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SUNDANCE 2021 Concorso World Cinema Documentary

Camilla Nielsson • Regista di President

"La democrazia è un organismo: se non la nutriamo, morirà e prima di quanto pensiate"

di 

- Abbiamo parlato con l'acclamata documentarista del suo nuovo film proiettato al Sundance, in cui ancora una volta butta il pubblico a capofitto nella vicenda

Camilla Nielsson  • Regista di President

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– questa volta per osservare le prime elezioni “legali” del paese, avvenute nel 2018. Quando Nelson Chamisa, pronto a costruire una nuova nazione, si scontra con Emmerson Mnangagwa, le cose si complicano, e proprio di fronte alla telecamera. Abbiamo parlato con la Nielsson di questo film, che si è appena aggiudicato il Premio Speciale della giuria per il cinema verità al Sundance (leggi la news).

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Cineuropa: Non si confronta con opinionisti, e non ascolta il parere di esperti che parlano del passato – sembra che tutto stia accadendo dal vivo. Perché preferisce questo approccio?
Camilla Nielsson:
Nei primi tre minuti forniamo alcune informazioni per contestualizzare la vicenda, ma la maggior parte del film è filmata nel presente. Mi sono formata come antropologa, ma successivamente ho studiato i documentari di osservazione e mi sono ispirata moltissimo a Wiseman e Maysles. C’è qualcosa di particolare nel permettere al pubblico di provare quello che ho provato io attraverso la mia videocamera, invece di far loro ascoltare alcuni esperti che dicono loro cosa pensare; è un modo per arrivare alla mente e alle emozioni delle persone, senza però essere troppo analitici.

Questo deve essere un aspetto cruciale da trattare: quante informazioni è necessario fornire? Non tutti seguono la politica, infatti.
È sempre una domanda difficile – tutti noi ci rapportiamo a queste storie da diversi “punti di conoscenza”. Per me, non è così importante sapere tutto; piuttosto, è più importante conoscere la realtà personale di qualcuno, e, infatti, con il mio direttore della fotografia, abbiamo cercato di essere presenti nel momento in cui l’evento si stava compiendo, anziché raccontarlo e analizzarlo a posteriori. È pretenzioso pensare che, se non conosci nulla dello Zimbabwe, io possa insegnarti tutto su questo paese in due ore; piuttosto, è più interessante buttare il pubblico a capofitto nella vicenda, in modo che la esplorino da sé.

È così che molte persone imparano a nuotare.
Sì, e diventano nuotatori migliori rispetto a quelli che hanno i genitori al loro fianco. Alcuni hanno la sensazione che il film non spieghi abbastanza, o vengano omesse molte informazioni; altri, invece, hanno la sensazione di non sapere cosa aspettarsi. Noi forniamo una quantità sufficiente di contenuti: se non sai chi fosse Mugabe, ti forniamo alcune informazioni di base… ma da questo punto in poi, devi fare affidamento solo su te stesso.

La situazione è riconoscibile: si tratta di House of Cards e, dovunque ci si trovi, alcune cose rimangono le stesse. Quanto di ciò che mostra nel film è stato anticipato dalla serie? Dicono: “Ciò che mi spaventa è il mattino dopo”.
Una volta che Mugabe fu fuori dai giochi, si diffuse il sentore di un nuovo inizio, di uno spazio democratico che, finalmente, si stava realizzando. Tuttavia, le opposizioni ne avevano passate tante, avevano sentito molte promesse nel corso degli anni, ed erano quindi, a ragione, scettiche. Io credo che, comunque, affrontarono la situazione con mente aperta, continuando a lottare, e personalmente, penso che continuassero anche a sperare in un governo legittimamente eletto dal popolo. Ricordo che, anche durante il processo, c’era ancora speranza… almeno fino a quando non arrivò la sentenza. Oggi, il paese sembra essere tornato ai tempi di Mugabe, caratterizzati da inflazione e corruzione; inoltre, permane questa profonda apatia e mancanza di fiducia nella democrazia, perché questo è accaduto ancora, e ancora.

Questo pensiero è condiviso da molte persone, memori anche di quanto è accaduto negli Stati Uniti. Anche loro hanno dovuto affrontare “ il mattino dopo”.
È importante sottolineare che, seppure Trump abbia insinuato che le elezioni furono truccate, ciò è diventato un test – superato – per il sistema democratico americano. Nessun giudice ha creduto alle sue illazioni. In Zimbabwe, io insinuerei che sia stata perpetrata una truffa ai danni degli elettori, ma quando le istituzioni non sono indipendenti, è facile farla franca.

Se qualcosa di simile accadesse in Europa, solleverebbe un polverone immediatamente.
Riesce a immaginare la gente in Italia venire picchiata nei seggi elettorali? O voti venire scambiati per cibo? Non sarebbe stato sicuramente ben visto. La comunità internazionale li ha delusi: eravamo occupati a trasmettere l’intera faccenda della caduta di Mugabe e, quando ce ne siamo andati, la situazione è diventata nebulosa. Se ci intromettiamo in queste situazioni, dobbiamo farlo fino in fondo; altrimenti, facciamo più male che bene.

Una volta Chamisa venne intervistato da un sagace corrispondente africano, che gli chiese se la comunità internazionale fosse davvero interessata a costruire una democrazia costituzionale duratura; ma ciò che si percepisce è che, in realtà, sia maggiormente interessata alle opportunità economiche. Spero che questo film faccia riflettere le persone sull’importanza della democrazia, su quanto fragile essa sia, e su quanto sia difficile ricostruirla. La democrazia è un organismo – se non la nutriamo, morirà… e prima di quanto pensiate.

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(Tradotto dall'inglese da Gaia De Antoni)

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