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Vinca Wiedemann • Directtrice del New Danish Screen

"I registi devono avere idee"

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Il nuovo programma di fondi low-budget del Danish Film Institute, il New Danish Screen (NDS), vanta già un notevole successo, con tutti i suoi lungometraggi selezionati ai festival più importanti: A Soap [+leggi anche:
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, vincitore due volte a Berlino 2006; Princess [+leggi anche:
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(che uscirà il 4 ottobre in Francia), selezionato quest'anno alla Quinzaine des Réalisateurs a Cannes; e Offscreen [+leggi anche:
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, proiettato ai Venice Days. Vinca Wiedemann, direttrice artistica del Danish Film Institute e a capo del New Danish Screen, spiega a Cineuropa quali sono i principi alla base del nuovo programma.

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Cineuropa: Qual è l'idea alla base del New Danish Screen?
Vinca Wiedemann: La questione fondamentale è che la cinematografia danese sta riportando un discreto successo sia a livello nazionale che internazionale, è il momento quindi di guardare al futuro. Abbiamo ritenuto importante creare qualcosa per i registi di nuova generazione, cosí come per quelli già affermati, che spesso si sentono messi all'angolo, o hanno l'impressione di fare sempre le stesse cose, mentre vorrebbero sperimentare qualcosa di nuovo.
Annette K. Olesen, per esempio, farà un film in collaborazione con un'altra regista del piccolo schermo. Hanno deciso di girare in 30mm, un esperimento per dare al film maggiore spontaneità. 54 centimetres mostra cosa puó accadere alle persone quando si chiudono troppo in se stesse. Con Offscreen, Christoffer Boe ha diretto un progetto diverso e rischioso, che non sarebbe stato accettato dai tradizionali fondi di produzione del Danish Film Institute.

Quali sono i vostri criteri di selezione, e di quali fondi disponete?
Il New Danish Screen è supportato dal Danish Film Institute e dalle televisioni danesi DR-TV e TV2/Danemark. Il budget massimo per un film si aggira attorno ai 600.000€. Abbiamo a disposizione 14m€ ogni quattro anni, ma siamo piuttosto "anarchici" riguardo al numero di film che dobbiamo sostenere. Tutto dipende da quante richieste riceviamo. Il nostro denaro è un capitale a rischio, e non c'è salvagente per noi. Supportiamo fiction e non-fiction, corti e lungometraggi. Non ci occupiamo di distribuzione.
Questo schema low-budget si basa sulla concezione danese secondo la quale un piccolo capitale non impedisce di realizzare un buon film, ma ci deve essere della buona qualità artistica. I film devono avere qualcosa di originale ed i registi devono avere idee. Mi occupo della selezione dei progetti, e la mia filosofia è che se un regista ha qualcosa da dire ed ha del talento, il film sarà un successo. Questo è ció che conta, non la bellezza delle immagini.
Bisogna anche pensare al pubblico. I film raccontano qualcosa, e raccontare qualcosa senza nessuno che ascolti è ridicolo. Inoltre noi vogliamo dei registi professionisti, non amatoriali, per questo incoraggiamo i registi a lavorare con uno sceneggiatore ed un produttore sin dall'inizio. Possono ricevere anche dei fondi privati ma non è necessario. Il Danish Film Institute è totalmente anti-burocratico, quindi i progetti possono essere realizzati piuttosto velocemente.

Il programma NDS può essere applicabile ad altri paesi europei?
Certo, si può prendere ispirazione da un altro paese, ma bisogna tenere in considerazione la propria tradizione cinematografica, e soprattutto, bisogna ottenere il sostegno dell'intera industria. All'inizio in Danimarca l'industria cinematografica era divisa, ma Zentropa (la più grande compagnia di produzione) ci ha subito sostenuti, e molte persone hanno cominciato a vederne il potenziale, registi compresi.

Quali altri film dell'NDS usciranno nella stagione 2006-2007?
In autunno uscirà How to Get Rid of Others di Anders Rønnow Klarlund, prodotto da Louise Vesth per Zentropa Entertainment, mentre in primavera uscirà il nuovo film di Anders Morgenthaler, Ekko, un'altra produzione Zentropa.

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