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CANNES 2021 Cannes Classics

Mark Cousins • Regista di The Storms of Jeremy Thomas

“Siamo tutti alieni dal pianeta Cinema”

di 

- CANNES 2021: Con questo e The Story of Film: A New Generation, il festival omaggia quest'anno il regista nordirlandese

Mark Cousins  • Regista di The Storms of Jeremy Thomas
(© Mark Cousins)

Dedicato al produttore di L'ultimo imperatore e Crash, il documentario delicato di Mark Cousins nella sezione Cannes Classics del Festival di Cannes, The Storms of Jeremy Thomas [+leggi anche:
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, si trasforma in un road movie, con entrambi che si imbarcano in un viaggio di cinque giorni verso Cannes.

Cineuropa: La maggior parte delle storie su i produttori, come The Bad and the Beautiful, tendono a essere abbastanza tragiche, mentre questa è molto calorosa.
Mark Cousins:
Prima di incontrare Jeremy Thomas, avevo questa immagine del produttore in mente – qualcuno con un grande ego, narcisista. Mi aspettavo qualcuno come Cosimo de’ Medici. Quando guardi i suoi film, trattano della parte più oscura della natura umana. Ma in realtà è un uomo fanciullesco e gentile – più lo conosci e più percepisci la sua capacità di aiutare. Per questo è così ammirato nell’industria cinematografica. Lo stereotipo è, come si dice, quello del produttore avido. È bello contestare quello stereotipo creando qualcosa che non si basa sui soldi, o sul business, o sui contratti, ma sulle idee. Le sue idee.

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Sembra quasi che lui sia una di quelle persone che non vedi più molto spesso. È per questo che ti riferisci a lui come “principe”?
È una figura mitologica. Ciò che dice nel film è che vogliamo tutti vivere una buona vita, ma nella nostra immaginazione, c’è qualcosa di oscuro ed estremo. Se prendiamo Angela Carter, una mia eroina, questo è il suo tema più grande: la favola è il lupo cattivo, lo dico all’inizio che c’era una volta un principe, ma dopo andiamo a finire nella foresta.

È difficile immaginare fare il film in quel modo, oggi. L’industria si è spostata nella direzione delle aziende, ma Jeremy non si è spostato con loro. È rimasto fermo. Per questo uso la parola “sentinella”, per parlare di questa idea di essere un faro, qualcuno che si batte per la controcultura, è piuttosto punk. Ovviamente vengono fatti molti bei film a giro per il mondo, ma avere una figura come Jeremy è raro.

Quentin Tarantino è stato ospite nel podcast di Marc Maron, e ha menzionato che il 2019 sarebbe stato l’ultimo anno dei film come li conosciamo.
Tarantino sta guardando nei posti sbagliati. Adesso i film vengono fatti da una gamma persone più ampia, una gamma di nazioni più ampia. Quindi Tarantino ha torto. È pericoloso perdersi nella nostalgia e pensare che il passato sia passato, quando di fatti, il cinema è molto, molto giovane. Ha solo 120 anni – paragonato ad altre forme d’arte, è ancora nella sua infanzia. È precoce, e cerca di capire cosa può fare – proprio come un bambino. Ha fame – proprio come un bambino. Film come quelli di Mati Diop e Kira Muratova, dei quali ho parlato e riparlato, non sono ancora visti da tante persone. Chiederei a Tarantino: “Quanti film di Kira Muratova hai visto?” Le persone che dicono che il cinema è finito, e che adesso si baserà tutto sullo streaming, hanno poca immaginazione. 

Qualche volta, quando fai delle domande, è come se anche tu stessi cercando la stessa risposta. Come quando dici: “Pensi di amare il cinema un po’ troppo ?”
Questo è un film che parla di due squilibrati [ride]. Jeremy prova un amore intenso e abbastanza squilibrato per il cinema, come me. Anche Tilda Swinton ne parla – siamo tutti alieni provenienti dal pianeta Cinema. Per me, il cinema è una passione, ma è anche connesso a questioni riguardanti la salute mentale. Quando sei una persona nervosa, come me, il cinema ti calma. Quando sei una persona avventurosa, come me, il cinema ti fa viaggiare. Ti offre tanto.

Jeremy ha fatto tanti film, e uno si aspetta una cascata di aneddoti. Ma invece, lo mostri mentre guida, per esempio. E sorride.
Gli aneddoti sono interessanti, e qualche volta rivelano qualcosa, ma vengono anche raccontati spesso. Decenni fa, ho intervistato persone in televisione, persone fantastiche come Lauren Bacall e Jack Lemmon, e mi raccontarono questi aneddoti che avevano già detto prima. Volevo andare oltre. Volevo frugare tra i grandi temi della vita: sesso, politica e morte. Per questo non ci sono molte interviste nel film. Volevo stare vicino al suo processo di pensiero.

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(Tradotto dall'inglese da Alessandro Luchetti)

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