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SUNDANCE 2021 Premieres

Edgar Wright • Regista di The Sparks Brothers

"Una volta che sei dentro, non ne esci più"

di 

- Abbiamo parlato con il regista britannico del suo film, che documenta l'incredibile carriera di Ron e Russell Mael

Edgar Wright  • Regista di The Sparks Brothers

Mostrato nella sezione Premieres del Sundance Film Festival, The Sparks Brothers [+leggi anche:
recensione
trailer
intervista: Edgar Wright
scheda film
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è un film piacevole da guardare che documenta la carriera incredibile dei capisaldi Ron e Russell Mael, la quale è ancora forte più di 50 anni dopo la prima volta che hanno fondato una band al college. Creando poi gli Sparks nel 1971. Edgar Wright ha fatto un gran lungometraggio avvincente riguardante i musicisti, i quali continuano a reinventarsi.

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Cineuropa: Come si fa a fare un film all’altezza dei fratelli Sparks?
Edgar Wright: Da un lato, è una sfida perché hanno una carriera di cinquanta anni alle spalle. Ma è anche una sorta di vantaggio, perché non ci sono molti documentari sulla musica dove la band in questione è in attività da così tanto e sono ancora qua con noi a parlarne. Quando ho iniziato a lavorarci, il film è diventato qualcosa di più che semplicemente la storia degli Sparks; è diventato un viaggio attraverso la cultura pop negli ultimi sessantacinque anni. Direi che è stata una bella cosa che questa band è ancora attuale e sta ancora pubblicando musica. Il loro primo album fu pubblicato cinquanta anni fa. Hanno avuto una traiettoria interessante e così inusuale per un gruppo. Questa è stata la motivazione per cui ho deciso di fare il film; diciamo che non mi ha scoraggiato come cosa, ma mi ha in qualche modo eccitato.

Qual’è la tua canzone preferita degli Sparks?
C’è un’ottava media in “Beat the Clock” che mi diverte sempre: it goes “I've seen everything there is, I've done everything there is, I've met everyone but Liz, now I've even met old Liz.” Mi piace quella canzone.

Gli Sparks hanno un modo fantastico di essere sia divertenti che toccanti, che è un po’ come guardare un film di Edgar Wright…
Si, penso ci siano delle similarità – penso che siamo entrambi sinceri in ciò che facciamo, seri per quanto riguarda il lavoro, ma c’è un elemento dove sovvertiamo il tutto rendendolo divertente allo stesso tempo. Penso che le persone fraintendono gli Sparks – non troppo adesso, ma sicuramente ci sono stati periodi in cui sono stati considerati come uno scherzo da alcune persone. Ma c’è molto di più in loro, e hanno avuto momenti migliori di molti altri gruppi. Quindi in questo caso penso siano un enigma per la gente. Forse è per questo che hanno spaventato il pubblico mainstream. Ma d’altro canto, è per questo che ne stiamo parlando adesso. È una band che, una volta che sei dentro, non ne esci più.

Ci sono delle interviste fantastiche, come hai deciso con chi parlare?
Dovevano essere persone appassionate agli Sparks [ride]! Non c’era nessuno con cui non volevo parlare; l’idea era quella di parlare con persone con una passione per gli Sparks, di ogni estrazione sociale – persone con cui sono cresciuti, persone con cui hanno lavorato, o persone a cui hanno dato ispirazione. O semplicemente persone che sono fan. Uno dei miei momenti preferiti del film è la storia di una quattordicenne che ha invaso il palco aggrappandosi a Russell, raccontata da una donna sulla cinquantina, la quale ci ha contattato dopo che abbiamo comunicato sui social media che stavamo lavorando a un documentario sugli Starks.

È ammirabile come il documentario è così completo e non ha paura di entrare nei dettagli.
È bene essere completi. Non vuoi che nessuno dica “voglio sapere dell'apparizione degli Sparks su Rollercoaster.” C’è anche quella!

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(Tradotto dall'inglese da Alessandro Luchetti)

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