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LOCARNO 2022

Giona A. Nazzaro • Direttore artistico, Locarno Film Festival

“Abbiamo tentato di sviluppare ancora di più e meglio un dialogo qualitativamente forte con il pubblico”

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- Per il secondo anno alla testa del Locarno Film Festival, il direttore artistico ci parla della 75esima edizione anniversario

Giona A. Nazzaro • Direttore artistico, Locarno Film Festival
(© Ti-Press/Samuel Golay)

Il direttore artistico Giona A. Nazzaro ci parla con entusiasmo di quest’edizione 2022 del Locarno Film Festival (3-13 agosto), dell’importanza di (ri)stabilire un dialogo fruttuoso con il pubblico troppo a lungo privato di interazioni essenziali con il mondo della settima arte e dell’attenzione che il festival presta alle opere prime.

Cineuropa: Come avete affrontato questa 75esima edizione post pandemia? Quali insegnamenti avete tratto?
Giona A. Nazzaro: Abbiamo affrontato questa nuova edizione come tutte le altre cioé mettendoci a lavorare a testa bassa tentando di creare il miglior programma possibile. Abbiamo tentato di sviluppare ancora di più e meglio un dialogo qualitativamente forte con il pubblico perché se il cinema ha sofferto di qualcosa in questi due anni è stato della distanza con il pubblico, dell’assenza d’interazione con l’umano. Per quanto riguarda le sezioni, abbiamo confermato le stesse dell’anno scorso, tra queste il nuovo programma dedicato ai corti d’autore che ha riscontrato un successo incredibile, al di là di ogni aspettativa. Come programma per celebrare il giubileo di quest’anno abbiamo creato Postcards From The Future in collaborazione con la RSI, nel quale abbiamo chiesto a registi provenienti da ogni parte del mondo di mandarci una breve cartolina dal futuro della durata minima di tre e massima di quattro minuti. Fra i registi che hanno aderito a questo progetto ritroviamo Aleksandr Sokurov, Bertrand Mandico, Nadav Lapid, Claire Simon ecc.

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La programmazione degli ultimi due anni propone molte opere prime o di giovani registi, è una volontà rivendicata del Locarno Film Festival di porsi in quanto luogo privilegiato per il cinema giovane ed emergente? Potrebbe farci qualche nome?
Quest’anno abbiamo selezionato nel Concorso internazionale De noche los gatos son pardos [+leggi anche:
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intervista: Valentin Merz
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di Valentin Merz, un giovane cineasta svizzero molto promettente e Tengo sueños eléctricos [+leggi anche:
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intervista: Valentina Maurel
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di Valentina Maurel, una giovane regista dal Costarica. Oltre a ciò ritroviamo molti.e altri giovani registi.e nella sezione Cineasti del presente. Mi fa anche molto piacere la presenza fuori concorso di un’opera prima coprodotta dall'Irlanda e dal Regno Unito, LOLA [+leggi anche:
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intervista: Andrew Legge
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di Andrew Legge, un’opera di fantascienza composta quasi esclusivamente d’immagini di archivio. Sono convinto che diventerà un film culto. In Piazza Grande proietteremo un’altra opera prima inglese Medusa Deluxe di Thomas Hardiman, un thriller che si svolge durante una competizione di hairstyling. Il film è girato in maniera molto particolare, sono sicuro che anche questo film diventerà un’opera culto. Insomma, il Locarno Film Festival presta molta attenzione alle opere prime.

Molti film selezionati propongono universi legati alla fantascienza, all’horror o al thriller, è un cinema che le interessa particolarmente?
Credo sia una tendenza legata ai nuovi cineasti che vogliono confrontarsi con una tipologia diversa di racconto rispetto al tradizionale film d’autore. Quello legato al cinema di genere è un ambito molto interessante. D’altronde quando parliamo di giovani registi parliamo di giovani cresciuti dopo il cinema inteso nel senso classico del termine, guardando serie TV, la cui educazione all’immagine in movimento si è formata sui social media.

Anche se ovviamente una programmazione non si costruisce in base ad un filo conduttore, avete notato a posteriori la presenza di tendenze o di tematiche particolari?
Non abbiamo ovviamente lavorato alla programmazione tentando di seguire un filo conduttore. Le tendenze che abbiamo individuato a posteriori sono da un lato legate al mondo della letteratura, posso citare a questo proposito i documentari dedicati a Martin Suter (Alles über Martin Suter. Ausser die Wahrheit di André Schäfer) e a Erica Jong (Erica Jong - Breaking The Wall [+leggi anche:
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intervista: Kaspar Kasics
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di Kaspar Kasics). Anche il film di Francesco Lagi Il Pitaffio è tratto dall’opera omonima di Luigi Malerba. L’altra tendenza del tutto involontaria è legata ai film diretti da registe donne che si pongono il problema dell’autodeterminazione del corpo. Si tratta di un tema forte. Un’ ulteriore tendenza forte è la presenza delle nuove forme del documentario, da quello sperimentale di Ana Vaz (It Is Night In America) fino ad arrivare a Matter Out of Place [+leggi anche:
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intervista: Nikolaus Geyrhalter
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 di Nikolaus Geyrhalter o Tales of the Purple House di Abbas Fahdel e Nuit obscure - Feuillets sauvages (les brûlants, les obstinés) [+leggi anche:
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di Sylvain George.

Potrebbe parlarci del giovane cinema svizzero messo in luce a Locarno?
Il nuovo cinema svizzero è caratterizzato dalla grande determinazione di registi.e molto diversi tra di loro. Questa caratteristica lo rende molto interessante. Detto ciò, non si può davvero parlare di scuola o di generazione ma piuttosto di una passione che li.le accomuna, una nuova determinazione. Ritroviamo tra loro cineasti.e riconosciuti a livello europeo e mondiale quali Ramon e Silvan Zürcher, Cyril Schäublin o Katharina Wyss. Per il programma Postcards From The Future abbiamo chiesto a Kantarama Gahigiri, una regista svizzero-ruandese di realizzare un piccolo film. C’é un’energia molto incoraggiante che domina nel cinema svizzero. Il Locarno Film Festival fa di tutto per sostenere il cinema svizzero, ci sono per esempio tre film elvetici selezionati in Piazza Grande tra cui un esordio femminile (Last Dance di Delphine Lehericey), una produzione ticinese, Semret di Catarina Mona. Il film di Valentin Merz De noche los gatos son pardos è un’opera prima molto particolare, molto forte. Abbiamo deciso di selezionarlo direttamente nella Competizione internazionale perché ci sembra rappresentare un grande segno di vitalità per quanto riguarda il nuovo cinema svizzero.

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