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SUNDANCE 2021 Midnight

Frida Kempff • Regista di Knocking

"Ci sono elementi qui che ci invitano ad approfondire e gradualmente perderci nella storia"

di 

- Abbiamo parlato con la regista svedese del suo lungometraggio d'esordio, un thriller che ruota attorno a misteriosi avvenimenti in un condominio

Frida Kempff • Regista di Knocking
(© Erik Andersson)

Proiettato sia a Sundance che a Göteborg, il film svedese Knocking [+leggi anche:
recensione
trailer
intervista: Frida Kempff
scheda film
]
, una storia intensa che ruota attorno a misteriosi avvenimenti in un condominio (o forse nella testa di una protagonista scioccata?), è un impressionante  lungometraggio d'esordio di Frida Kempff. Non essendo una regista alle prime armi e avendo diversi cortometraggi e documentari acclamati alle sue spalle, tra cui Bathing Mickey, Circles e Winter Buoy, la Kempff è ora, a pieno titolo, una regista di lungometraggi.

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Cineuropa: L'universo in cui Knocking è ambientato è quello tipico di un thriller classico: un vortice di traumi e un bel po' di manipolazione psicologica. Da cosa ha tratto ispirazione?
Frida Kempff:
Sono piuttosto d'accordo. Nella fase iniziale, ho pensato molto a Polanski e alla sua "trilogia dell'appartamento": Repulsione, Rosemary's Baby - Nastro Rosso a New York e L'inquilino del terzo piano. Sono tutti ambientati in luoghi claustrofobici e danno un senso di alienazione molto interessante. Ho tratto ispirazione anche dalla mia infanzia, poiché sono cresciuta con una madre che lavorava come assistente sociale a scuola. A casa il telefono squillava in continuazione, chiamavano giovani ragazze che vivevano brutte situazioni o subivano abusi, e ricordo di come mia madre si relazionava con loro e la loro condizione. C'è anche qualche tocco di David Lynch qua e là. Ecco il mio metodo di lavoro: prendi tutti questi elementi e presentali da un punto di vista femminile.

L'origine della storia è un racconto breve di Johan Theorin, che ha anche scritto L'ora delle tenebre, poi adattato da Daniel Alfredson nel 2013. Come ha lavorato all’adattamento del racconto?
È un racconto molto breve, meno di 30 pagine, ma ha sicuramente colpito nel segno. Il racconto solleva questioni sociali e aveva grandi possibilità di adattamento al cinema; è ambientato in spazi ristretti, soprattutto l'appartamento, e ha un solo protagonista principale con pochi altri personaggi. Ci sono elementi che, più di ogni altra cosa, ci invitano ad approfondire e a perderci gradualmente nella storia.

Per quanto bello sia il racconto, c’erano alcuni aspetti che funzionavano bene sulla pagina ma meno sullo schermo, quindi ho cambiato un po' le carte in tavola. Innanzitutto, la vittima è presente quasi dalla prima pagina del libro e subisce ogni tipo di crudeltà. Quello doveva essere trasposto. Ho anche reso più giovane il personaggio principale, dai 75 ai 50 anni. Questo le dà altre opportunità nella vita.

Non ho ancora incontrato l'autore, abbiamo comunicato solo tramite il suo agente, ma sembra soddisfatto. Tuttavia, ha rinunciato al titolo di produttore esecutivo, perché ritiene che questa sia una storia completamente nuova. Non so ancora cosa ne pensa del film.

In oltre due decenni, ha realizzato una serie di documentari e soprattutto diversi cortometraggi ben accolti dalla critica, come Bathing Mickey, premiato della giuria di Cannes nel 2010. Quando ha deciso di realizzare un film di finzione?
Inconsciamente molto tempo fa, ma in maniera consapevole più o meno dal 2015. Avevo realizzato un documentario nel quale a volte mi sentivo limitata, in quanto volevo apportare miglioramenti che avrebbero stravolto la realtà. Quindi ho preso il tema di questo documentario, Winter Buoy, e ho iniziato a crearci una storia di fantasia attorno. Purtroppo, dopo quattro anni di sviluppo, il progetto è stato rifiutato dallo Swedish Film Institute. Dopo essermi leccata le ferite per un po', sono incappata in Knocking ed eccoci qui.

E non è finita qui… In questo momento sto pianificando un altro adattamento, una storia di fantascienza e, quando avrò finito, un film biografico su Sally Bauer, la prima nuotatrice scandinava ad attraversare la Manica nel 1939. Come vedrà in Knocking e in alcuni dei miei film precedenti, sono profondamente affascinata dall'acqua.

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(Tradotto dall'inglese da Enrico Rossetti)

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