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Kevin Janssens • Attore

Shooting Star 2007 - Belgio

di 

Kevin Janssens ha 27 anni ed è diplomato presso il famoso Studio Herman Terlinck dal 2003. Durante l'ultimo anno di corso, uno dei suoi insegnanti, il regista Guido Henderickx lo sceglie come protagonista di una prestigiosa serie televisiva, King of the World. Si prepara per due anni al ruolo di campione di boxe, prima di partire alla volta di Cuba dove si svolgono le riprese. Una versione cinematografica della serie è uscita l'anno scorso, così come Storm Force di Hans Herbots (leggi la news), che ha avuto grande successo al box-office belga. Oltre a televisione e cinema, la Shooting Star belga continua a calcare le scene teatrali e ripartirà in tournée con l'Onéguine di Pouchkine. Entusiasta ma modesto, Kevin Janssens ha la testa sulle spalle, tanta voglia di cinema e di imparare il mestiere.

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Cineuropa: Cosa l'ha spinta a fare l'attore?
Kevin Janssens: Tutto è cominciato quando ero piccolo. Avevo 10 o 12 anni. I miei genitori comprarono un videoregistratore. Avevo già visto qualche film in televisione, ma era la prima volta che vedevo una videocassetta. E ricordo di essermi detto "E' questo che voglio fare". Il film mi ha portato altrove, in un mondo completamente nuovo, e allo stesso tempo così reale, ero totalmente dentro! E' incredibile. Non mi ricordo quale fosse il film in questione, ero troppo preso. I miei genitori allora dissero che mi avrebbero sostenuto.

Come si è preparato per questi due ruoli al cinema?
Se devo interpretare un pugile, dovrò comportarmi come un pugile. E' importante imparare la tecnica, come vive e come si muove un boxeur. Mi sono allenato molto, ho preso lezioni tre volte a settimana per due anni, sono stato attento all'alimentazione, al mio stile di vita. Mi è piaciuto molto interpretare questo ruolo, ma è stato difficile. E anche quella in Storm Force era una parte difficile. Molto fisica. Abbiamo lavorato una settimana allo Studio Pinewood a Londra, dove hanno girato Il codice Da Vinci e l'ultimo James Bond… E' stata la settimana più dura di tutte! La più eccitante, la più appassionante ma anche la più faticosa.

Cosa significa per lei la nomination a Shooting Star e cosa si aspetta?
Onestamente, non mi aspetto granché. Attenzione: sono molto contento di andare a Berlino, d'incontrare i miei colleghi, di poterci scambiare le nostre esperienze. Ma non mi dico che la mia carriera comincerà là. No, per niente. Spero di avere conversazioni interessanti con direttori di casting e agenti. Ma preferisco limitare le mie aspettative. Andrò per la prima volta a Berlino, per la prima volta al Festival. Sono molto curioso. E poi ho fatto solo due film, ho tutto da imparare. Devo ancora crescere.

Cosa rappresenta per lei il "cinema europeo"?
Un cinema di grande qualità. L'Europa ha i festival più importanti, film meravigliosi e grandi registi. Ma non abbastanza attenzione. Spero che ne abbia sempre di più.

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