggi anche:
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, nel concorso principale del Festival di Karlovy Vary ed è riuscito ad aggiungere un altro premio alla sua collezione di trofei, quello come miglior regista. La sua ultima proposta segna una leggera svolta rispetto ai suoi film precedenti, e il regista ne ha parlato con Cineuropa.

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Cineuropa: Winter Flies ruota attorno alle convenzioni del racconto di formazione già presenti nei suoi film precedenti. Che cosa la attrae in questo tipo di storia?
Olmo Omerzu
: In questo caso, non ho scritto io la sceneggiatura; è stato Petr Pýcha. Mi mandò la prima bozza perché aveva visto A Night Too Young [+leggi anche:
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e gli era piaciuto il mio lavoro con i protagonisti. E dal mio precedente film, mi ero un po' stancato di lavorare con attori giovani e non professionisti. Ma quello che mi piaceva della storia era il mondo dei bambini, e non avevo la sensazione che la sceneggiatura fosse scritta da un adulto da un punto di vista esterno. Ciò che mi ha davvero attratto del progetto è stato il fatto che con i miei lavori precedenti sapevo come sarebbero stati quei film; avevo tutto sotto controllo. Ma con questo, sapevo che le cose non avrebbero funzionato se non avessimo dato spazio ai giovani protagonisti. Ho lavorato come una sorta di curatore che aveva alcune cose pronte, ma non tutto. Possono esserci alcuni aspetti del genere di formazione in Winter Flies, ma mi sono innanzitutto concentrato sui personaggi, che volevo usare come una sorta di mirino, e la storia doveva essere basata interamente sul mondo dei bambini.

Quando dice che non ha scritto la sceneggiatura, l'ha comunque rivista a un certo punto?
Petr Pýcha, l'autore, ed io abbiamo lavorato sulla sceneggiatura insieme, nel senso che abbiamo ottimizzato la drammaturgia dello script. Ho voluto adottare un approccio diverso per questo progetto, lavorando più intensamente con le prove e l'improvvisazione, quindi ogni volta che mi veniva in mente qualcosa, chiamavo Petr per dirgliela e per parlare di come avremmo potuto inserirla nella sceneggiatura, perché volevo concentrarmi interamente su questi due ragazzi particolari e farli entrare pienamente nella sceneggiatura. In un certo senso, il film è anche un loro ritratto. Ma volevo anche catturare il tema del cameratismo tra questi due ragazzi che sono completamente diversi e come questo tipo di cameratismo sia possibile anche quando si hanno personaggi così diversi. Alla loro età, 12 e 14 anni, non ci sono etichette o barriere e il loro senso di libertà è molto più grande.

Lei descrive il processo creativo sul progetto come fluido. E’ questo il motivo per cui il titolo è cambiato più volte (Jackdaws on the Road, Zigi Zigi Boom)?
La prima versione della sceneggiatura si chiamava Jackdaws on the Road perché stavamo lavorando sul motivo delle taccole nel plot. Quello che trovo interessante nel titolo inglese, Winter Flies, è l'ambiguità. Da una parte, il titolo si riferisce alle mosche che svolgono un certo ruolo nella storia, e dall'altra sottolinea anche la stagione in cui è ambientata la trama. Tuttavia, l'ambiguità non è conservata nel titolo ceco, che si tradurrebbe come "tutto sarà". Questo è legato più al finale del film e si riferisce a quello che succederà ai ragazzi nell’arco di un paio d'anni.

Quando ha presentato il film, ha detto che tratta anche dell'omosessualità latente.
Non sono sicuro se fosse quello il termine corretto, ma quello che intendevo era la passione che provi per il mondo a quell'età, per tutto – la voglia di scoprire assolutamente tutto. La sessualità a quell'età non comporta alcun tipo di tabù. In parte, è anche formata dalle cose che i giovani sentono; è il prodotto dei commenti macho che i ragazzi fanno. Alcune tendenze sessuali compaiono – alcune eterosessuali, altre omosessuali – quindi è una sessualità informe. E questo è ciò che mi interessava: scoprire la sessualità come qualcosa di nuovo.

Sta già lavorando al suo prossimo film?
Petr Pýcha ed io abbiamo scritto un cortomeraggio, di circa 30 minuti, che gireremo a gennaio. Stiamo anche completando la sceneggiatura di un progetto chiamato Admin che abbiamo già in sviluppo e che vorremmo iniziare a girare l'anno prossimo.

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(Tradotto dall'inglese)

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