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EURO FILM FEST

Elisabetta Ferrando • Responsabile attività educative e culturali, Mostra di Venezia, Giffoni Film Festival

"In un festival vivi il cinema"

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- Elisabetta Ferrando lavora come responsabile di progetti educativi e culturali per la Mostra del cinema di Venezia e il Giffoni Film Festival (Arca CinemaGiovani), ed è consulente di educazione cinematografica per il Biografilm Festival (Biografilm School)

Elisabetta Ferrando  • Responsabile attività educative e culturali, Mostra di Venezia, Giffoni Film Festival

Elisabetta Ferrando lavora come responsabile di progetti educativi e culturali per la Mostra del cinema di Venezia e il Giffoni Film Festival (Arca CinemaGiovani) ed è consulente di educazione cinematografica per il Biografilm Festival (Biografilm School). Ha parlato del suo lavoro con noi.

Cineuropa: Può parlarci del ruolo che ricopre nei festival in cui lavora?
Elisabetta Ferrando: Mi prendo cura degli aspetti educativi e culturali, proponendo progetti e seguendone il loro sviluppo in diversi contesti. Per esempio, alla Mostra del cinema di Venezia, al Giffoni Film Festival e al Fiuggi Film Festival ho collaborato con un'associazione culturale che si chiama “Arca Enel” (legata ai dipendenti Enel), grazie a cui ho realizzato il progetto “Arca CinemaGiovani”, che si occupa di diverse realtà. A differenza del Fiuggi Film Festival e del Giffoni Film Festival, in cui lavoro con minorenni, a Venezia lavoro esclusivamente con adulti. Al Biografilm Festival invece non collaboro con nessuna associazione, poiché il progetto in quel caso fa parte del festival stesso.

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Come organizza i suoi progetti dal punto di vista pratico?
Non sono direttamente responsabile per gli aspetti pratici dei progetti. A Venezia e al Giffoni c'è qualcuno che mi aiuta con la logistica, per esempio trovare un luogo in cui riunirci e sviluppare le nostre attività. Inoltre, c'è chi mi assiste con la gestione dell'attrezzatura utilizzata per realizzare i video. Io mi concentro soprattutto sul contenuto dei progetti e sulle attività, che seguo ora dopo ora, giorno dopo giorno. Mi piace lavorare alla giornata.

Quali sono le attività che considera più importanti?
Due sono le attività che considero estremamente importanti: portare i giovani a vedere i film al cinema (e motivarli quindi a discuterne) e fare del lavoro pratico. Come ho detto in precedenza, dopo il film abbiamo delle discussioni aperte. Questo aspetto è molto importante, specialmente per i più giovani. Ormai sono abituati a vedere i film da soli (a casa in pigiama o su Netflix) e non concepiscono il cinema come un'esperienza condivisa. Hanno perso l'aspetto di attività collettiva ed è importante che lo ritrovino.

L'altra attività consiste nel dar loro un compito pratico, in cui possano trovare un modo per parlare del film in maniera alternativa. Ad ogni festival, mostro loro dei piccoli filmati: pubblicità, notiziari o semplici videocommenti; in seguito devono spiegare la loro esperienza facendo interviste, incontri o semplicemente parlando del film. L'obiettivo è trovare un modo di esprimere quello che stanno vivendo.

In che modo le masterclass sono importanti nei suoi progetti?
Il concetto di masterclass è molto interessante e anche piuttosto utile per i giovani spettatori. Incontrare registi e altre persone del cinema significa ascoltare una testimonianza diretta, che a volte può essere più utile che leggere libri o manuali. Alcuni ospiti sono entusiasti di avere un dialogo con gli spettatori, riuscendo così a trasmettere il proprio sapere, altri hanno più difficoltà, ma la Masterclass resta un'esperienza molto importante all'interno dei miei progetti. Al Biografim Festival, dobbiamo organizzare le nostre masterclass adattandoci alle esigenze degli ospiti e dei loro impegni in agenda.

Come organizza il programma quotidiano delle attività?
Prima del festival creo una bozza degli incontri e delle attività, dopodiché modifichiamo il programma giorno dopo giorno (Venezia per esempio è un vortice di eventi).

Per quanto riguarda i brevi video che vengono caricati su YouTube, seguono una pianificazione concordata con gli studenti. Per gli incontri e le interviste invece mi metto in contatto con gli uffici stampa prima dei festival, oppure direttamente sul posto. Siamo ovviamente vincolati dal programma del festival, ma abbastanza spesso accade l'imprevisto. Per esempio, i miei studenti potrebbero non riuscire a entrare nel cinema perché la fila è troppo lunga. In quel caso sono costretta a cancellare l'incontro dedicato a quel film.

È necessario trovare un modo di organizzare al meglio l'agenda, cercando di anticipare gli imprevisti e di stabilire un programma, per poi adattarsi a quello che succede. Comunque, conosco il programma del festival prima che inizi.

Secondo la sua opinione, questa esperienza cosa deve trasmettere agli studenti?
Prima di tutto, che il cinema è arte. Poi la passione per il cinema, l'esserne interessati, fare parte di un festival che ti arricchisce umanamente e intellettualmente. Gli studenti che partecipano a un festival sentono di far parte di qualcosa, vivono in questo fantastico mondo per un po' e imparano a guardare un film e a discuterne in maniera adeguata.

È un modo di percepire in maniera tangibile questo mondo e di fare un'esperienza che università e scuole (anche se molto importanti) non possono offrire. Un festival ci ricorda che il cinema esiste come rituale sociale collettivo, un qualcosa che si condivide con altri, che non può essere separato da questo aspetto. Quando sei a un festival, vivi il cinema.

In collaborazione con

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(Tradotto dall'inglese da Enrico Brazzi)

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