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DOCPOINT 2020

Susani Mahadura • Regista di Kelet

"Una modella nera sulla copertina di una rivista è una persona nera che viene celebrata"

di 

- Cineuropa ha parlato con Susani Mahadura, la regista di Kelet, film vincitore del premio del pubblico al festival DocPoint di Helsinki

Susani Mahadura  • Regista di Kelet
(© Lina Tegman)

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, il preferito del pubblico al Festival del Documentario DocPoint di Helsinki, Susani Mahadura mostra il fantastico mondo di un’aspirante modella trans di colore, nata in Finlandia e cresciuta a Manchester. La vediamo alla ricerca della sua strada, seguendo l’esempio di Tyra Banks, e come lei, ricordandosi sempre di “sorridere con gli occhi”.

Cineuropa: Ci sono così tanti aspetti di Kelet. Come ha deciso di mostrare la sua vita?
Susani Mahadura: Una volta l’ho invitata al mio programma radiofonico [Mahadura & Özberkan]. Abbiamo parlato di uguaglianza e persone nere che vivono in Finlandia, e mentre stavamo trattando la diversità di genere, abbiamo realizzato che non avevamo mai sentito alcuna storia riguardo le donne trans nere. È così che abbiamo trovato Kelet. Mi sembra che al tempo avesse solo 19 anni, e dopo l’intervista, mi ha invitato al suo primo vogue ball. Quando l’ho vista uscire sulla passerella, con questa energia strabiliante, sono semplicemente rimasta a bocca aperta. In effetti, non è che io abbia deciso di girare un film su questo argomento, ho incontrato Kelet e qualcosa di lei mi ha suggerito che dovessi farlo.

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Secondo alcuni studi, la Finlandia è uno dei paesi più razzisti d’Europa. Ma Kelet non deve affrontare solo il razzismo, ma anche la transfobia. C’è tanto da discutere a riguardo. Come lei stessa dice nel film, ci sono posti in cui non può andare. Allo stesso tempo, e questo è ciò che la rende unica, vuole raccontare la sua storia per incoraggiare le persone – per mostrare che anche quando si attraversano tempi bui, si può comunque vivere in questa società nel modo in cui si desidera.

Il suo senso dell’umorismo di certo gioca un ruolo importante nella storia. Lo ha notato quando vi siete incontrate la prima volta, oppure è qualcosa che ha scoperto in seguito?
Quando ha partecipato al mio programma, era la sua prima intervista di sempre, quindi all’inizio manteneva una sorta di scudo protettivo. Pensa spesso al modo in cui le persone la percepiscono e interpretano la sua storia. Ma quando ho iniziato ad andare ai vogue ball, mi sono accorta che questa comunità, insieme alla sua amica Lola, sono la famiglia che le dà sicurezza. Ho iniziato a conoscere un lato diverso di Kelet: divertente e anche esilarante. Ci sono stati momenti in cui sono dovuta scappare via e nascondermi dietro all’angolo per non rovinare lo show con le mie risate, anche il mio cameraman era in difficoltà a tenere la camera, tremando molto forte. Una volta che siamo riusciti ad entrare nel suo safe space e una volta che ci ha conosciuti, ci ha mostrato tutti questi aspetti di sé, che ho trovato incantevoli.

Con la scena vogue, è qualcosa che le persone accettano più facilmente, anche grazie alla serie televisiva Pose, per esempio? Sebbene gli attori stessi lamentino la mancanza di diversità in Finlandia?
Quando abbiamo iniziato, era ancora un ambiente ristretto in Finlandia. Come le ragazze affermano durante il film, erano le sole donne trans e le sole persone di colore. Ma una volta che inizi a riflettere sulla nascita della cultura del ball e su chi gli ha effettivamente dato vita, è chiaro che sono state le persone nere della comunità LGBTQ! Per Kelet e Lola è importante informare la gente su questa storia. Ora, pian piano, è diventata più popolare, e la scorsa estate, Kelet e Lola sono state invitate a esibirsi a un grande festival finlandese. Credo che ciò significhi che qualcosa sta cambiando.

Ci mostra una persona con un sogno particolare: diventare una modella. Il che è comprensibile, poiché è sorprendente che le agenzie non la stiano ingaggiando ovunque. Ma cosa è che attrae di questo mondo?
Quando era ancora una bambina, e viveva in Finlandia, praticamente non c’erano persone nere. Non c’erano per strada, sulle riviste o nei film, e ciò ti fa chiedere “avrò mai delle opportunità in questa società?”. La prima volta che Kelet ha visto una modella nera sulla copertina di una rivista, ha visto una persona nera che veniva celebrata – nonostante continuasse a sentirsi dire che la sua pelle non era del colore giusto. Così è andata in libreria alla ricerca di altro, trovando Naomi Campbell e Iman – bellissime e influenti donne nere. Per come la vedo io, è da lì che è nato questo impulso: la spinta per diventare una modella, per avere potere ed esser vista. Credo che questo sia ciò che ha sempre voluto.

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(Tradotto dall'inglese da Chiara Morettini)

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