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Marta Etura • attrice

Shooting Star 2006 – Spagna

di 

Dal thriller (Trece campanadas) alla commedia romantica (Entre vivir y soñar), passando dal melodramma (Para que no me olvides, film con cui ha ricevuto la nomination ai Goya), Marta Etura si è costruita la reputazione di uno dei talenti più solidi della propria generazione, esplorando generi e registri diversi. A 27 anni, ci parla di esperienze e progetti, oltre che esprimere il proprio disappunto per la debole distribuzione dei film europei in Spagna.

Cineuropa: In pochi anni ha già girato una decina di film, alcuni con giovani registi come Daniel Sánchez Arévalo, altri con registi già affermati come Manuel Gutiérrez Aragón. Quanto hanno contribuito con la loro diversa esperienza alla sua evoluzione nella recitazione?
Marta Etura: I giovani hanno poca esperienza ma tanto entusiasmo, una caratteristica che motiva molto l’intera equipe. I registi già affermati possono aver meno enutsiasmo ma molta più esperienza; questo permette di concentrarsi sul personaggio e di sentirsi rassicurati. Ogni situazione ha dei pro e dei contro, come tutto nella vita.

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Quella di Para que no me olvides è una delle sue migliori interpretazioni. Cosa l’ha affascinata della storia di Patricia Ferreira e come ha affrontato il personaggio?
La storia di Patricia mi è piaciuta soprattutto per come affronta il lutto, mostrando come ognuno possa reagire in maniera diversa. Per preparare il personaggio mi sono basata sui miei ricordi (che è uno dei temi del film). Credo che tutti abbiano provato il dolore di un lutto, di una perdita o la paura di una perdita. Ho cercato di ricreare questo sentimento dentro di me e di proiettarlo nella storia.

Si parla molto del successo del cinema spagnolo al box office. Quando sceglie un personaggio, si preoccupa del fatto che il film sarà commerciale o meno?
Non ci penso mai. Mi interessa la storia e cosa si vuole trasmettere allo spettatore. Normalmente partecipo a film che mi piacerebbe vedere al cinema. E penso anche al personaggio, se è una sfida e si mi farà crescere come attrice.

Che pensa del cinema europeo?
Mi è sempre piaciuto. E’ un cinema fatto di storie vicine alla nostra, alla nostra società e alle nostre vite. Ma non sono capace di dare un giudizio perché sfortunatamente in Spagna ne arriva poco. Spero che la situazione cambi e che si possano apprezzare tanto il cinema europeo quanto quello extra-europeo e non unicamente il cinema americano.

Quali sono i suoi prossimi progetti e che si aspetta dalla partecipazione alla Berlinale come Shooting Star?
Mi sto preparando a un film di Shawn Garry, Desierto Sur, che sarà girato tra Barcellona e il Cile in primavera, un film sul viaggio di tre ragazzi di tre nazionalità diverse che impareranno a conoscersi meglio.
A Berlino, spero di incontrare delle persone interessanti e di creare dei contatti per progetti futuri; spero che si aprano le porte per partecipare a produzioni insieme a altri paesi europei. E’ anche una buona occasione per rendere più forte il mercato europeo.

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