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Claude-Eric Poiroux • Direttore di Europa Cinemas

"Il cinema europeo è l’alternativa"

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Professore di cinema, esercente, distributore, produttore, fondatore e direttore del festival Premiers Plans di Angers, dedicato alle opere prime dei registi europei, e oggi alla guida di Europa Cinemas, Claude Eric Poiroux è una personalità di spicco non solamente del cinema francese ma anche del cinema europeo. Abbiamo parlato con lui della genesi di Europa Cinéma alla 18a edizione di Premiers Plans.

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Cineuropa : Lei spesso ricorda che il cinema esiste più fuori dell’Europa piuttosto che entro i suoi confini.
Claude Eric Poiroux: Sì. C’è un fenomeno che fa sì che i paesi abbiano a che fare con il cinema americano (e solamente con esso) o col cinema europeo, che rappresenta l’unica alternativa. Ci sono festival in ogni paese, persone che si interessano al cinema dappertutto, e qui il cinema europeo trova un suo spazio e le persone lo amano. Ho prodotto il primo lungometraggio di Olivier Assayas, ovunque vado lo conoscono. Oltretutto Olivier Assayas non è Luc Besson! Ma è conosciuto in tutto il mondo! Il cinema europeo ha una vera forza perché rappresenta appunto l’alternativa. In Europa non ce ne rendiamo conto. C’è prima di tutto il cinema nazionale e poi quello asiatico o argentino ad esempio. Non ho niente contro queste magnifiche cinematografie ma è un problema il fatto che sia più accessibile un film tailandese piuttosto che uno ceco. E poi lo stat-system.

Cosa intende?
L’unico star-system che esiste ancora è quello degli autori. Ci sono 50 registi al top dello star system degli autori europei, persone come Almodóvar, Lars Von Trier, Ken Loach che sono conosciuti in tutta Europa. Abbiamo avuto in passato star come Alain Delon e Marcello Mastroianni. Oggi fatichiamo a creare uno star system. Un esempio: l’anno scorso al festival c’era Stefano Accorsi. In Italia, viene fermato per strada. E’ una star. A Angers, il grande pubblico non lo conosce. Sentiamo parlare più facilmente delle star della moda piuttosto che di quelle del cinema! Le star americane curano la propria immagine, hanno molto talento e danno prova di una grande professionalità.

Ma è davvero necessario fare concorrenza agli americani sul loro terreno? La specificità del cinema europeo non può risiedere altrove?
Ci troviamo a un festival frequentato da 50 000 spettatori con degli autori sconosciuti. Questo è la prova che qualcosa si può ancora fare. Non si crea nel giro di un giorno uno star-system a Angers. Noi possiamo suscitare la curiosità, creare un happening al quale la gente ha voglia di partecipare. Ma in questo momento bisogna adoperarsi per far comprendere alla gente che il cinema è un evento, che succede in una sala, con molte persone. Gli spettatori avranno visto ad Angers i film che il festival propone, si commuoveranno e resteranno sorpresi sicuramente di più che vedendo uno dei soliti film che passano nei cinema film. EuropaCinema serve a far circolare i film e a formare il pubblico. Bisogna attirare le persone nei cinema. Ecco qua. E funziona. Con 400 coups, copriamo il 2,4% della frequentazione e Gaumont è al 12%. E non facciamo questi numeri con dei blockbuster.

Non pensa che se il pubblico va meno al cinema forse è anche dovuto al tipo di film che trova in sala? E che il cinema d’autore rischia meno di perdere il proprio pubblico?
L'altro giorno alla conferenza di Europa Cinemas, il patron delle sale Renoir di Spagna ha detto: "Abbiamo qualche difficoltà di questi tempi, ma meno rispetto ai grandi esercenti e resisteremo più a lungo".

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