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VENEZIA 2022 Concorso

Romain Gavras • Regista di Athena

“Improvvisamente era diventata un po' come una Cinecittà del 91”

di 

- VENEZIA 2022: Il regista francese ci ha parlato della genesi di un film tanto spettacolare quanto sensibile e commovente

Romain Gavras • Regista di Athena

Scritto insieme a Ladj Ly e Elias Belkeddar, Athena [+leggi anche:
recensione
trailer
intervista: Romain Gavras
scheda film
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di Romain Gavras si svolge nelle banlieue ma ha l'aria inequivocabile di una tragedia greco-romana. Il film segue tre fratelli - un soldato dell'esercito francese, un trafficante di armi e droga e un giovane ribelle - mentre quest'ultimo guida l'intero quartiere in una rivolta di massa contro la polizia, dopo che è emerso online un video che mostra che la recentissima morte del loro fratellino è stata causata da uomini in uniforme.

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Romain Gavras ha parlato con noi a Venezia, dove il film è in concorso per il Leone d'Oro, della genesi di un film tanto spettacolare quanto delicato e commovente.

Cineuropa: Quando si parla di film sulle banlieue, molti sentono l'impulso di volere da loro qualcosa di nuovo. Anche te ti sei è sentito così durante la realizzazione di Athena?
Romain Gavras: In genere cerco sempre di portare qualcosa di nuovo. Con Ladj ci siamo chiesti: "Come possiamo raccontare una storia articolata in modo diverso?". Siamo subito arrivati all'idea della tragedia, sia dal punto di vista formale che da quello dell'articolazione della storia. Porta con sé una forte iconografia e trasmette idee attraverso le emozioni e il simbolismo. È al di sopra della realtà.

Com'è stata la collaborazione con Ladj Ly ed Elias Belkeddar?
È stato un processo molto fluido e nei primi mesi di Covid siamo entrati tutti in sintonia. Stranamente, quando pensi che il mondo stia per finire o non sai cosa succederà, puoi scrivere un film molto ambizioso, perché comunque vada potrebbe non essere mai realizzato e non dovrai mai girare tutte queste sequenze in una sola ripresa. L'abbiamo scritto senza il vincolo della fattibilità, solo che poi il film è stato approvato e abbiamo dovuto girarlo. Prima di questo film avevo meno capelli bianchi.

Dove avete girato?
In un quartiere che per metà era abitato e per l'altra metà stava per essere demolito per essere riabilitato. Questo ci ha permesso di girare le scene più complicate lontano dal luogo in cui vivono le persone, ma allo stesso tempo di avere un quartiere vivo. Ne avevo bisogno per potermi proiettare. Tre quarti degli abitanti del quartiere sono stati coinvolti nel film, in piccoli ruoli, come comparse o addirittura dietro le quinte. Improvvisamente, il quartiere era diventato la Cinecittà delle banlieue.

Il film ha una dimensione epica, ma anche molti primi piani sui volti dei personaggi.
Avevamo immaginato il film come qualcosa di molto sensoriale, ed è per questo che c'è poca esposizione dei personaggi. Invece, molto passa attraverso le interpretazioni degli attori. Per me questa era la sfida del film: gli attori sarebbero stati in grado di incarnare i loro personaggi in modo tale da trasmettere agli spettatori ciò che provano internamente? Penso che abbiano fatto un ottimo lavoro, perché il film ha un aspetto impressionante e grandangolare, ma la maggior parte del tempo lo passiamo sui volti, mentre vivono intensamente gli eventi che si susseguono. L'idea era proprio questa: vivere con loro, in tempo reale, il sorgere di quel quartiere. Fare in modo da non avere il tempo per pensare, proprio come i personaggi stessi non hanno il tempo per farlo.

Questo è un film di Netflix e quindi la maggior parte delle persone lo vedrà sul proprio televisore.
È molto semplice: un film come questo è una scommessa e senza Netflix non sarebbe stato realizzato. Non è nemmeno una questione di "budget maggiore". La collaborazione è stata straordinaria, perché mi hanno permesso di fare il film che volevo. Ma ovviamente voglio che la gente lo veda sul grande schermo, cosa che la logistica dei media in Francia non permette. Tuttavia, farà una settimana a New York e a Londra. È anche un film che funziona bene in televisione, e c'è il piacere di sapere che tutto il mondo potrà vederlo lo stesso giorno. Ci sono pro e contro, ma non avrei potuto fare questo film senza Netflix.

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(Tradotto dal francese da Alessandro Luchetti)

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