email print share on Facebook share on Twitter share on LinkedIn share on reddit pin on Pinterest

Valeria Golino, Valerio Binasco, Riccardo Scamarcio • Attori

Generazioni a confronto

di 

- Noi quarantenni facciamo da ponte tra la generazione degli anziani e quella dei giovani, e siamo i più confusi

Valeria Golino e Valerio Binasco sono i due quarantenni del film, la "generazione di mezzo", quella più confusa. Valeria Golino è Maria, una maestra elementare che dovrebbe dare il buon esempio e invece si lascia andare, perde la testa per un ragazzo più giovane, Gianluca (Riccardo Scamarcio). E il marito Alessando (Valerio Binasco) esprime con convinzione la moderna incapacità di affrontare la crisi.

Cineuropa : Cosa avete amato dei vostri personaggi di provincia?
Valerio Binasco: Quando ho letto la sceneggiatura sono rimasto deluso. Avevo fatto molti ruoli da sconfitto, ma mai sconfitto nell'amore. Mi sono messo a studiare le sfumature del personaggio, finché non è arrivata Valeria, che è dotata di una sorta di essenza, una emanazione di cose preziose. Dovevo condividere con essa un'intimità profonda e questo mi è sembrato un'esperienza vertiginosa.
Valeria Golino: Noi quarantenni facciamo da ponte tra la generazione degli anziani e quella dei giovani, siamo i più confusi perché abbiamo ancora il sentore di quegli ideali di un tempo, che ci sono stati trasmessi: la dignità, la passione. Di Maria mi ha affascinato la forza dell'onestà, tradisce ma non mente, non si giustifica, non è ipocrita. Credo che sia difficile da accettare un personaggio così. Perchè se non hai rimorsi, lo spettatore non fa fatica ad affezionarsi. Eppure è questa la bellezza del personaggio, l'assoluta onestà. Non credo nella franchezza come una virtù assoluta, bisogna mediare, essere cauti, perchè rischiamo di ferire gli altri, farli soffrire. Ma a tratti mi piacerebbe essere a come Maria.
Riccardo Scamarcio: Il mio personaggio fa parte di una tipologia che realmente esiste, ho amici del tutto passivi come Gianluca, in uno stato sospeso. Gianluca sente la responsabilità di dover scegliere ma non lo fa mai, e la noia è l'elemento principale della sua esistenza. E' un colore nel film, un colore che credo debba raccontare questo ambiente, questa provincia.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

E' un film che risente dell'esperienza del teatro, cosa che può essere gratificante per un attore.
Valerio Binasco : Si, questo film tenta una strada di scrittura più profonda e attuale, una struttura di dialogo forte e non improvvisato, non biascicato. Nella vita di un piccolo paesino la comunicazione tra generazioni è obbligatoria perché i giovani vivono a fianco dei vecchi. Ma i giovani non parlano il dialetto degli anziani, c'è una frattura linguistica, e la sconfitta di una lingua è la sconfitta dei valori. I valori della Resistenza antifascista, ad esempio. La pistola utilizzata un tempo dai partigiani che il mio personaggio recupera per uccidere chi le ha rubato la donna, è una parodia dell'azione, perché la nostra generazione è incapace di agire.
Valeria Golino: E' stata un'esperienza che mi ha portato ad una grande naturalezza nel recitare, come se fosse un gioco. E' il motivo per cui gli attori fanno questo lavoro: si crea una vita alternativa, altrettanto importante di quella fuori dal set.

Riccardo, il cinema italiano sembra aver trovato in te un nuovo attore su cui puntare. Che trapporto hai avuto con Paravidino, attore lui stesso, alla prima esperienza registica?
Riccardo Scamarcio: Vedendo il film ho trovato un'altra cosa, non certo l'idea che mi ero fatto mentre giravamo. La cosa mi ha molto gratificato, è come se il personaggio avesse una sua vita dentro il film. E' quello che mi piace del cinema: solo nella loro interezza i film riescono a comunicare delle sensazioni. Le scene in cui mi sentivo più inadeguato sono le le più belle. Fausto mi ha invitato ad allontanarmi dalla mia idea del personaggio. Abbiamo discusso molto. Alla fine non è venuto fuori né il mio personaggio né quello immaginato dal regista, ma qualcosa di diverso, più vitale. Un personaggio che si muove in una zona sconosciuta.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

Ti è piaciuto questo articolo? Iscriviti alla nostra newsletter per ricevere altri articoli direttamente nella tua casella di posta.

Leggi anche

Privacy Policy