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Fredi M. Murer • Regista

Sangue fresco per Vitus

di 

- Otto anni dopo Luna Piena (Vollmond), storia di un gruppo di ragazzi, Fredi M. Murer torna al cinema

Progetto di lungo respiro, Vitus [+leggi anche:
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segna il ritorno in grande stile del regista svizzero tedesco Fredi M. Murer, premiato con un Orso di bronzo allo scorso Festival di Berlino. Nuova esplorazione del mondo dell'infanzia, tema caro all'autore di Falò-fuoco Alpino... una Storia Proibita, questo atteso film nasce dalla collaborazione fruttuosa tra il cineasta, che ha oggi 66 anni, e i giovani produttori della compagnia di Zurigo Hugofilm.

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Il suo ultimo lungometraggio è del 1998. Perché un silenzio così lungo?
Fredi M. Murer: Abbiamo inziiato a scrivere la sceneggiatura di Vitus nell'agosto 2000. Un anno dopo, avevamo la versione pronta per essere girata. La mia produttrice ha tentato di mettere insieme una co-produzione europea per due anni, ma invano, perché i nostri partner ponevano condizioni sempre più inaccettabili. La stessa Eurimages ha rifiutato il progetto otto voti a uno. In breve: nel 2003, il progetto era, per così dire, morto. Non appena ho ottenuto i diritti del libro, ho deciso di fare un film low budget finanziato in Svizzera. Ho creato quindi una piccola società e mi sono dedicato alla raccolta di fondi per un anno, continuando a cercare un attore di 12 anni per interpretare Vitus, perché ormai il film dipendeva da lui. Tra la scoperta del "cigno nero" e l'uscita nelle sale di Vitus, sono passati altri due anni. Ad eccezione del contributo di ARTE, il film è stato finanziato esclusivamente in Svizzera.

Com'è arrivato a collaborare con i produttori di Hugofilm ?
Per riprendermi dalle mie ricerche di finanziamento, ho girato il documentario collettivo Downtown Switzerlan con tre colleghi registi, ciascuno dei quali era produttore del proprio episodio. Ho incontrato Christian Davi ed il suo partner Christof Neracher di Hugofilm. Quando ho avuto bisogno di un produttore esecutivo, mi sono rivolto agli "Hugo". Alla fine, abbiamo fondato la Vitusfilm dividendoci le responsabilità della produzione: avevano l'ultima parola sulle questioni di produzione, e io su quelle artistiche. In caso di disaccordo, ne discutevamo per trovare il consenso. Posso dire oggi che formiamo una specie di 'United Artists'. Se uno solo di noi non ci fosse stato, Vitus sarebbe uscito meno bene.

Per la sceneggiatura, si siete rivolti a un altro giovane cineasta...
Dal 2000, ho scritto almeno venti versioni della sceneggiatura con Lukas B. Suter. Alla fine, ero ormai diventato quasi cieco! Nella prospettiva di un progetto dal piccolo budget, mi sono messo a cercare d'urgenza qualcuno che potesse riconsiderare la storia con un occhio nuovo. All'epoca, avevo visto al cinema Verflixt verliebt di Peter Luisi. Il suo humour e l'inventiva cinematografica mi avevano talmente colpito che gli ho scritto una lettera da "fan". Ci siamo conosciuti e, sebbene potesse essere mio figlio, era assai precoce, e sufficientemente giovane per farci entrare in sintonia.

Theo Gheorghiu, che ha ottenuto dei premi internazionali per il pianoforte, incarna Vitus con una tale intensità da far pensare che abbia ispirato il film...
La sceneggiatura e i dialoghi erano già stati scritti quando ho scoperto Theo, che non è stato, quindi, una fonte d'ispirazione per la storia raccontata dal film. Il suo autentico genio di giovane pianista ha portato, di contro, una grande credibilità al personaggio. Mi ha ispirato così delle scene che non erano nella sceneggiatura.

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