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Italia

Cristina Priarone • Direttrice, Roma Lazio Film Commission

“Una chiave caratterizzante degli anni recenti dell'associazione è proprio una fortissima collaborazione tra film commission e tra le regioni”

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- Come sta cambiando il lavoro delle film commission? Ce lo spiega la presidente dell’associazione della Italian Film Commissions

Cristina Priarone  • Direttrice, Roma Lazio Film Commission

Come sta cambiando il lavoro delle film commission? Ce lo spiega Cristina Priarone, la presidente dell’associazione della Italian Film Commissions.

Cineuropa: Parliamo di questo nuovo comitato direttivo dell’associazione Italian Film Commissions, come si è formato questo nuovo team e quali sono le priorità che vi siete dati per i prossimi anni?
Cristina Priarone:
Ci sono state le elezioni del nuovo coordinamento, che ha una valenza triennale, io sono stata riconfermata come presidente. I due vicepresidenti eletti sono Paolo Manera del Piemonte e Maurizio Gemma della Campania. Si tratta di due film commission che hanno fatto un percorso molto forte. Il Piemonte è stata una delle prime film commission, la Campania ha avuto veramente negli ultimi anni un exploit notevolissimo di presenza di produzioni, di creatività sul territorio, quindi sono molto contenta che ci siano due professionisti così con me. Italian Film Commissions è un'associazione che ha fatto una grande crescita, affrontando man mano tutte le istanze che emergono sia a livello nazionale che internazionale. È un modo di lavorare su cui la capillarità influisce, che va di pari passo con una presenza su tutti i territori italiani e con l'ascolto delle esigenze di tutti i territori italiani, per poi dare una risposta sinergica. Avere un coordinamento ben composto in questo senso è molto positivo.

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Ci sono delle collaborazioni tra le film commission?
Una chiave caratterizzante degli anni recenti dell'associazione è proprio una fortissima collaborazione tra film commission e tra le regioni. Diversi anni fa vi era ancora una dimensione di concorrenza un po' ottusa tra alcune film commission, ma si è visto poi che non era assolutamente la strada vincente, molto meglio lavorare uniti per rafforzare tutti anche perché è davvero una vittoria come paese. Inoltre ormai sullo stesso progetto spesso c'è la convivenza di fondi diversi e di riprese in territori diversi, quindi questo porta un'automatica collaborazione. È un valore molto importante ormai consolidato ed entrato nel DNA dell’associazione e delle nostre strutture. Questa collaborazione ha portato a vincere un bando Mic per un progetto cinema a km zero di educazione all'immagine, una formazione per insegnanti.

Questa problematica del green shooting è una cosa che viene incorporata sempre di più dalle film commission, immagino.
Assolutamente, è un elemento molto importante per noi, ormai tanti territori hanno questo tipo di attenzione. Come associazione naturalmente abbiamo delle film commission che agiscono da stimolo più di altre in questo senso, come per esempio il Trentino e la Sardegna, ma diciamo che ormai il green shooting è un'esigenza fondamentale che è ben presente finalmente sui territori e che trova attraverso i fondi regionali una leva di incisività molto efficace. Ormai molte regioni danno più risorse in funzione di un'attenzione ecologica, quindi è una realtà connessa direttamente alla dimensione dei fondi.

Non c’è obbligatorietà quindi, c’è un bonus?
Dipende un po' dalle regioni, dalle film commission e dai loro regolamenti, diciamo che in linea di massima i territori si stanno organizzando così come avviene sulle nuove professioni per cui, per esempio, si sta creando la figura del gender manager o la persona che controlli che ci sia il rispetto di tutte le istanze anche sulla diversità. Abbiamo avuto bisogno di Covid manager, allo stesso modo si sta creando anche la professionalità del green manager. Di fronte a nuove tematiche e nuove istanze, il settore ha poi bisogno di organizzarsi quindi la logica del bonus consente proprio un processo di trasformazione, poiché non è detto che sul territorio ci sia modo di avere per forza scenografie ecologiche.

In quanto osservatrice delle produzioni che si svolgono nel Lazio ma anche a livello nazionale, dalla fine del Covid come si sta muovendo la produzione in Italia? C'è più produzione, e che tipo di produzione? Ci si sta spostando come in altri paesi sulle serie televisive finanziate dalle piattaforme?
La serialità è entrata fortemente nel nostro paese a livello produttivo. C'è anche una bella crescita dei documentari secondo me, ma diciamo che nell'insieme c'è un momento di vitalità creativa anche grazie alle piattaforme da cui tutti ci aspettavamo progetti solo mainstream. Invece abbiamo avuto alcune produzioni anche di ricerca, di attenzione diversa e questo ha aperto a tante dinamiche, anche alla nascita di autorialità diversa. Si pensi a un progetto come Sanpa [+leggi anche:
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scheda series
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, a un tipo di produzione che forse prima mancava. Questo processo ha tirato fuori nuovi talent italiani sulla ribalta internazionale. C'è tutta la parte di giovani attori e giovani attrici che hanno potuto avere successo grazie alla nuova realtà delle piattaforme e delle serie e del nuovo rapporto con il nostro paese.

Cineuropa ha raccolto testimonianze di produttori europei che dicono che non si trovano maestranze. È una cosa che succede anche in Italia?
Assolutamente, c'è una grandissima richiesta e spesso alcuni ruoli mancano, è difficile trovare organizzatori, segretari, amministratori, segretari di edizione, location manager. C'è una grande ricerca nuove professionalità, anche per tutta la parte del digitale. C'è un tale rinnovamento anche tecnologico per cui c'è necessità di formare nuove professionalità. Le nostre maestranze vengono coinvolte in produzioni internazionali che non si svolgono in Italia. Chiaramente abbiamo bisogno di formarne altri. È un tipo di know how molto pregiato, approfondito, che non è semplice rimpiazzare. Quindi è un'ottima occasione questo flusso di produzioni, sarebbe bene rispondere creando nuove professionalità e facendo sì che lasci sul territorio italiano anche un nuovo motore produttivo, creativo e a livello di maestranze.

Invece, per quanto riguarda la Roma Lazio Film Commission, quali sarebbero le prossime novità o attività che state preparando?
Come Roma Lazio abbiamo sempre un lavoro molto intenso sullo sviluppo della coproduzione, in questo siamo stati pionieri e da molto tempo, tanto che poi il nostro lavoro ha portato a consolidare nella nostra regione uno dei più importanti fondi europei sulla coproduzione. Abbiamo un’importante collaborazione con Berlino Brandeburgo, con Medienboard, proprio sulla coproduzione e sulla serialità televisiva. Abbiamo già fatto un grosso incontro a Roma a giugno scorso e avremo una prossima attività a Berlino sempre riguardante le piattaforme, lo scambio di progetti, un lavoro di collaborazione naturalmente ad alto livello anche con il supporto delle film commission. Oltre a questo nostro focus abbiamo una promozione capillare del territorio costante, un lavoro sulle location che non solo va avanti in maniera accurata ma anche si rinnova sempre su nuove corde, perché per noi è importante dare una fruizione a livello tecnico delle location, intendo una grande varietà, una mappatura costante. Noi abbiamo un database di location ormai enorme, capillare in tutte le parti della regione ma è anche necessario fare un lavoro di suggestione e di attrazione proprio per farle capire. Abbiamo lavorato per esempio sugli alberi centenari per usarli come location, abbiamo un patrimonio in questo senso nel Lazio incredibile. Daremo il via a un'iniziativa che si chiama I Posti Parlanti in cui oltre a promuovere la location se ne fanno capire, agli operatori audiovisivi ma anche al pubblico e ai cittadini di tutti gli altri settori, tutte le altre connessioni, gli altri contenuti, gli altri angoli di lettura, culturale, naturalistico, storico o contemporaneo.

Il progetto sugli alberi secolari è arrivato in finale a Makers and Shakers, un premio sulla migliore iniziativa sulle location a Londra.

Ricordiamo quanto è il fondo di coproduzione?
Il fondo di coproduzione è di 10 milioni di euro l'anno. Lazio Cinema International è un fondo aperto a tutta l'Europa e a tutto il mondo, naturalmente bisogna avere un coproduttore del Lazio, metà va al cinema e metà alla TV. I soldi vanno spesi nel Lazio, ma abbiamo un meccanismo non solo legato alle riprese, è un fondo interessante. In totale i fondi del Lazio sono 23 milioni di euro.

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