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DIAGONALE 2019

Nikolaus Geyrhalter • Regista di Earth

"Earth può essere visto come una descrizione dello stato delle cose, ma anche come una critica fondamentale della civiltà"

di 

- Nikolaus Geyrhalter parla del suo documentario più recente, Earth, che è stato proiettato al Diagonale dopo aver gareggiato nella sezione Forum della Berlinale di quest'anno

Nikolaus Geyrhalter  • Regista di Earth
(© Simon Graf)

Abbiamo parlato con Nikolaus Geyrhalter, il cui film più recente, Earth [+leggi anche:
recensione
trailer
intervista: Nikolaus Geyrhalter
scheda film
]
, esplora il fatto che gli esseri umani stanno influenzando fisicamente e plasmando il pianeta più della natura stessa. Dopo aver partecipato alla sezione Forum del Festival di Berlino di quest'anno e aver vinto il Premio della giuria ecumenica, il film ha avuto la sua prima austriaca al recente Diagonale.

Cineuropa: Cosa l’ha portata a fare un film su questo argomento?
Nikolaus Geyrhalter: Un gran numero di studi sono stati condotti su questo tema, e sono giunti tutti alla stessa conclusione: che dall'inizio di questo secolo l'uomo ha spostato più terra della natura. Volevo osservare questo più da vicino per un po’ di tempo: dove capita, come succede e, anche, che aspetto ha, tecnicamente. Si tratta di operazioni immense a cui non è possibile accedere facilmente. L'idea era di cercare luoghi dove viene spostato molto materiale, dove si potesse effettivamente vederlo e sentirlo. 

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Come ha deciso l'ordine in cui i siti di scavo e di estrazione avrebbero dovuto essere presentati nel film?
È stato un processo lungo. Giro sempre un po’, monto il materiale, e poi continuo a cercare – in questo modo, le cose continuano ad aggiungersi e la direzione diventa più chiara. La decisione riguardo all'ordine in cui sarebbero stati mostrati non è stata presa in un momento specifico; ha comportato un lungo processo.

Lei è stato attivo nel campo del cinema documentario per molto tempo. Quanto di ciò che accadrà realmente durante le riprese è in grado di prevedere?
Si può prevedere molto, sì, ma bisogna assolutamente rimanere aperti all’imprevisto. Il previsto ti aiuta su piccola scala, a decidere in modo più efficace dove posizionare la videocamera. Ciò che non puoi prevedere è il modo in cui una location si svilupperà, il modo in cui le interviste si evolveranno e si dirameranno, e quindi, quello che potrai fare con tutto ciò. È bello avere alcuni parametri entro cui vuoi che il film vada e sapere quali sono le tue aspettative, ma allo stesso tempo, devi rimanere aperto a tutto ciò che potrebbe venire sulla tua strada. Perché i risultati iniziali non bastano. Dobbiamo anche tenere il passo perché tutto cambia continuamente e diventa più complesso.

Il suo film trova un equilibrio tra l'attenzione che rivolge al tema più ampio e quella che dedica a ciascuno degli intervistati. È stato importante per lei raggiungere questo obiettivo?
Sì, perché se guardi solo l'immagine più grande, non puoi avvicinarti ai dettagli, e se guardi solo l'immagine più piccola, non riesci a vedere le maggiori implicazioni. L'idea era di confrontare e mettere in contrasto i due. In Earth, per prima cosa vedi queste enormi procedure che coinvolgono grandi macchine, ma sono le persone che le controllano, e sono loro che riflettono su ciò che sta accadendo. I due non possono essere separati. Stranamente, alle persone che fanno questo lavoro non viene mai chiesta la loro opinione a riguardo. Non li si vede mai davanti a una videocamera.

Non cerca di presentare una gamma di opinioni diverse nel film.
No, certo che no; non sto facendo un sondaggio. Ho la mia opinione sull'argomento, naturalmente; c'è un elemento di critica che non viene presentato direttamente, ma che può essere percepito. Ma la mia opinione non è così importante. Per me è più importante lasciare che il pubblico formi la sua opinione. Si può ovviamente incoraggiare lo spettatore a farsene una. Quindi, il film ha un obiettivo, un significato e una certa direzione, ma il pubblico deve scoprirlo da solo.

Come ha deciso il titolo?
È bello, vero? Voglio dire, ha un doppio significato, che è giusto. Da un lato, il film parla di terra su scala ridotta. Da un'altra parte, si tratta di molto più di questo, e puoi vederlo come un film più grande che affronta molti argomenti. Può essere visto come una descrizione dello stato delle cose, ma anche come una critica fondamentale della civiltà.

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(Tradotto dall'inglese)

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