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Belgio / Francia / Svizzera

Rémi Durin e Arnaud Demuynck • Registi di Yuku et la fleur de l’Himalaya

"Le idee registiche di Rémi hanno cambiato il modo di affrontare la storia"

di 

- Incontro con gli autori del film d'animazione per giovanissimi, loro esordio al lungometraggio in uscita in Belgio e in Francia

Rémi Durin e Arnaud Demuynck • Registi di Yuku et la fleur de l’Himalaya

Abbiamo incontrato Arnaud Demuynck e Rémi Durin, i registi del film d'animazione per giovanissimi Yuku et la fleur de l’Himalaya [+leggi anche:
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, che segna il loro passaggio al lungometraggio dopo una lunga e straordinaria esperienza nel cortometraggio. Il film uscirà in Belgio e in Francia il 19 ottobre, rispettivamente per gentile connessione di Le Parc Distribution e Gebeka Films.

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Cineuropa: Da quanto tempo lavorate insieme?
Arnaud Demuynck:
Ho conosciuto Rémi quando studiava a La Cambre, grazie al suo lavoro. L'ho contattato quando ha lasciato la scuola per chiedergli di lavorare insieme, e ora sono ben quindici anni di collaborazione.

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, di cui eri coproduttore, ed è stato un vero e proprio pugno in faccia per me. Lavorare in studio è molto diverso dal lavorare a scuola, ma forse è per questo che poi siamo riusciti a realizzare un lungometraggio. Sapevamo cosa significava dividere il carico con un team, organizzarsi e dare una struttura alle cose.

Quali sono state le principali sfide, gli ostacoli o le insidie che avete incontrato nel passaggio al lungometraggio?
R.D.:
Credo che spesso si tenda a pensare che un lungometraggio sia solo un cortometraggio più lungo, ma in realtà il tempo di lavoro non aumenta allo stesso modo, bensì in maniera esponenziale. Con i cortometraggi, a volte si fa tutto da soli, ma con i lungometraggi bisogna essere disposti a condividere il carico di lavoro, in primo luogo per assumerselo, ma anche per incoraggiare e accogliere le buone idee che vengono dagli altri. Aprirsi agli altri non è sempre facile per gli autori.

A.D.: Nella produzione è abbastanza simile la faccenda. Sono abituato alle coproduzioni, ma non fino a questo punto. Per questo film abbiamo dovuto spendere il 20% in Svizzera, il 30% in Francia, il 50% in Belgio. Si tratta di cifre non indifferenti; bisogna individuare le giuste collaborazioni artistiche e finanziarie. Ho continuato a lavorare con persone che conoscevo molto bene ma, per la prima volta, ho unito le forze con altre organizzazioni – Artemis in Belgio, Vivement lundi in Francia – perché, come regista, avevo messo a punto la strategia di sviluppo, ma ho avuto bisogno di un sostegno per la sua attuazione successiva. È stata una salvezza.

Qual è la dinamica del vostro duo?
A.D.:
Sono un autore-sceneggiatore, ma anche un produttore. Quando vado da Rémi, cerco proprio un regista. Non disegno, non ho un mio universo grafico. Ho bisogno di lui per le immagini; io mi occupo invece del lato più sonoro delle cose.

R.D.: Abbiamo lavorato anche con Paul Jadoul, il direttore artistico. In un certo senso, noi tre insieme abbiamo ideato questo film. Quando abbiamo letto la sceneggiatura con Paul, lui ha pensato alle opzioni grafiche, all'atmosfera delle diverse sequenze, ai colori, alla stilizzazione. E successivamente io ho pensato a come raccontare la storia. È un po’ una partita a ping-pong, tra di noi.

A.D.: Come sceneggiatore, a un certo punto arrivo in un vicolo cieco, comincio a girare in tondo, ed è la messa in scena a rivelare cosa bisogna fare per rendere il film ancora migliore, individuando lacune o squilibri nel corso della narrazione del film. Le idee di Rémi e Paul mi hanno fatto pensare a come affrontare la storia e tornare a lavorare sulla sceneggiatura. La particolarità del nostro trio è che Paul, che è direttore artistico, è anche direttore tecnico. In definitiva, siamo in pochi a prendere le decisioni importanti, il che fa risparmiare tempo ed energie. E diciamo che un film più breve è anche un film più economico. Stiamo parlando di 3 milioni per un’ora, piuttosto che di 4,5 milioni per un’ora e mezza. Volevo che il cuore pulsante del film fosse girato negli studi Enclume di Bruxelles. Proprio per questo, abbiamo dovuto trovare il budget in Belgio.

R.D.: È vero che spesso vediamo progetti avviati dal Belgio e rubati dalla Francia per motivi di finanziamento. Abbiamo dovuto essere creativi quando si trattava di finanziamenti per concretizzare il nostro sogno: realizzare un lungometraggio d'animazione per il giovane pubblico belga.

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(Tradotto dal francese da Rachele Manna)

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