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SAN SEBASTIAN 2018 Concorso

Simon Jaquemet • Regista

"Mi interessa esplorare personaggi che sono in guerra contro loro stessi"

di 

- SAN SEBASTIÁN 2018: Abbiamo parlato con il regista svizzero Simon Jaquemet del suo secondo atteso lungometraggio The Innocent, proiettato in concorso al festival

Simon Jaquemet • Regista
(© Alex Abril / San Sebastián International Film Festival)

Presentato in prima mondiale al Festival di Toronto e successivamente in competizione al Festival di San Sebastián e al Fantastic Fest di Austin, The Innocent [+leggi anche:
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del regista svizzero Simon Jaquemet, un film forte e complesso attorniato da un alone di mistero, ci trasporta in un mondo parallelo dove misticismo, sperimentazioni scientifiche e violenza fusionano per poi esplodere.

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ma anche nel tuo ultimo The Innocent, metti in scena dei personaggi che covano dentro di loro dei sentimenti forti, estremi che finiscono per logorarli ed esplodere. Da dove viene quest’interesse per il lato oscuro degli esseri umani?
Simon Jaquemet
: Non so, forse è solo il fatto che questo genere di personaggi mi interessa. In Chrieg è un ragazzo represso che si ribella e per The Innocent è una donna che svela il suo lato nascosto. Sono entrambi dei personaggi che mi affascinano, personaggi che nascondono dentro di loro un mondo segreto. Mi interessa esplorare questo genere di sentimenti, espressi da personaggi che sono in guerra contro loro stessi. Forse è un tratto tipicamente svizzero, essere molto educati e tranquilli fino al limite estremo, fino alla rottura e all’esplosione. Per lunghi periodi in Svizzera il tempo sembra essere perennemente grigio, nuvoloso. Tutto ciò crea un’atmosfera molto interessante, esteticamente seducente. Cinematograficamente mi interessa esplorare questa zona grigia. Durante questi periodi d’oscurità si risente la voglia di partecipare a cerimonie religiose o sperimentare esperienze di "smarrimento" quasi miracoloso.

Per un lungo periodo, mentre scrivevo il film, facevo delle ricerche in differenti chiese. In certe andavo molto spesso, in cerca d’ispirazione. Ero visto come una specie di ospite ma partecipavo realmente alle cerimonie religiose. Ad un certo punto ho voluto incontrare alcuni membri, intervistarli. Mi sono intrattenuto anche con vari preti. Ho avuto una lunga discussione con qualcuno che è realmente membro di una chiesa evangelica e che ha visto il film. Malgrado il fatto che fosse critico nei confronti del film, non era completamente contro, non lo considerava come offensivo. Al contrario lo descriveva come interessante. Molte cose sono a suo parere accurate. 

The Innocent è un film difficilmente catalogabile: horror, fantascienza, dramma, thriller…E una scelta cosciente quella di andare oltre le barriere di genere?
Scrivendo il film non mi sono posto questa domanda. Non è una scelta cosciente, anche se durante il montaggio mi sono reso conto che la storia prendeva una piega horror. A livello delle referenze cinematografiche, delle similitudini, forse potrei citare il film Thelma [+leggi anche:
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di Joachim Trier. Non è assolutamente un problema che il mio film sia catalogato come fantastico, ne che sia selezionato per esempio al Fantastic Fest di Austin. Al contrario, è qualcosa che incoraggio. I festival di cinema fantastico sono molto aperti alla sperimentazione e questo mi piace molto. Per certi spettatori è forse più facile abbordare il mio film pensando sia un thriller. Se dovessi descriverlo userei il termine "slow thriller".

Gli attori di The Innocent sono estremamente credibili e toccanti, come hai lavorato con loro?
Per me il casting fa parte integrante del processo creativo. Se il cast è azzeccato allora la metà del tuo lavoro in quanto regista è fatto. Mi sono concentrato molto sul casting, con il sostegno di Lisa Olàh. Come per Chrieg, volevamo degli attori professionisti ma anche degli attori non professionisti. Judith Hoffmann è chiaramente un’attrice professionista ma per esempio l’attore che interpreta il suo amante è realmente un uomo che ha passato lunghi anni in prigione. Senza svelare troppo del cast, posso dire che anche uno dei fanatici religiosi del film fa realmente parte di una chiesa evangelica. Spesso durante il casting faccio già ripetere più volte gli attori e questa è una sorta di "pre ripetizione" ancora prima di cominciare le riprese. Cerco di ripetere con gli attori il più possibile. Per Chrieg le ripetizioni sono durate 2, 3 settimane. Cerco anche di girare il più possibile in ordine cronologico. Gli attori possono in questo modo evolvere con i personaggi.

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