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Manoel De Oliveira • Regista

Il regista filosofo

di 

- Parla per sillogismi il grande autore portoghese, 95 anni. Dopo Un Film Falado, in concorso a Venezia, torna in Italia per il premio ai "Maestri del Cinema"

Manoel De Oliveira, classe 1908, ha ricevuto oggi a Roma il premio "Maestri del Cinema" della rivista Film Critica di Edoardo Bruno, assegnato in passato a grandi autori internazionali come Hitchcock, Kazan, Minnelli e Godard. Il premio è anche un'occasione per mostrare rare pellicole di questo autore, scoperto molto tardi dal pubblico, che continua anno dopo anno a regalarci nuovi capolavori. L'appuntamento è al Filmstudio di Roma dal 14 al 16 ottobre. E prossimamente nei cinema di tutta Italia con Un Film Falado. La sua nuova pellicola, in concorso a Venezia, è una metafora sull'Europa vecchia e nuova e sull'utopia di una lingua universale. "E' strano parlare di un film che si chiama Un film parlato". De Oliveira si spiega così, come un filosofo, per sillogismi e figure retoriche.

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Un Film Falado parla anche dell'Europa che sta nascendo, l'Unione Europea. Che cosa rappresenta per lei il cinema europeo?
"Il cinema in generale, e non solo quello europeo, è l'ultima delle arti in ordine di tempo. E come tutte le arti è un fantasma della realtà. La realtà è la somma di fatti reali e utopici".

Parla di utopia anche il suo prossimo film?
"In un certo senso sì. Si chiamerà Il quinto impero. Ieri e oggi. E' un progetto sul mito di Re Sebastiano nel '500. Un sovrano quindicenne che vuole diffondere la "Pace Cristiana" in tutto il mondo. Rinuncia anche a sposarsi per il potere spirituale. Ma quando si cerca la pace, arriva la guerra. Sebastiano attaccò il Marocco e intendeva arrivare fino a Gerusalemme. Alla fine della storia il re scompare. E in Portogallo siamo ancora in attesa del suo ritorno"

Questo premio è stato attribuito ad altri grandi registi come Hitchcock e Godard. Lei che è un maestro del cinema, si sente vicino per sensibilità ad altri autori?
"I registi sono tutti diversi. Ed è meglio così. Il cinema per fortuna non ha ancora subito la globalizzazione. Pensate che disastro. La prima distinzione fondamentale nell'uomo è quella dei sessi. Uomini e donne ragionano diversamente. Poi arrivano tutte le altre diversità. L'uguaglianza esiste solo nell'esercito!".

Tempo fa è stato accusato di dirigere male gli attori. Che risponde?
"Questo è impossibile, perché io non li dirigo. Sono un promotore della recitazione spontanea. Gli attori sono il sale del cinema. Danno un corpo e una voce ai personaggi e fanno la forza del film. Per questo motivo, il momento più difficile è proprio la scelta degli attori. Una volta fatto il casting sono tranquillo. Purtroppo i meriti se li prendono quasi sempre i registi".

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