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ZURIGO 2019

Jonas Alexander Arnby • Regista di Suicide Tourist

"Volevo fare un film sull'amore"

di 

- Passeggiando per Copenaghen, Cineuropa ha parlato con il regista danese Jonas Alexander Arnby del film proiettato a Zurigo e Sitges Suicide Tourist

Jonas Alexander Arnby  • Regista di Suicide Tourist

Fresco del passaggio al Festival del cinema di Zurigo e a Sitges, Suicide Tourist [+leggi anche:
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vede Max (Nikolaj Coster-Waldau) nascondere segreti che cambiano la vita alla sua compagna (Tuva Novotny) e scoprire un luogo insolito mentre cerca un cliente: lo sperduto Hotel Aurora, che offre qualcosa di diverso rispetto alla colazione inclusa. Abbiamo parlato con il regista del film, Jonas Alexander Arnby.

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Cineuropa: La cosa più sorprendente del film è stata, diciamo, la sua modestia. Tutto è così sobrio, dalla performance di Nikolaj al modo in cui si sviluppa la storia.
Jonas Alexander Arnby: Tratta di molte cose, ma anche di un uomo che cerca di controllare tutto nella sua vita – anche la sua dipartita, se vogliamo. Ecco perché ha deciso di andare in questo hotel. Le espressioni di Max dovevano essere molto minimaliste, però una volta che si traducono in un comportamento umano normale, significano molto di più. Tutta questa necessità di controllo si manifesta anche nei suoi baffi puliti, la montatura d’acciaio che gli si adatta perfettamente e un'acconciatura impeccabile. Non si può avere un uomo con la barba di due giorni. Quindi sì, mi sono preso la libertà di cambiare un po’ Nikolaj [ride]. Già nel mio primo film, When Animals Dream [+leggi anche:
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, bisognava leggere tra le righe. È quello il momento in cui la storia vera inizia a svolgersi.

Sono contenta che lei abbia tirato fuori quel titolo, perché sembra che lei prenda tutti questi tropi di genere e, invece di andare oltre, si tiri indietro. Perché?
Con quello, guardandolo dal punto di vista del genere, stavo girando un film sui lupi mannari. Ma non mi piacciono neanche tanto! O meglio, pensavo: “Come diavolo faccio a fare un film sui lupi mannari? Un film in cui tutto è motivato dalla psicologia e dall’emozione, con il tipo di lupi mannari che interessano a me?”. Così, volevo solo fare un film sull’amore. Anche sulla vita, ma soprattutto sull’amore, che era spaventoso. Non sapevo come farlo!

Non ti aspetti che sia una storia d’amore, eppure è una delle più toccanti che abbia visto da molto tempo.
Questo mi riporta a quello che ho detto prima, perché come si fa a creare una scena tra due persone che comunichi molto senza dire in realtà troppo? Nel tipo di film che voglio fare, non dovrebbero esserci troppe risposte precise, è meglio suscitare la curiosità di ognuno. Quello che è stato difficile è avere queste due persone che affrontano dilemmi diversi, sedute una di fronte all'altra. Renderlo sobrio ma comunque coinvolgente. Si può avere un uomo che nuota in un lago ghiacciato o che corre giù per le scale, ma queste sono solo tecniche da scuola di cinema. Si riduce a qualcosa di molto elementare, che è il lato emotivo di tutto questo.

Tutta questa idea del “turismo dell’eutanasia” è ancora controversa, quindi oltre a parlare della trama, la gente è destinata a parlare anche di questo. Aveva qualche sospetto a riguardo?
È importante, ma non credo che sia così importante per questo film. Stavo cercando di farne un film più incentrato sulla vita. O sull’amore, sulla tragedia umana o sul controllo, non sul suicidio assistito. Questo hotel ovviamente non esiste, e lo uso come strumento drammatico. Naturalmente sapevo che queste domande sarebbero sorte, ma la maggior parte delle persone con cui ho parlato sembrava capire che non è l’argomento principale.

Conosco Nikolaj, e speravo che lo trovasse interessante anche lui, arrivando a interpretare un personaggio completamente diverso da qualsiasi altra cosa abbia fatto. Non mi sono mai avvicinato a nessun altro. Appena terminata la prima stesura, Nikolaj, Rasmus [Birch] e io siamo diventati un unico organismo vivente. Lui è stato coinvolto fin dall’inizio, quindi non è stato tipo: gli è stata data la sceneggiatura e ha detto sì. Eravamo molto chiari sul tipo di persona che è Max, ma Nikolaj ha portato tutti questi “doni” al ruolo che lo ha reso completo.

Il fatto che questo film sia stato proiettato al Festival del cinema di Zurigo, e poi a Sitges, ha un senso. Pensa di continuare a cercare di combinare tutto questo, il meglio dei due mondi?
Sitges è un posto speciale, perché è lì che ho mostrato il mio primo film. La gente tende a pensare che il pubblico di genere sia di vedute ristrette, ma in realtà sono loro ad avere i gusti più ampi in fatto di cinema. Ho un debole per il genere, per tutti questi elementi fantastici. Penso che da questi film si possano ricavare degli strumenti incredibili per rendere la propria storia più intrigante.

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(Tradotto dall'inglese da Chantal Gisi)

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