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VENEZIA 2021 Concorso

Xavier Giannoli • Regista di Illusioni perdute

“Come regista, spero che il pubblico possa vedere la bellezza di questa civiltà, ma anche la crudeltà”

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- VENEZIA 2021: Attraverso il suo adattamento del capolavoro di Honoré de Balzac, il regista realizza un desiderio di vecchia data: rivisitare "la matrice del mondo moderno come lo conosciamo"

Xavier Giannoli  • Regista di Illusioni perdute
(© La Biennale di Venezia - Foto ASAC)

Con il suo grande adattamento di Illusioni perdute [+leggi anche:
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di Honoré de Balzac, in concorso alla 78a Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia, viene finalmente messa a tacere una lunga ossessione, con il regista Xavier Giannoli che rivisita "la matrice del mondo moderno come lo conosciamo".

Cineuropa: Perché un adattamento di Balzac, e che significato ha nel 2021?
Xavier Giannoli: Aveva capito che la società moderna sarebbe stata una lotta e che tutto avrebbe riguardato l'economia - e che il nuovo Dio sarebbe stato il denaro. Nello stesso momento in cui Balzac lo scriveva, Karl Marx camminava per le strade di Parigi, ed entrambi sapevano che tutta la nostra civiltà era sull'orlo di un cambiamento radicale. Quindi Balzac è la matrice del mondo moderno come lo conosciamo. Ha tutto: il potere del denaro, le bugie, la fine di un certo tipo di cattolicesimo e un mondo senza Dio, dove si può comprare e vendere tutto. Ecco perché la prospettiva di Lucien è così importante - ha avuto un assaggio della bellezza. Ma sarà possibile per lui rimanere in questo pazzo mondo? Mi è piaciuto anche mostrare questo milieu del giornalismo di allora in questi tempi di Twitter e Instagram. In molti modi, questi ragazzi erano come gli influencer di oggi. Cos'è autentico in questo mondo dei media? Dov'è la verità?

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Quando ha scoperto Balzac per la prima volta?
Ho letto questo libro quando avevo 20 anni e studiavo letteratura, e ne sono diventato ossessionato. Per una grande coincidenza e fortuna, il mio professore di letteratura alla Sorbona parlava anche del cinema di Fellini e Scorsese, e di come l'arte può ritrarre una civiltà. Ed ero lì, a 20 anni, ossessionato dal cinema, e questo professore ha tirato in ballo Balzac. Da allora ho sempre voluto fare questo film. Ma volevo farlo bene - con i costumi e le location, e tutti i dettagli.

Nel film viene girato tutto veramente a Parigi?
Ho girato tutto in Francia, nel luogo reale, non in uno studio o nella Repubblica Ceca - che, naturalmente, mi piace anche, ma non è Parigi. Volevo rendere bene un'intera civiltà, dal modo in cui mostriamo come una donna può muoversi in una certa situazione al vocabolario e alla qualità della cultura francese dell'epoca. Fa tutto parte della mia ossessione. Come regista, spero che il pubblico possa vedere la bellezza di questa civiltà, ma anche la crudeltà.

Balzac è stato adattato molte volte per lo schermo nella storia del cinema - c'è stata una serie televisiva francese Illusions perdues negli anni sessanta. Si può dire che ogni periodo avrà un aspetto "del suo tempo", pur cercando di rappresentare "quel tempo", giusto?

Giusto. Mio padre vide quella serie all'epoca e disse che era importante per molte persone. Odio dire cose brutte, sapete, ma è molto erudita, priva della moderna "elettricità". Per me, è stato un meraviglioso privilegio avere quello stesso professore della Sorbona, Patrick Berthier, come consulente per Lost Illusions. Mi ha dato tutti i nomi reali dei negozi di quel periodo; è stato come avere un viaggiatore del tempo che potesse descrivere le cose e le persone esattamente come erano, o non erano. Abbiamo visto insieme altri film d'epoca, tra cui Barry Lyndon di Kubrick e Dangerous Liaisons di Frears. Ha trovato errori in entrambi!

Questo periodo è talvolta considerato come uno dei periodi più felici della storia francese. Quale sarebbe la tua reazione a questa affermazione?
Era un periodo strano. Era dopo la rivoluzione francese e l'aristocrazia stava tornando; era dopo la violenza di Napoleone. In questo periodo era anche possibile per un giovane farsi strada nel mondo, ma naturalmente non sempre ci riusciva. Ho questa battuta, non dal libro, ma dal mio professore, sulla polizia che trascina le reti sulla Senna, ripescando persone che venivano a Parigi in cerca di fortuna ma che si suicidavano. Quindi non direi che tutti erano felici. Ma dopo quello che c'era stato, era certamente una pausa di cui si sentiva il bisogno. E presto ci furono altre guerre all'orizzonte. Chiamiamola una "parenthèse enchantée".

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(Tradotto dall'inglese da Alessandro Luchetti)

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